La rapida discesa di Carlo VIII aveva intanto
allarmato gli stati italiani. Lo stesso Ludovico il Moro si era reso conto dell'errore
commesso. Temendo che i successi del re francese finissero per costargli il ducato, aveva
stretto alleanza ("Lega Santa") con Venezia, il papato, la Spagna e l'impero
austriaco.
Uno degli obiettivi della Lega era anche quello di
destabilizzare la repubblica fiorentina, alleata alla Francia. Per raggiungere lo scopo,
il papa, Alessandro VI Borgia, prese ad attaccare Savonarola, che nelle sue prediche
continuava ad inveire contro la corruzione del clero.
Convinto che Carlo VIII fosse una sorta di
"uomo della Provvidenza" ("novello Ciro", lo chiamava), sceso per
punire una società corrotta e decadente, Savonarola era riuscito a convincere i
fiorentini a non aderire alla Lega.
Intanto Carlo VIII, sentendosi circondato, decide
di abbandonare l'Italia, senza però riuscire ad evitare lo scontro, durissimo, a Fornovo
(6 luglio 1495). La Lega ne esce vittoriosa, ma Carlo raggiunge incolume le Alpi.
Firenze viene a trovarsi in una situazione ancora
più precaria. Priva di sbocchi al mare, avendo perduto Pisa e Livorno, era rimasta sola a
opporsi all'ostilità delle potenze italiane e al desiderio di rivincita dei Medici.