LA RELIGIONE DELLA VITA
TEORIA E PRATICA DELL'OMICIDIO NELLA CHIESA CATTOLICA


Le uccisioni “volute da Dio”

La nostra storia comincia all'inizio del IV secolo, quando l'imperatore Costantino concesse la libertà di culto ai cristiani “come a tutti gli altri”, affermando, nell’Editto di Milano del 313, che “la libertà di religione non può subire costrizione” (1), ma poi decretando, appena dodici anni dopo, come presidente del I Concilio di Nicea del 325, che “se qualcuno fosse trovato di avere nascosto un libro composto da Ario e non lo distrugga subito nel fuoco, deve subire la pena di morte” (2).

Che si devono abbattere i templi dei falsi dei e uccidere gli idolatri, secondo l'insegnamento della Bibbia, lo affermò nel 347 anche il neoconvertito Firmico Materno (3). E la cosa fu messa in pratica da vescovi che, come Ambrogio di Milano, assaltarono sinagoghe, o da vescovi preti e laici cristiani che distrussero templi pagani e uccisero nel 415 Ipazia, singolare figura di donna-scienziato.


1) in I conti con la Bibbia, II. c. III www.akkuaria.org/severinoproietti/index.html
2) ibid.
3) in De errore profanorum religione, cit. in G. Barbero [a cura], Il pensiero politico cristiano, UTET, Torino 1962


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Testi di Walter Peruzzi

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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