STORIA ROMANA


NERVA, TRAIANO E GLI ANTONINI: L'APOGEO DELL'IMPERO

Introduzione

Il periodo di storia romana trattato in questo articolo si estende dagli ultimi anni del primo secolo agli ultimi del secondo, comprendendo un lasso temporale che, partendo dal principato di Nerva (96…), giunge al termine di quello di Commodo (…192).

Un tale periodo, di particolare splendore economico e di grande stabilità politica, è ricordato come l'età d'oro dell'Impero, felice combinazione di diversi fattori che ne fanno non solo l'apogeo del mondo romano ma, in un certo senso, quello della stessa civiltà antica.

In esso, se da un lato assistiamo al definitivo affermarsi delle strutture politiche e burocratiche dell'Impero su quelle più antiche d'origine repubblicana, non vediamo tuttavia ancora l'inizio del loro deteriorarsi e del loro degenerare nell'anarchia e nel disordine.

Sul piano socio-economico si afferma sempre di più un "modus vivendi" aperto, fatto di scambi commerciali e di capitali monetari (cosa che entra in stridente contrasto con l'antica economia rurale, risalente ancora alle remote origini di Roma, nelle quali vigeva una netta separazione tra patrizi e plebei, tra patroni e clienti - un'economia basata cioè sul latifondo, che non verrà mai definitivamente scalzata, tanto meno sul finire della civiltà romana imperiale, con l'inizio del Medioevo.)

In questi anni quindi, vengono alla luce tutti i lati 'positivi' dell'idea di Impero: il definitivo tramonto del predominio politico-economico dell'antica aristocrazia terriera (non a caso si afferma sempre più la 'nuova aristocrazia' della terra, di nomina imperiale); lo svilupparsi di una consistente 'classe media', o di una 'media borghesia', in tutte le regioni imperiali; la capacità del nuovo stato di permeare e controllare un po' tutti gli aspetti della vita civile dell'Impero; la graduale parificazione di tutti i suoi sudditi, attraverso - quantomeno tendenzialmente - lo smantellamento dei privilegi dei cittadini romano-italici.

Assistiamo dunque alla formazione di una grande 'ecumene' di popoli e di culture, il centro della quale si trova, dal punto di vista decisionale, nella figura dell'Imperatore e della sua corte.

L'Impero diviene dunque sempre di più una realtà globalizzata, caratterizzata cioè da una forte mobilità interna e da una sempre maggiore parità di diritti (e doveri) tra i sudditi.

1. Nerva, imperatore municipale (96-98)

Dopo l'assassinio di Domiziano nel 96, a opera di varie forze dell'Impero e in primo luogo del Senato (da Domiziano osteggiato in tutti i modi, compresi provvedimenti di natura giudiziaria, secondo la modalità - istituita da Claudio e espressione del potere dell'imperatore - chiamata intra cubicolo), viene eletto imperatore M. Cocceio Nerva.

E' costui un uomo già anziano e piuttosto debole, anche per ragioni caratteriali, appartenente all'antica nobilitas italica (per la precisione a quella umbra), 'messo su' dal Senato e dalle forze del tradizionalismo italico sfruttando il vuoto di potere creatosi con la fine della dinastia dei Flavi, per assecondare i propri progetti di restaurazione e di arginamento dei cambiamenti in atto, sempre più favorevoli a un indirizzo assolutistico e monarchico.

Nerva

I due anni del principato di Nerva sono caratterizzati da: una ripresa della politica filo-italica (mirante cioè a riaffermare la centralità della penisola tra le regioni dell'Impero); misure di riparazione delle azioni legali sostenute da Domiziano contro i senatori romani (ovvero il ripristino dei loro antichi privilegi, la restituzione di gran parte delle ricchezze loro estorte con misure giudiziarie, ecc.); ripresa di una politica di donazioni - monetarie e frumentarie - alle popolazioni municipali italiche (si ricordi che la penisola italiana attraversa un momento di grande crisi economica, quindi di impoverimento).

Ma ciò che caratterizza maggiormente il principato di Nerva è l'attenzione alle esigenze della classe nobiliare italica e quindi l'alleanza con il Senato.

Sarà questo atteggiamento a guadagnargli l'ostilità delle forze politiche filo-imperiali, in particolare dell'esercito dei pretoriani (la guardia imperiale) che si vede messa in secondo piano, e si sente quindi tradita dal proprio princeps.

A ciò si deve un tentativo di congiura, fortunosamente sventato, in seguito al quale Nerva - preoccupato dalla possibilità di un'involuzione politica e di una nuova frattura tra 'partito repubblicano' e 'partito imperiale', dall'inizio cioè di un nuovo periodo di guerre civili - decide di eleggere come suo successore Ulpio Traiano, uomo politicamente da lui molto distante in quanto legato all'esercito e capo, all'epoca, delle truppe di stanza nella Germania Superior.

Già anziano quando viene eletto, Nerva muore dopo soli due anni di governo, nel 98.


2. Traiano, 'optimus princeps' (98-117)
3. Gli Antonini
A. L'Età Aurea
B. Elio Adriano, imperatore "ellenizzante" (117-138)
C. Antonino Pio (138-161)
D. Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, e la prima invasione barbarica (161-180)
E. Commodo e la ripresa della tradizione autocratica (180-192)
Adriano Torricelli

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 11/09/2014