ESOPO - FAVOLA 2

ESOPO

Il leone invecchiato e la volpe

G. De Chirico, Gladiatori nella stanza, part. (coll. privata)

Fabia Zanasi

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Un leone ormai invecchiato, non essendo più in grado di procacciarsi il cibo con la forza, capì che doveva procurarselo con l'astuzia. Si ritirò quindi in una caverna e, sdraiatosi là, fingeva di essere ammalato; così, man mano che veniva qualche animale a fargli visita, lo afferrava e se lo mangiava. Aveva già catturato molte bestie, quando andò da lui la volpe, che sospettava il suo stratagemma; si fermò a qualche distanza dalla caverna e cominciò a informarsi della sua salute. "Va male", le rispose quello, e le chiese perché non entrava.

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"Ma io sarei entrata, - disse - se non avessi veduto tante orme di animali che vengono dentro e neanche una che venga fuori".

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Così gli uomini di buon senso, fondandosi sugli indizi, prevedono i pericoli e li sfuggono.

(Da Favole, trad. it. di Elena Ceva Valla, Rizzoli, Milano 1980)

ANALISI TESTUALE

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Gli animali della favola, come precedentemente rilevato, rappresentano i più consueti e significativi atteggiamenti umani. Emblematicamente il leone simboleggia la forza, persino la violenza, contrassegnata comunque da una prestanza regale.

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In questo testo, tuttavia, la caratterizzazione ha subito una modifica, determinata dalla condizione senile: gli anni hanno fatto sì che la potenza fisica dell'animale abbia ceduto il posto all'astuzia e alla finzione.

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La volpe invece conserva il proprio tratto distintivo peculiare: una furbizia che non è frutto delle circostanze, ma piuttosto regola di vita, suffragata dalla logica elementare del buon senso.

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La funzione scena, articolata in due battute di dialogo, illustra, mediante un'immagine data dalle orme degli animali, un insegnamento a finalità pratica. L'attesa del lettore, provocata dall'azione circospetta della volpe, si esaurisce nell'ascoltare la risposta ch'essa dà al leone e il precetto morale conclusivo è soltanto un'ulteriore esplicitazione del tema di fondo. Non è un caso, infatti, che il poeta latino Orazio, nell'alludere a questa favola di Esopo, trascriva soltanto l'arguta considerazione della volpe, che da sola, evidentemente, bastava a stigmatizzare un comportamento.

Esercizio 1

Trasponi il discorso diretto in discorso narrativizzato. Successivamente spiega quali modificazioni comporta questo cambiamento, a livello d’esito linguistico e in relazione all’effetto producibile sul ricevente-lettore.

Esercizio 2

Prendi spunto da un proverbio popolare e rielabora il tema di fondo, proponendolo secondo le modalità della favola.

Prepara preventivamente una scaletta di lavoro, nella quale terrai conto dei seguenti elementi:

  1. scegli due animali parlanti, che simboleggiano virtù o vizi umani; la tradizione esopica ci ha consegnato, tra gli altri, i seguenti tipi: il lupo crudele, il serpente ingannatore, il cervo vanitoso, la formica industriosa ed egoista, l’aquila ingrata, ecc.;

  2. presenta in maniera essenziale l’azione;

  3. spiega il comportamento degli animali mediante poche battute di dialogo;

  4. esplicita l’insegnamento morale, tenendo presente che esso può riguardare la vita privata dei personaggi, ossia degli uomini rappresentati dagli animali, oppure il contesto sociale e perciò pubblico nel quale sono inseriti.

Il posto delle favole

La favola

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25-04-2015