ANALISI TESTUALE della novella aneddotica del Novellino |
Nella decima novella tratta da Il Novellino, il sistema dei personaggi è ridotto a tre agenti; manca una approfondita descrizione degli stessi e le informazioni sugli uomini si ricavano soprattutto dal loro modo di agire. Inoltre lo spazio non è una precipua categoria di riferimento, benché l'intera vicenda sia ambientata in un luogo identificato, cioè a Bari. |
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La caratteristica saliente del testo è interamente giocata sulla sentenza, la quale diviene risultato di una disquisizione arguta, che conferisce grande valore alla polisemia delle frasi e al modo di intendere il loro significato profondo. |
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La struttura superficiale del periodo: "Ciò che tu vorrai, mi renderai" è ambigua e consente infatti due diverse possibili trasformazioni, una ad opera dell'amico: ''Ciò che tu vorrai rendermi, mi renderai". Laltra invece ad opera del giudice: "Ciò che tu vorrai tenerti, mi renderai". |
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In questa novella, come del resto nelle altre di tipo aneddotico, la parola gestisce pertanto un ruolo decisivo e presenzialista. Peraltro ci viene illustrata una esperienza paradigmatica, in quanto l episodio minimo riconduce ad un contenuto universalmente valido. Lo stile ricalca dunque le modalità del procedimento deduttivo, perché consente di ricavare un concetto a carattere generale da una vicenda particolare. |
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La situazione comunicativa, con tutti i fraintendimenti e le presupposizioni cui dà luogo, viene esplorata in modo più capillare di quanto la semplicità del testo non ci abbia fatto presagire: la capziosa, ma nel contempo esatta, decodificazione del messaggio permette infatti al giudice di emettere la propria inappellabile sentenza. |