La pratica della
violenza si intreccia alla sua legittimazione: in questi secoli infatti
il dottore della Chiesa Agostino elabora, richiamandosi alle guerre
“intraprese da Mosé” su ordine di Dio stesso la dottrina della “guerra
giusta” . Rovesciando le argomentazioni addotte dai pacifisti cristiani
contro la guerra, Agostino sostiene che proprio per mettere fine agli
orrori solitamente imputati alle guerre si deve farle e imporre così la
desiderata pace: “l'umana durezza…. non si meravigli o si scandalizzi
delle guerre intraprese da Mosè, poiché seguendo in esse i comandi
divini egli non fu crudele ma obbediente, né Dio nell'ordinarle era
crudele, bensì ripagava chi meritava secondo i suoi meriti e intimoriva
i degni. Cosa infatti si biasima nella guerra? Forse il fatto che
muoiano quelli che sono destinati a morire, perché i destinati a vivere
siano sottomessi nella pace? Obiettare questo è proprio dei paurosi, non
dei religiosi. Il desiderio di nuocere, la crudeltà della vendetta,
l'animo non placato e implacabile, la ferocia della ribellione, la brama
di dominare e simili: è questo che a ragione si biasima nelle guerre. È
soprattutto per punire a buon diritto simili cose che le guerre vengono
intraprese dai buoni, per ordine di Dio o di qualche altro potere
legittimo” (5). Tale
ragionamento è fondato sui testi dell'Antico Testamento in cui Dio guida
la guerra “santa” di Israele. “Si è spesso attribuita a sant'Agostino
l'elaborazione di una dottrina della guerra giusta che si sarebbe in seguito
evoluta verso la guerra santa e la crociata.", scrive Jean Flori in un suo
saggio sulla guerra santa. “E' piuttosto l'inverso. Infatti, per provare che
malgrado l'atteggiamento pacifista di Gesù e malgrado il Vangelo, Dio non
è radicalmente ostile alla violenza armata, sant'Agostino invoca l'Antico
Testamento, nel quale le 'guerre del Padre Eterno' sono frequenti” (6) In
una parola la dottrina della guerra giusta e la sua successiva evoluzione
in guerra santa e guerra di conquista riceve legittimità ed
esempio dalla prima guerra santa, quella di Israele. Anche un altro
santo poco posteriore ad Agostino, Cirillo di Alessandria (prima metà del V
secolo), si rifà all'Antico Testamento per definire le stragi "”frutti
della devozione al Signore” (7). In ogni caso la dottrina della guerra giusta
sarà ripresa e sviluppata da Tommaso d'Aquino e tenuta ferma dalla Chiesa fino
ai giorni nostri. 5) Agostino,
Contro Fausto Manicheo, libro XXII, in Agostino, Tutte le opere,
www.augustinus.it/italiano/
6) J. Flori, La guerra santa, Bologna, Il Mulino 2003, p. 43
7) in K. Deschner, Storia criminale del cristianesimo, Ariele, Milano,
vol. I, p. 71