UGO GROZIO

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UGO GROZIO

I - II

UGO GROZIO

Olandese, Ugo Grozio visse in un periodo in cui il sui paese era coinvolto in una lunghissima guerra e ne risentiva in maniera grave, soprattutto dal punto di vista economico. Egli pose il problema della guerra giusta, studiò il rapporto tra leggi e stato di guerra e analizzò in definitiva la natura umana.

Diritto naturale e diritto positivo. Grozio determinò i caratteri che l’uomo possiede fin dallo stato di natura: sono le cosiddette leggi non scritte, indipendenti dall’evoluzione culturale dell’uomo, e sono fondate indipendentemente da Dio, su princìpi propri della ragione, validi anche "se Dio non vi fosse". Grozio individua i diritti naturali in: l’astenersi dalle cose altrui, la restituzione dei beni altrui e del lucro da essi derivato, l’obbligo di mantenere le promesse, il risarcimento del danno arrecato per colpa propria e il poter essere soggetti a pene tra gli uomini. Questa dottrina del diritto naturale è definita giusnaturalismo. Nel corso della storia, la civiltà umana si è evoluta creando organismi sociali sempre più complessi e nuove leggi che fanno parte del cosiddetto diritto positivo, leggi cioè che sono state create attraverso i pubblici poteri, ma che non contraddicono in nessun modo il diritto naturale. 

Contratto sociale. L’uomo è, per natura, portato a ricercare i rapporti con i propri simili, anche se gli egoismi e gli interessi individuali sono causa di conflitti. Gli uomini devono quindi darsi delle leggi per poter vivere insieme. Essi istituiscono tra loro un patto rinunciando ad una parte dei poteri che ciascuno ha in quanto essere libero in natura. L’obbiettivo di questo patto è l’utile; non è un’utilità egoistica, ma un creare un benessere diffuso tra tutti gli uomini. Dunque lo Stato è "un corpo perfetto di persone libere che si sono unite per fruire in pace dei loro diritti e per la propria comune utilità". In virtù di questo fine il popolo trasferisce ad un organismo non solo l’esercizio, ma la sostanza stessa della sovranità. Questo organo deve governare i cittadini guidato dalla retta ragione, dare leggi fondate sulla ragione umana e avere come scopo il bene dei cittadini. 

Il diritto dei cittadini a disobbedire al sovrano. Nella realtà del suoi tempo, Grozio vede come sia importante la stabilità del potere politico; questo lo porta a sostenere che i cittadini possano al massimo attuare una resistenza passiva quando sono in disaccordo con il governo. Solo nel caso in cui l’istituzione che detiene il potere sovrano si manifesta veramente come un nemico dell’intero popolo e opera per rovinarlo, è legittimo ribellarsi. 

Il diritto internazionale. In un’epoca in cui la guerra faceva venire meno la validità del diritto Grozio teorizzo una soluzione al problema della validità dei princìpi che regolano i rapporti tra gli stati in caso di guerra. Egli sostiene che il diritto naturale in quanto universale non può mai venire meno in caso di guerra, ed esso è l’unica autorità a cui ci si può rimettere nei rapporti tra gli stati. Quindi per Grozio "Pacta sunt servanda": è d’obbligo mantenere fede ai patti perché questo obbligo deriva dal diritto naturale su cui si deve fondare la civile convivenza tra i popoli. Per Grozio la guerra non è contraria alla natura umana, ma anzi le appartiene; la sua opera è volta quindi non al fine di abolire la guerra, ma di regolamentarla. Questa concezione deriva dalla situazione dell’epoca. 

La vera religione. In un’epoca di frequenti e violenti contrasti tra confessioni della stessa religione, Grozio auspica che vi sia una politica religiosa aperta e tollerante. Per lui le differenze tra le diverse religioni positive, ovvero fondate su una rivelazione, sono tali per cui esse si contrappongono una all’altra senza possibilità di accordo. Tuttavia esse pregano tutte lo stesso Dio, e se tutti i fedeli considerassero il fondamento comune e i principi essenziali della vera religione sarebbe possibile trovare un pieno accordo. L’uomo si deve affidare alla ragione per trovare un accordo sui temi religiosi; l’intolleranza religiosa non è altro che una passione irrazionale.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teorici
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Aggiornamento: 18-04-2018