Verdun

La battaglia di Verdun, il grande massacro della guerra di logoramento

Alla vigilia di Natale 1915 von Falkenhayn presenta al Kaiser un memorandum per l'attacco a ovest. L'obiettivo sarà il campo fortificato di Verdun, nel settore meridionale. Prima della guerra la propaganda francese ha dichiarato Verdun imprendibile. Nelle intenzioni l'offensiva deve essere limitata a un settore ristretto.

Il 21 febbraio1916 l'artiglieria prende a martellare le posizioni francesi. Per tre giorni i tedeschi investono le linee nemiche. Fanno pochi progressi, ma il morale dei francesi è a terra.

Le fasi dell'avanzata tedesca

Il 25 cade il bastione centrale delle difese di Verdun, il forte Douaumont. Il generale Langle de Cary decide di abbandonare la sponda destra della Mosa ai tedeschi. E' la soluzione strategicamente più valida ma politicamente Verdun non può cadere.

Quello stesso 25 febbraio De Castelnau, comandante in seconda di Joffre, arriva a Verdun e decide di tenere la sponda destra a qualsiasi prezzo affidando il settore a Philippe Pétain. Questi lancia una serie di furiosi contrattacchi, alimentati dai rinforzi che arrivano lungo la Voie Sacrèe una strada battuta dall'artiglieria dove i francesi fanno affluire fino a 20.000 uomini al giorno.

"Ils ne passeront pas" è la parola d'ordine: Verdun diventa il simbolo della Francia, del suo onore e della follia della guerra. Posto di fronte all'alternativa se arrestare l'offensiva o allargare il fronte, Falkenhayn decide di trasformare Verdun in una grande battaglia di logoramento.

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