IDENTITA' DI DIONISO: SECONDO IL MITO: TIASO

LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI
OVVERO LA COSCIENZA INQUIETA DI EURIPIDE

Quando un uomo è abile nel parlare, su qualunque argomento può sostenere una lotta di parole

Euripide


IDENTITA' DI DIONISO: SECONDO IL MITO
TIASO
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Dioniso, un satiro e due menadi. Cratere attico (fine del V sec. a. C.) (da de Jorio 1832)

I suoi fedeli formano il "tiaso", la comunità senza frontiere nazionali, senza barriere sociali o etniche. Si tratta di un gruppo informale di donne, schiavi, cittadini politicamente anarchici, culturalmente estremisti. Non esiste un organico permanente di sacerdoti. Il gruppo dei fedeli è spontaneistico, individualistico, perennemente in stato di agitazione e di protesta. Dioniso è infatti il dio dei "club", delle confraternite, delle associazioni private, più o meno segrete, con cerimonie paragonabili alla massoneria, alla mafia...

Dioniso accoglie soprattutto tra la propria comunità gli esclusi dai culti politici o pubblici (donne, schiavi, meteci). Non toglie uomini e donne dalla loro condizione sociale, perché non è in grado di proporre un'alternativa praticabile alle contraddizioni del sistema, ma vuol far capire ai cittadini la relatività della condizione umana, l'intreccio di vita e di morte, di sé e di altro.

Questa comune un po' hippy rappresenta anche il tentativo di dimostrare che l'intelligenza e la creatività degli esseri umani, la loro capacità di autoaffermazione dovrebbe essere considerata sufficiente per non discriminarli nei confronti di chi può vantare stirpi di gran valore. E' la rivendicazione di una sorta di primordiale democrazia contro l'aristocraticismo degli elementi nobiliari.

Dioniso viene chiamato "toro" dai suoi fedeli, che inselvatichiscono tra i boschi e le foreste. Il tiaso infatti è il tentativo di rivivere forme di civiltà primitive ma con una consapevolezza tutt'altro che ingenua.

A volte però si ha l'impressione che Dioniso svolga la parte di un tenutario intellettuale di un bordello itinerante. "I misteri di Dioniso sono assolutamente disumani", dirà sette secoli dopo Clemente Alessandrino, senza però  rendersi conto che buona parte di quelli religiosi di Cristo altro non erano che una variante umanizzata, in senso etico, di quelli dello stesso Dioniso di mezzo millennio prima.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25/04/2015