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SAVONAROLA ERETICO
E RIVOLUZIONARIO |

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- La cacciata dei Medici era stata il frutto di una
sollevazione popolare. In particolare un clan, gli "arrabbiati", che riuniva le
famiglie avverse ai Medici (i grandi concorrenti bancari e mercantili), ne era stato
l'artefice.
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- L'ala più estrema di questo movimento (avverso
anche al Savonarola) era rappresentata dai "compagnacci", i giovani appartenenti
alle più ricche famiglie.
- A contrastare questo movimento era la clientela dei
Medici, i "bigi" o "palleschi", favorevoli a una loro restaurazione.
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- Sugli strati più medi e bassi del popolo faceva
presa invece la predicazione del Savonarola, il cui partito veniva chiamato dagli
avversari col termine spregiativo di "piagnoni" o "frateschi".
- Savonarola e il suo partito, approfittando della
loro popolarità, presero a radicalizzare le posizione degli "arrabbiati" in
direzione di una democrazia repubblicana, caratterizzandola però in senso teocratico (in
parte ci si ispirò al modello veneto). Il governo restava in mano a Pier Antonio
Soderini, ma Savonarola ne era diventato la guida spirituale.
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Questi gli aspetti fondamentali della loro riforma:
Sul
piano politico-legislativo |
- Abolito il "Consiglio dei Settanta",
costituito da Lorenzo de' Medici, e ripristinata la funzione
dei "Venti accoppiatori" di eleggere la Signoria, che deve cambiare ogni 6 mesi.
Poi verrà creato il "Consiglio degli Ottanta", voluto da Pier Capponi a tutto
vantaggio dei ceti aristocratici.
- Costituito il "Gran Consiglio", formato
dai rappresentanti del popolo membri di corporazioni (media e piccola borghesia), nonché
dai giovani minori di anni 29: era un vero e proprio parlamento. (Quest'organo, che
praticamente sostituì tutti gli organi principali del governo mediceo, rappresenterà per
18 anni la base della costituzione repubblicana).
- Varata una legge che sancisce la pace tra tutte le
fazioni cittadine e conseguente decreto di amnistia per la fazione perdente dei
"palleschi", pro-medicea.
- Nel febbraio 1496 Giuliano Salviati, Gonfaloniere di
Giustizia, incarica Savonarola di redigere i princìpi per la riforma della repubblica
fiorentina. Dopo un mese egli pubblica il "Trattato circa il
reggimento della città di Firenze". Per la prima volta si rompeva con la
tradizione del trattato filosofico-teologico sullo Stato (Machiavelli e Guicciardini gli
saranno molto debitori).
- Introdotta un'imposta proporzionale sui beni
immobili.
- Estinti i debiti agli insolventi.
- Cacciati dalla città tutti gli usurai.
- Istituito il nuovo monte di pietà (1495).
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- Esercitata una ferrea sorveglianza sui costumi dei
cittadini (vedi ad es. i cosiddetti "roghi delle vanità" del 1496-97, allorché
6.000 giovanetti andavano per la città a bruciare carte da gioco, dadi, acconciature,
ornamenti, libri osceni [p.es. quelli del Boccaccio], fino ai quadri e agli oggetti
preziosi). In questo il Savonarola era
stato preceduto, 60 anni prima, da fra' Riccardo a Parigi e fra' Tommaso nell'Artois.
- Chiuse le osterie e aumentati i giorni di digiuno e
di penitenza. Musica profana, canzoni, divertimenti... sostituiti con processioni e canti
religiosi.
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- Viene istituita una scuola conventuale non solo di
greco e latino, ma anche di ebraico, arabo e caldeo.
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