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Il rumore nei segnali modulati

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\resizebox* {0.3\textwidth}{!}{\includegraphics{cap10/f95.1.ps}}

 

Consideriamo un segnale modulato, affetto da un rumore additivo gaussiano bianco n$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$, con densità di potenza

$\displaystyle \mathcal {P}$n$\displaystyle \left(\vphantom{ f}\right.$f$\displaystyle \left.\vphantom{ f}\right)$ = $\displaystyle {\frac{N_{0}}{2}}$

Prima di effettuare la demodulazione, il segnale ricevuto transita in un filtro di ricezione HR$ \left(\vphantom{ f}\right.$f$ \left.\vphantom{ f}\right)$, che ha lo scopo di limitare la banda del rumore ricevuto, e quindi ridurre l'entità della potenza di rumore in ingresso al ricevitore. Il filtro HR$ \left(\vphantom{ f}\right.$f$ \left.\vphantom{ f}\right)$ presenta un modulo costante nella banda del segnale, mentre tende a zero al di fuori di tale banda. In questo modo, il segnale utile x$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ transita inalterato, ed il rumore n$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$ viene limitato in banda, producendo $ \upsilon$$ \left(\vphantom{ t}\right.$t$ \left.\vphantom{ t}\right)$.

 



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2001-06-01