STORIA ROMANA


NERVA, TRAIANO E GLI ANTONINI: L'APOGEO DELL'IMPERO

3. Gli Antonini
A. L'Età Aurea

Il periodo degli Antonini (schiera di imperatori il cui nome deriva per convenzione storica da Antonino Pio, il secondo di essi) è un periodo storico "perfetto".

Perfetto, perché in esso l'Impero - rinunciando a ulteriori mire espansionistiche - si ripiega su se stesso e sulle proprie strutture interne, vivendo per così dire una 'vita propria', il più possibile autonoma e indipendente rispetto all'esterno, e raggiungendo inoltre un'armonia e una pace sociale che rimarranno per sempre insuperate.

Traiano

In questi anni Roma raggiunge infatti un notevole equilibrio tra le sue differenti componenti sociali, ovvero essenzialmente: a) i ceti latifondistici, coloro cioè che producono le basi stesse della ricchezza e del benessere economico dell'Impero; b) i commercianti, coloro che le rivendono; c) le città, sedi dell'attività commerciale e amministrativa; d) gli eserciti, strumenti indispensabili per la pace e la sicurezza interne e esterne; d) le grandi masse dei poveri (sia quelli delle campagne sia quelli delle città), la cui sussistenza dipende - in gran parte - dalla generosità e dalle elargizioni dei ceti più ricchi.

Si instaura insomma - soprattutto a causa della grande mobilità che si è sviluppata sia a livello sociale che a livello commerciale - un clima di positiva collaborazione, reso possibile inoltre dalla pace e dall'ordine interni, e da una (relativa) facilità a livello di comunicazioni e di scambi tra le diverse regioni.

Una tale congiuntura inoltre, positiva innanzitutto da un punto di vista economico, garantirà - grazie alla generosità sia dei ceti nobiliari e in generale di quelli più ricchi (secondo la pratica detta dell'evergetismo), sia dello Stato (con Adriano infatti tolleranza e magnanimità, valori essenzialmente 'umanitari', diverranno un punto fermo nella condotta di quest'ultimo) - un più alto livello di esistenza alle classi più povere, sia proletarie che sotto-proletarie.

Ovviamente una simile situazione sarà resa possibile essenzialmente dalla condizione di grande rigoglio economico, la quale permetterà ai ceti più ricchi l'accumulo di un surplus produttivo da destinare a un tale tipo di attività, le quali svolgeranno peraltro un ruolo essenziale nel mantenimento della pace sociale, allontanando lo spettro di conflitti e agitazioni tra le classi più povere!

Ma appena una tale congiuntura - lunga sì, ma anche inevitabilmente destinata a finire - verrà a incrinarsi, anche il clima di collaborazione e armonia (che è poi l'essenza stessa dell'Impero) che ha caratterizzato questi anni, finirà per deteriorarsi irreparabilmente, e diverranno evidenti i primi segni di una crisi che culminerà con la caduta stessa dell'Impero.

Con gli Antonini, in ogni caso, il livello della vita sociale rimarrà tutto sommato molto alto, anche se già con Marco Aurelio e ancor più con suo figlio Commodo si cominceranno a intravedere i principi della futura crisi.


1. Nerva, imperatore municipale (96-98)
2. Traiano, 'optimus princeps' (98-117)
B. Elio Adriano, imperatore "ellenizzante" (117-138)
C. Antonino Pio (138-161)
D. Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, e la prima invasione barbarica (161-180)
E. Commodo e la ripresa della tradizione autocratica (180-192)
Adriano Torricelli

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 11/09/2014