STORIA ROMANA |
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I SEVERI E LA MILITARIZZAZIONE DELL'IMPERO
Sotto il suo principato, molti degli antichi privilegi nobiliari verranno ripristinati, e l'istituzione senatoria (e assieme a essa, i soggetti che ne fanno parte: i senatori) riacquisterà almeno una parte del suo antico prestigio (compatibilmente ovviamente con la mutata situazione di fatto, ormai decisamente differente rispetto agli anni passati, in quanto caratterizzata: dallo strapotere degli eserciti; da un'amministrazione imperiale estremamente centralizzata ed 'esclusiva'; dalla tendenza alla penalizzazione della città di Roma - sede appunto del Senato -, ormai quasi parificata dal punto di vista giuridico agli altri municipi imperiali; ecc.) Uno dei provvedimenti presi a favore del Senato sarà, per esempio, quello di sopprimere l'antico principio di incompatibilità tra il rango senatorio e la carica del prefetto del pretorio (carica che - come si è visto - dà grandi prospettive di carriera politica a chi la ricopre). Non si arresta, comunque, il processo alla base della crisi dell'Impero, e con esso la necessità di continui interventi statali in tutti i settori (economici, militari, ecc.), con la conseguenza inevitabile della crescita della pressione fiscale. In questi anni, poi, parallelamente al diffondersi del fenomeno inflattivo a livello monetario, prende piede sia la pratica dei pagamenti in natura sia quella delle prestazioni di lavoro e di servizi in luogo dei pagamenti in danaro. - Imprese militari Negli ultimi anni del suo principato, Alessandro dovrà fronteggiare i tentativi di invasione dei Parti in Armenia (230-232), e quelli di alcuni popoli barbari sui confini germanici (234-235). Le campagne orientali sono dovute a una nuova offensiva del Regno partico, guidato in questi anni da una nuova e più aggressiva dinastia, quella Sasanide. Il nuovo sovrano Artaserse conquista infatti l'Iran, l'Afghanistan, la Mesopotamia e parte dell'Armenia, avvicinandosi così pericolosamente ai domini romani. Dopo alcuni inutili tentativi di mediazione, Alessandro si vede quindi costretto a intervenire militarmente: le sue saranno campagne vinte 'per il rotto della cuffia', ma in ogni caso vinte. Nel 232 infatti i romani riprendono possesso della Mesopotamia. Le campagne combattute in Germania, contro l'offensiva dei popoli barbari, costeranno invece la vita all'imperatore e al suo seguito. Forse ciò avviene per aver Alessandro tentato di 'comprare' la pace col nemico (pratica molto in uso nel periodo tardo-imperiale), o forse per il sospetto di un indirizzo eccessivamente filo-orientale del suo orientamento politico-militare. In ogni caso anche lui verrà eliminato, come molti suoi predecessori e successori, da una rivolta delle proprie legioni - in questo caso quelle occidentali - nel 235. CONCLUSIONI (193-235) Il periodo dei Severi conosce, rispetto a quello precedente degli Antonini, una brusca inversione di tendenza, dovuta a difficoltà sia interne (fondamentalmente di carattere produttivo) che esterne (legate essenzialmente a una maggiore insicurezza sui confini). Tali difficoltà causano infatti:
1) La fine dell'Età aurea2) Il principato di Settimio Severo (193-211)3) Caracalla (211-217) e la cittadinanza universale4) Il breve regno di Elagabalo (217-222)Adriano Torricelli |
- Stampa pagina Aggiornamento: 11/09/2014 |