lawrence

FINO A PALERMO (1921)


D. H. LAWRENCE, Mare e Sardegna,
trad. G. De Carlo e E. Vittorini, Mondadori, Milano 1981

David Herbert Lawrence

  • Viene addosso l'assoluta necessità di muoversi. E quel che è più, di muoversi in una certa precisa direzione. Doppia necessità, dunque: mettersi in moto e sapere per dove.
  • Perché non si può star fermi? È così bello, qui in Sicilia: lo Ionio pieno di sole; il cangiante gioiello della Calabria, come un opale di fuoco mosso nella luce; I'Italia e il panorama delle nuvole di Natale, la notte con la stella del Cane che depone un lungo bagliore luminoso attraverso il mare, come ad abbaiarci contro, e, sopra, Orione in marcia: come ci guarda Sirio, la stella del Cane, come ci guarda, verde levriero del cielo, fiero e splendente!...

D.H. Lawrence ritratto nel 1927

D.H. Lawrence e Aldous Huxley ritratti insieme, durante la loro permanenza in Toscana

  • E poi, oh la regale stella della sera, sospesa a occidente ad ardere intensa sugli scuri precipizi frastagliati dell'alta Sicilia; e poi l'Etna, la perversa strega che adagia le sue spesse bianche nevi sotto il cielo, e lenta, lenta svolge il fumo arancione. Pilastro del cielo, lo chiamavano i greci.
  • Non sembra giusto, a prima vista, perché va su in una lunga, magica linea flessuosa dall'orlo del mare fino al cono ottuso, e non sembra alto. Sembra piuttosto basso, sotto il cielo. Ma quando lo si conosce meglio, oh, orrore e stregoneria! Remoto sotto il cielo, isolato, così vicino, eppure mai nostro.

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