RACCONTO TERRORE 3

ANALISI TESTUALE

del racconto del terrore di I. U. Tarchetti

G. De Chirico, L'enigma dell'oracolo, part. (coll. privata)

Fabia Zanasi

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Nel racconto di IGINO UGO TARCHETTI, Un osso di morto, il luogo nel quale si svolgono i fatti, cioè la città di Pavia, e il tempo, dal 1855 al 1866, sono indicati con precisione, poiché proprio spazio e tempo, insieme ad altri elementi realistici, contribuiscono al tentativo di descrivere con criterio di scrupolosa verosomiglianza eventi inverosimili.

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Il patto narrativo tra scrittore e lettore è dichiarato nell'incipit del testo: "Lascio a chi mi legge l'apprezzamento del fatto inesplicabile che sto per raccontare".

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Pertanto il lettore è chiamato in causa e gli viene richiesta una valutazione personale, poiché la voce narrante non sarà in grado di fornire una spiegazione dell'enigma che si accinge a raccontare.

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Nell'introduzione si sottolinea l'antitesi fra lo scetticismo del dottor Federico M., scienziato rigoroso, e le credenze del protagonista che ama, come si scopre nel corso della storia, frequentare magnetizzatori e sedute spiritiche.

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A metà del XIX sec. lo spiritismo costituì infatti un fenomeno di moda, ma testimoniò soprattutto una profonda ansia, da parte dei suoi cultori, nei confronti della realtà contemporanea, del progresso e della scienza. Il dilemma, che il racconto sembra sottolineare, verte dunque sulla possibilità o al contrario sulla incapacità del metodo scientifico di spiegare ogni fenomeno, per fornire all'uomo delle certezze assolute.

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Nel testo compaiono tutti gli elementi costitutivi di un racconto del terrore, ad esempio il fantasma, i dialoghi con gli spiriti e le emozioni del protagonista, variamente descritte come paura, timore, angoscia, panico spaventoso ecc.

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Tuttavia ciascuno di questi elementi viene sdrammatizzato da una sottile ironia che la voce narrante manifesta nell'autodescrizione delle proprie paure.

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Anche il rapporto di antiteticità tra il ruolo della vittima e il suo persecutore risulta attenuato, rispetto ad altri racconti, che hanno come protagoniste delle presenze soprannaturali; in questo caso, infatti, assistiamo alla garbata conversazione tra un fantasma gentile e un interlocutore al contempo curioso e intimorito. Per di più, nella esposizione dei fatti, si osserva una ambiguità costante, in virtù della quale è difficile stabilire se i fatti stessi sono accaduti veramente o se sono soltanto il risultato delle fantasie del protagonista. Ad esempio, nell’episodio della scrittura automatica si può pensare che siano gli spiriti a fornire le risposte, oppure che sia il protagonista, "magnetizzato", ad evocarle dal proprio inconscio, per una sorta di inquieto rimorso o paura dettata dal possesso dell'osso di un morto. Ed anche il colloquio con il fantasma dell'ex inserviente può essere una visione, o diversamente un'allucinazione provocata dal vino. In maniera enigmatica, del resto, si conclude la storia: ai rumori provocati dal fantasma si sostituiscono i colpi battuti all'uscio dalla portinaia, all'osso, impiegato come fermacarte, si sostituisce il nastro nero.

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Ironia, ambiguità e mistero sottolineano pertanto il tema di fondo prevalente del racconto, ossia il senso d'inadeguatezza dell'uomo che si sente solo di fronte ai grandi enigmi dell'esistenza. Inoltre si può cogliere uno spunto morale, laddove nel testo viene sollevato il problema del rispetto del corpo umano anche dopo la morte, come rileviamo dalle seguenti righe: "vi era una rotella di ginocchio che ha appartenuto al corpo di un ex inserviente dell’Università, che si chiamava Pietro Mariani, e di cui io aveva sezionato arbitrariamente il cadavere".

Esercizio 1

Trasponi una parte del testo alla terza persona. Successivamente prova a spiegare i differenti esiti espressivi cui questa scelta stilistica dà luogo.

Esercizio 2

Adesso tocca a te costruire un racconto del terrore e questa volta ti forniamo la introduzione, dalla quale dovrai partire per sviluppare il tuo intreccio.

Era ormai chiaro, il robot, del tutto simile a un uomo e pertanto indistinguibile dagli altri esseri umani, veniva guidato a filo diretto dal suo costruttore che, in questo modo, riusciva a godere dello strazio delle vittime. Sembrava impossibile che uno scienziato, e certamente si trattava di uno scienziato, avesse progettato un simile mostro e doveva avergli innestato anche un frammento del proprio corredo genetico. Solo mediante tale espediente, infatti, poteva essere garantita la continuità della comunicazione. Insomma il robot assassino, che in tre settimane aveva ucciso spietatamente diciotto vittime, non era altro che lo strumento diabolico diretto dalla mente criminale di un uomo ancora al di sopra di ogni sospetto!

Come al solito dovrai progettare in anticipo ogni singola sequenza. Ti consigliamo, anzitutto, di predisporre in scaletta i vari elementi che compongono la fabula, che in seguito elaborerai nell'intreccio. Questo significa che, prima di accingerti all’opera di stesura vera e propria, dovrai aver ben chiaro nella tua mente l'andamento della storia dall'inizio al finale, che sarà caratterizzato dall'effetto sorpresa!

Il terrore - Un osso di morto - Analisi testuale

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25-04-2015