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Consideriamo il caso in cui si debbano commutare le comunicazioni associate
ai singoli time-slot presenti in diversi flussi numerici organizzati
in trame. Avendo a disposizione solamente una matrice di commutazione spaziale,
quest'ultima può essere riprogrammata alla stessa frequenza dei time-slot, consentendo
alle comunicazioni entranti di dirigersi verso i flussi uscenti in direzione
delle rispettive destinazioni finali. La matrice spaziale, però, non può alterare
l'ordine temporale dei dati in ingresso; pertanto, non può (ad esempio) inviare
le conversazioni B e D sulla stessa linea uscente, in quanto si
verifica un conflitto temporale. E' quindi evidente la necessità di introdurre
uno stadio di commutazione temporale.
Questo dispositivo è indicato come TSI (time slot interchanger)
ed ha la funzione di produrre in uscita una sequenza di dati identica a quella
in ingresso, tranne per averne cambiato l'ordine temporale.
In figura è mostrato un possibile schema di funzionamento: una trama entrante
viene scritta, agli indirizzi ottenuti leggendo sequenzialmente la tabella di
scambio, in un buffer di memoria (Es.: entra E e lo scrivo al 4o
posto, poi entra D e va al 1o posto, etc.). Prima dell'inizio
di una nuova trama, il buffer è scambiato con un altro uguale, e quello appena
scritto viene letto con ordine sequenziale (partendo dall'alto), per creare
la nuova trama in uscita. Ovviamente, è possibile anche la realizzazione opposta,
con scrittura sequenziale e lettura ``casuale''.
Cosí come un commutatore spaziale non è sufficiente, anche un TSI ``da
solo'' è di scarsa utilità, non potendo instradare le comunicazioni su vie
diverse. Combinando assieme le due funzioni, si giunge a realizzare commutatori
sia di tempo che di spazio, come la struttura a 3 stadi in figura, chiamata
``TST'' perché alterna uno stadio temporale, uno spaziale ed uno
temporale.
Notiamo subito che, in questo schema, il numero di intervalli temporali in uscita
dai TSI di testa è m > n (4.45): ciò determina, per lo stadio spaziale, una frequenza di commutazione piú
elevata della frequenza dei time-slot in ingresso. Una generica conversazione
``A'' che occupa il 2o slot del primo flusso può raggiungere (ad
esempio) l'ultimo slot dell'ultimo flusso, occupando uno qualsiasi (j)
degli m slot utilizzati dal commutatore spaziale. Aumentando il valore
di m, si riduce la probabilità di blocco; in particolare, questa è nulla
se m = 2n - 1(4.46).
Analizziamo i vantaggi conseguiti dalla commutazione numerica con un semplice
esempio. Poniamo di voler commutare con lo schema illustrato 4 flussi PCM (con
n = 30): i 4 * 30 = 120 canali presenti sono commutati utilizzando solo
4 * 4 = 16 interruttori, contro i 120 * 120 = 14.400 interruttori necessari
ad una matrice spaziale monostadio che svolga la commutazione dei 120 canali
analogici !
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2001-06-01