Non è contro la volontà dello Spirito bruciare gli eretici
Ad Alessandro VI succedette, dopo il brevissimo pontificato
di Pio III, Giulio II (1503-13), più capo militare che “pastore”, le cui
guerre e le cui violenze sono note e il cui bellicismo fu duramente condannato
dal filosofo cattolico olandese Erasmo da Rotterdam nei suoi Adagia del
1500: “Cosa c'è in comune fra la mitria e l'elmo, la santa tunica e la corazza
di guerra, le benedizioni e i cannoni?”, scriveva Erasmo, “Con quale coraggio si
insegna ciò che Cristo ha insegnato…quando poi si sconvolge il mondo nelle
tempeste della guerra per ottenere il dominio di una piccola città… tu [Giulio
II] che hai condotto alla morte così tante legioni, non hai guadagnato a
Cristo una sola anima” (92). Dopo di lui salì al soglio pontificio Leone X
(1513-21), il papa che con la sua raccolta di fondi per la fabbrica di San
Pietro e la distribuzione scandalosa delle indulgenze innescò la rivolta di
Lutero e la Riforma che divisero l'Europa cristiana. Al centro di intrighi e
oggetto di un tentativo di assassinio da parte del cardinale Petrucci e altri,
sventò la congiura: “Il Petrucci, arrestato e processato, fu fatto strangolare
in Castel S. Angelo il 6 luglio 1517; il de Nini e il Vercelli furono squartati”
(93). Inasprì anche la persecuzione delle streghe, decretando, come si è già
visto sopra, che nei casi più gravi fossero abbandonate al braccio secolare e
infine, nella bolla Exurge del 1520, giustificò l'omicidio per ragioni di
fede condannando questa proposizione di Lutero: “È contro la volontà dello
Spirito che gli eretici siano bruciati” (94). Guerre promossero i suoi
successori Adriano VI, che aderì alla lega imperiale e tentò di
organizzare una crociata antiturca, e Clemente VII. 92) ibid., p.
45
93) C.
Rendina, op. cit., p. 613
94) P.
Hunermann, H.Denzingwer, Enchiridion symbolorum, EDB, Bologna 1995