STORIA ROMANA


I SEVERI E LA MILITARIZZAZIONE DELL'IMPERO

I - II - III - IV - V

5) Alessandro Severo (222-235) e la ripresa della politica senatoria

- La nuova politica filo-senatoria

Salito al potere ancora molto giovane, all'incirca alla stessa età di suo cugino Elagabalo (che lo ha adottato nel 211), Alessandro governerà comunque molto più a lungo di questi, anche probabilmente grazie alla propria istintiva disposizione a piegarsi ai desideri della classe dirigente romana e occidentale.

Sotto la sapiente guida di Ulpiano, il maggiore giurista del suo tempo, egli porta avanti una politica moderata, vicina agli ideali della classe senatoria, nonché in genere dei tradizionalisti.

Alessandro Severo

Sotto il suo principato, molti degli antichi privilegi nobiliari verranno ripristinati, e l'istituzione senatoria (e assieme a essa, i soggetti che ne fanno parte: i senatori) riacquisterà almeno una parte del suo antico prestigio (compatibilmente ovviamente con la mutata situazione di fatto, ormai decisamente differente rispetto agli anni passati, in quanto caratterizzata: dallo strapotere degli eserciti; da un'amministrazione imperiale estremamente centralizzata ed 'esclusiva'; dalla tendenza alla penalizzazione della città di Roma - sede appunto del Senato -, ormai quasi parificata dal punto di vista giuridico agli altri municipi imperiali; ecc.)

Uno dei provvedimenti presi a favore del Senato sarà, per esempio, quello di sopprimere l'antico principio di incompatibilità tra il rango senatorio e la carica del prefetto del pretorio (carica che - come si è visto - dà grandi prospettive di carriera politica a chi la ricopre).

Non si arresta, comunque, il processo alla base della crisi dell'Impero, e con esso la necessità di continui interventi statali in tutti i settori (economici, militari, ecc.), con la conseguenza inevitabile della crescita della pressione fiscale.

In questi anni, poi, parallelamente al diffondersi del fenomeno inflattivo a livello monetario, prende piede sia la pratica dei pagamenti in natura sia quella delle prestazioni di lavoro e di servizi in luogo dei pagamenti in danaro.

- Imprese militari

Negli ultimi anni del suo principato, Alessandro dovrà fronteggiare i tentativi di invasione dei Parti in Armenia (230-232), e quelli di alcuni popoli barbari sui confini germanici (234-235).

Le campagne orientali sono dovute a una nuova offensiva del Regno partico, guidato in questi anni da una nuova e più aggressiva dinastia, quella Sasanide.

Il nuovo sovrano Artaserse conquista infatti l'Iran, l'Afghanistan, la Mesopotamia e parte dell'Armenia, avvicinandosi così pericolosamente ai domini romani.

Dopo alcuni inutili tentativi di mediazione, Alessandro si vede quindi costretto a intervenire militarmente: le sue saranno campagne vinte 'per il rotto della cuffia', ma in ogni caso vinte. Nel 232 infatti i romani riprendono possesso della Mesopotamia.

Le campagne combattute in Germania, contro l'offensiva dei popoli barbari, costeranno invece la vita all'imperatore e al suo seguito.

Forse ciò avviene per aver Alessandro tentato di 'comprare' la pace col nemico (pratica molto in uso nel periodo tardo-imperiale), o forse per il sospetto di un indirizzo eccessivamente filo-orientale del suo orientamento politico-militare.

In ogni caso anche lui verrà eliminato, come molti suoi predecessori e successori, da una rivolta delle proprie legioni - in questo caso quelle occidentali - nel 235.

CONCLUSIONI (193-235)

Il periodo dei Severi conosce, rispetto a quello precedente degli Antonini, una brusca inversione di tendenza, dovuta a difficoltà sia interne (fondamentalmente di carattere produttivo) che esterne (legate essenzialmente a una maggiore insicurezza sui confini).

Tali difficoltà causano infatti:

  • un incremento degli apparati statali (in particolar modo di quelli militari);
  • una generale diminuzione del benessere economico, soprattutto tra le classi medie e i ceti popolari (i quali tendono di conseguenza a riversarsi all'interno delle grandi proprietà terriere);
  • la crescita delle proprietà latifondistiche;
  • l'emarginazione politica del Senato e in generale delle classi nobiliari (i cui interessi divergono sempre più rispetto a quelli dei ceti filo-imperiali) dall'amministrazione dello Stato.
  • Inizia in questi anni quel lungo processo di disfacimento, sia territoriale che politico, che culminerà nei secoli successivi con la caduta stessa dell'Impero.

1) La fine dell'Età aurea
2) Il principato di Settimio Severo (193-211)
3) Caracalla (211-217) e la cittadinanza universale
4) Il breve regno di Elagabalo (217-222)
Adriano Torricelli

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 11/09/2014