Il papa autorizza la "conquista"
Proprio
Alessandro VI, nella bolla Inter coetera del 1493, all’indomani della
scoperta dell'America, assegnò a Spagna e Portogallo tutte le terre “trovate e
ancora da trovare”, affermando ipocritamente, come già Niccolò V, che voleva
così rispondere al desiderio dei principi cattolici di “guadagnare al culto del
nostro Redentore e alla professione della fede cattolica i loro residenti”. Ma è
soprattutto interessante che Alessandro VI giudichi questa assegnazione un
“dono”. Così, in un modo che a dei cristiani dovrebbe sembrare blasfemo,
l'immagine del “figlio dell'Uomo” che non ha un giaciglio dove posare il capo si
rovescia in quella del papa che si proclama padrone di tutte le terre del
mondo “scoperte e da scoprire”, “grazie all'autorità di Dio onnipotente
conferitaci in san Pietro e della vicaria di Gesù Cristo” (89), al punto di
poterne fare dono a questo o a quel re cattolico, infischiandosene dei legittimi
proprietari, ossia dei loro abitanti. Si stabilisce così quel diritto di evangelizzazione, che darà
legittimità alla conquista e al genocidio, sanciti dal documento elaborato nel
1513 dai giuristi di corte spagnoli sulla falsariga della visione di Niccolò V e
Alessandro VI, ossia il Requerimiento, scritto per essere letto ai nativi
via via raggiunti dai conquistatori, al fine di spiegare loro perché dovevano
sottomettersi al papa e ai re cattolici, pena gravi castighi: “Vi notifico e
faccio sapere come meglio posso che Dio nostro Signore, uno ed eterno, creò il
cielo e la terra e un uomo e una donna dei quali noi e voi e e tutti gli uomini
del mondo furono e sono discendenti …. Ma per la moltitudine delle
generazioni … fu necessario che alcuni uomini stessero da una parte e altri
dall’altra e si dividessero tra molti regni e provincie… “Dio nostro signore incaricò di tutte queste genti un solo
uomo che fu chiamato San Pietro, perché fosse signore e superiore a tutti gli
uomini del mondo, a cui tutti obbedissero e perché fosse capo di tutto il
lignaggio umano ovunque gli uomini vivessero e si trovassero, e secondo
qualunque legge, setta o credenza, e donò a lui tutto il mondo come suo regno,
signoria e giurisdizione. E secondo il suo volere gli comandò di porre il suo
trono a Roma, il luogo più adatto per reggere il mondo, ma permise di risiedere
e regnare in qualunque altra parte del mondo e giudicare e governare tutte le
genti, cristiani, mori, ebrei, pagani e di qualunque altra setta o credo. Ed
egli fu chiamato Papa, che significa ammirabile, superiore, padre e protettore,
poiché è padre e governatore di tutti gli uomini… e allo stesso modo tutti gli
altri che dopo di lui furono eletti al pontificato; ed è così continuato fino ad
oggi e continuerà fino alla fine del mondo…. “Per concludere vi prego e chiedo come meglio posso di
comprendere bene quanto vi ho detto, di prendere tutto il tempo necessario per
comprenderlo e deliberare al riguardo, e di riconoscere come signora suprema
nell’universo mondo la Chiesa e il Sommo Pontefice, chiamato Papa, in suo nome,
e il Re e la Regina come nostri signori in sua vece, sommi signori e reggenti di
queste isole e terre, in virtù della suddetta donazione, e che consentiate e
permettiate a questi padri religiosi di comunicarvi e predicarvi i suoi
precetti…. “Se invece non accetterete o vi perderete in maliziose
dilazioni, vi certifico che con l’aiuto di Dio scaricherò la mia potenza contro
di voi e vi farò guerra in ogni luogo e maniera che mi sia possibile, e vi
sottometterò al giogo e all’obbedienza della Chiesa e di Loro Altezze, e
catturerò voi stessi e le vostre donne e figli e vi farò schiavi e come tali vi
venderò; e disporrò di voi come Sua Altezza comandi, e prenderò i vostri beni, e
vi causerò tutti i mali e i danni che potrò” (90). Fra i primi a ridurre in servitù i nativi in nome dei re
cattolici e della fede cristiana vi fu lo stesso Colombo, che tracciò la croce
su tutte le isole in cui mise piede e attuò una durissima repressione
soprattutto sull'isola Hispaniola, dove si parla di 50.000 vittime. La ferocia del genocidio e le sue dimensioni (molti milioni
di vittime) sono troppo note perché qui vi si insista, come sono noti i dissensi
che sorsero fra gli stessi cattolici sul modo di procedere nella conquista, che
tutti tuttavia in genere rivendicavano come diritto dei cristiani, compreso
Bartolomeo de las Casas. Egli infatti si batté in difesa dei nativi americani
ma, per alleviare il loro sfruttamento, suggerì di utilizzare mano d'opera
importata dall'Africa, favorendo così la tratta degli schiavi… di cui pure
furono responsabili molti paesi cattolici anche se non sempre la Chiesa (che in
certi casi si oppose a fare schiavi gli indios, ma aveva poi nello Stato della
Chiesa schiavi turchi). Meno noto è forse un altro argomento a favore della conquista
e poi del colonialismo, fatto proprio ancora nel Novecento dall'Osservatore
Romano e da Pio XI, come vedremo oltre. Tale argomento fu proposto dal cattolico
e santo Tommaso Moro ne L'Utopia del 1516: “se i coloni [di Utopia]
incontrano una nazione che respinge le loro leggi scacciano i nativi dal loro
territorio con la forza delle armi. Secondo i loro principi la guerra è giusta e
ragionevole quando è mossa contro un popolo che possiede immensi terreni non
coltivati mantenendoli in condizioni di abbandono, soprattutto se questo popolo
impedisce a coloro che giungono di lavorare la terra e trovarvi sostentamento
secondo il diritto naturale” (91). Curiosamente il diritto naturale, che di solito viene
invocato per difendere la proprietà privata dei ricchi dagli attacchi degli
operai, è qui invocato invece per giustificare l'espropriazione con le armi dei
nativi, da parte dei "poveri" europei che ne hanno bisogno per sfamarsi. 89) in
Chiesa e stato attraverso i secoli, cit.
90) S. Giletti
Benso, La conquista di un testo: il Requirimiento, Bulzoni, Roma 1989
91) in
Cristiani in armi, cit., p. 62