RACCONTO FANTASTICO
IL RACCONTO FANTASTICO G. De Chirico, Il saluto degli argonauti partenti (coll. privata).

Fabia Zanasi

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Il vantaggio delle definizioni consiste indubbiamente nel fornire, magari fin dall'inizio di un discorso, una chiave di lettura per qualificare, come in questo caso, una tipologia narrativa.

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Al racconto fantastico, per definizione, si potrebbe dunque attribuire la prerogativa di concedere allo scrittore un'interpretazione arbitraria degli eventi della realtà o addirittura di sollecitare l'invenzione di una nuova realtà, rispondente a leggi diverse, rispetto a quelle riscontrabili nell’esperienza quotidiana. Tuttavia si tratta di una definizione troppo rigida, che non può attagliarsi a una tipologia posta sotto lo statuto dell'immaginazione.

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Inoltre, ciascuno di noi, raccontando dei fatti, è libero di rappresentarli in maniera arbitraria e pertanto non conforme al loro reale svolgimento. Nel caso del racconto fantastico è dunque più che mai difficile accertare dei parametri generali: ciascun testo sembra piuttosto rispondere alle proprie regole.

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E' possibile, comunque, a titolo d'esempio, segnalare una serie, benché incompleta e riduttiva, di elementi, assai diversi fra loro, che determinano la molteplice fenomenologia della narrazione fantastica:

  1. presenza di esseri soprannaturali, come fantasmi o vampiri;
  2. possibilità di viaggiare nel tempo, con proiezioni nel passato o nel futuro;
  3. scoperta di mondi sconosciuti o di altre dimensioni;
  4. perdita di identità, che realizza nell'uomo una condizione di sdoppiamento della personalità;
  5. ricorso a un patto magico col diavolo, mediante la cessione da parte dell'uomo dell'anima o dell'ombra;
  6. incapacità di distinguere gli eventi reali da quelli sognati;
  7. metamorfosi dell'uomo in un animale o in un altro essere.
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Dalla nostra sommaria ricognizione si rilevano alcuni elementi testimoniati anche nei testi letterari più antichi, come la Bibbia, i poemi omerici o i componimenti filosofici cinesi, nei quali fantasmi e sogni costituiscono certo un tramite tra l'uomo e la conoscenza della parte più misteriosa della sua anima.

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Il racconto fantastico può infatti prestarsi all'esperienza dell'introspezione psicologica: avvenimenti insospettati e misteriosi, che sconvolgono le regole usuali, accadono veramente o sono soltanto proiezioni illusorie della mente dei personaggi?

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Tale ambiguità determina anche nel lettore una confusione tra realtà e finzione, nonostante rimanga in lui ben viva la speranza di poter rintracciare una spiegazione razionale. Il lettore infatti, benché sia gradatamente preparato, durante lo svolgimento del testo, a prospettare una conclusione a sorpresa, non rinuncia a una interpretazione logica, pertanto non necessariamente si adegua in modo totale alla dimensione irreale, condizione che, invece, si verifica durante la lettura di una fiaba.

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Il più delle volte, infatti, il patto narrativo del racconto fantastico, a differenza della fiaba, anziché richiedere da parte di chi legge la sospensione dell'incredulità, sembra invece pretendere uno spirito critico accentuato.

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Molti autori, ad esempio, fanno accadere fatti incredibili e impossibili in un mondo che è stato descritto, al contrario, in maniera del tutto credibile, pertanto l'effetto e la sorpresa risultano più intensi. Le indicazioni sufficientemente precise e determinate a riguardo del tempo, dello spazio e dei personaggi accentuano in modo stridente il contrasto con la conclusione imprevista e assai spesso inquietante.

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In alcuni casi il racconto fantastico rappresenta una trasgressione nei confronti dell'ordine dei fenomeni naturali e degli eventi della realtà, quindi mette pericolosamente in crisi ogni certezza che l'uomo crede di possedere. Altre volte, invece, la simbologia rappresentata nel racconto costituisce una vera e propria metafora della vita.

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La narrazione in chiave fantastica è riscontrabile, come abbiamo già anticipato, in testi antichissimi, anche se soltanto a partire dalla fine del '700 e durante l'800 si accrebbe un vivo interesse culturale nei confronti del mistero e della dimensione considerata soprannaturale.

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La caratteristica prevalente del testo di don JUAN MANUEL, Il mago rimandato, consiste nel riservare l’effetto sorpresa alla sequenza conclusiva del racconto, senza che vengano forniti indizi particolari al lettore per scoprire anticipatamente l'effettiva dinamica che dà origine agli eventi narrati.

Il mago rimandato - Analisi testuale

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25-04-2015