ECONOMIA E SOCIETA'
idee per il socialismo democratico


IL LAVORO

http://www.federlavoro.net/

Si affaccia di questi tempi un sospetto di portata epocale. Il “lavoro” in sé sta forse perdendo gran parte del suo significato e della sua importanza. Da categoria ideologica primaria sembra stia avviandosi a diventare un concetto relativo e marginale.

Si sa che al tempo dei Romani il lavoro era considerato con disprezzo dagli uomini liberi: un’attività riservata agli schiavi.

Col tempo le cose cambiarono progressivamente e radicalmente per l’allargamento della base sociale conseguente allo sviluppo dell’artigianato e dell’industria, e la progressiva formazione di una classe di lavoratori sempre più consapevole del proprio peso e dei propri diritti.

Fino a diventare, il lavoro, il pilastro cardine di ogni filosofia sociale.

La presa di coscienza della particolare “alienazione”, che toglie l’uomo costretto a lavorare a se stesso, alle proprie personali necessità e libertà, ha infine generato quel movimento conflittuale universale chiamato socialismo, tendente a conferire un maggior potere ai lavoratori stessi, condizionando comunque i comportamenti patronali.

I Sindacati dei Lavoratori in tale contesto hanno raggiunto ovunque un peso determinante nella definizione di diritti e doveri (Statuto dei Lavoratori) e nella conseguente gestione delle controversie aziendali.

L’importanza del lavoro è addirittura sancita dalla Costituzione Italiana laddove riconosce che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.

Sul piano quotidiano la ricerca di un posto di lavoro rappresenta oggi l’obbiettivo primario, spesso assillante, di ciascuno.

Tutta la struttura educativa ne è condizionata.

Di conseguenza il tasso di disoccupazione costituisce l’indicatore seguito con più preoccupazione dalla politica e dalla società.

Ma attenzione… quando si dice posto di lavoro ormai si intende stipendio; l’interesse si è spostato cioè dai contenuti di un’occupazione al fatto di percepire uno stipendio; la qual cosa, anche se può apparire scontata, apre in realtà la porta a un cambiamento di mentalità sottraendo di fatto valore al lavoro in quanto tale.

Se il lavoro lo fa la rete informatica e lo stipendio lo percepisco io, ha ancora senso parlare di lavoro? Che direbbe Marx? Forse si stupirebbe e penserebbe di aver difeso un feticcio destinato a sparire dalla faccia della terra.

In effetti il lavoro sotto molti aspetti e in diverse situazioni sembra essersi come svuotato, allontanato dall’uomo, quasi girasse per conto proprio.

L’attività lavorativa, che fino a poco tempo trovava fondamento e “nobiltà” nei rapporti personali, nella presenza fisica e nella assunzione di responsabilità individuali, attualmente sta sempre più lasciando il passo all’anonimato informatico.

Quei palazzi, un tempo frequentati da centinaia di impiegati, che li hanno animati per generazioni, e ora sono rimasti ovunque squallide vestigia abbandonate al degrado, sono il segno tangibile di tutto ciò; e quando li guardi, magari ricordando di esservi stato anche tu, non sai se scandalizzarti o rassegnarti mestamente.

Peraltro non è che le cose nella realtà vadano poi così male, come penserebbe un nostalgico del passato. Al contrario, i call center, la telematica, in altre parole la rete, se la cavano di solito abbastanza bene, sia nella routine quotidiana che nelle emergenze, sopperendo in generale senza troppi danni a quella “nefasta perdita di competenze individuali” tanto temuta.

Fino al punto che quando ti capita eccezionalmente di dover trattare con un operatore in carne e ossa, questi ti par quasi fuori luogo e magari un po’ spaesato.

Di tutto ciò i Sindacati dei Lavoratori paiono non essersi nemmeno accorti, mentre di fatto il loro ruolo sta divenendo evanescente.

A suggello di quanto detto sopra, ecco comparire sulla scena un nuovo concetto epocale, il Reddito di Cittadinanza.

Che non è una fantasia onirica, ma una cosa reale che viene già praticata in molti paesi d’Europa, con declinazioni diverse ovviamente, ispirate comunque all’idea che ogni cittadino deve avere di che vivere.

Con il che il lavoro diviene davvero un optional, una facoltà, una libera scelta.

Alienazione addio, con buona pace di Carlo Marx.

Intendiamoci, ovviamente gli operai-operai ci sono ancora e rappresentano una realtà ben viva e presente intorno a noi, ma forse i segnali non mancano che fanno pensare a una razza in via di estinzione, o tendente comunque a essere confinata in quelle categorie di transito per così dire (migranti), che fanno somigliare un po’ i nostri tempi, sotto quest’aspetto, a quelli dell’antica Roma.

Pier Paolo Vaccari

Vedi anche L'ideologia borghese del lavoro e L'uomo e il lavoro del Sole

Fonti


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Economia -  - Stampa pagina
Aggiornamento: 10/02/2019