Quando uccidere era un "malicidio"
Che fosse doveroso uccidere,
quanto oggi è doveroso "difendere la vita dal concepimento alla sua fine
naturale", lo confermavano i massimi dottori della Chiesa. Nel 1128
Bernardo da Chiaravalle scrisse nel De laude novae militiae che
“eliminare questi operatori di iniquità [i turchi]che vagheggiano di
strappare al popolo cristiano le ricchezze racchiuse in Gerusalemme… ecco la più
nobile delle missioni per coloro che hanno abbracciato la professione delle
armi… Il Cavaliere del Cristo… quando uccide un malfattore, non è un omicida ma
un malicida” (55). Tommaso d'Aquino, “lumen ecclesiae”, scrisse nella Somma
teologica (1267-73) che gli eretici “hanno meritato…di essere tolti dal
mondo con la morte. Infatti è un delitto molto più grave falsificare la fede,
che è la vita dell’anima, che falsificare il denaro, che serve alla vita
mondana. Se quindi i falsari o altri malfattori, sono giustamente condannati a
morte dai principi, a maggior ragione e con giustizia potrebbero essere non solo
scomunicati ma uccisi gli eretici, non appena riconosciuti colpevoli di eresia”
(56). Il dovere di uccidere lo aveva ribadito del resto nel 1233
anche la massima autorità cattolica, Gregorio IX, affermando: “Non è
decoroso per la Sede Apostolica astenersi dallo spargimento di sangue mentre
l'Ebreo e il Medianita lottano sotto i suoi occhi, potrebbe sembrare, se non
intervenisse, che non ha a cuore il popolo d'Israele” (57). E lo stesso Gregorio
aveva incitato l’imperatore, che gli pareva troppo tiepido, a uccidere
sull'esempio del Dio del Vecchio Testamento: “Dov’è lo zelo di un
Mosè, che in un giorno solo annientò ventitremila idolatri? Dov'è lo zelo di un
Finees, che con un solo colpo trafisse l'israelita e la madianita? Dov'è lo zelo
di un Elia, che uccise con la spada i quattrocentocinquanta profeti di Baal?”
(58). 55) in E.
Buonaiuti, Storia del cristianesimo, Dall’Oglio, Milano 1979, vol. II, p.
320-21
56) Somma
teologica, IIa IIae, q. 11, art. 3, Salani, Firenze 1949-75
57) Breve
all’arcivescovo di Sens, in H.-Ch. Lea, Storia dell’inquisizione: origine
e organizzazione, Feltrinelli/Bocca, Milano 1974, p. 188
58) A
Enrico, in K. Deschner, Storia criminale etc., cit., vo. VII, p. 135