Ponendo
mt
= cos(2
wt), si ottiene che la fase modulata
t
e la frequenza istantanea
fi
t
per i due casi PM ed FM, relativi al segnale
x
t
= acos(2
f0t +
t
),
risultano:
![]() ![]() ![]() |
fi![]() ![]() |
![]() ![]() |
![]() |
|||
PM |
k![]() ![]() ![]() ![]() |
f0 + wk![]() ![]() ![]() ![]() |
k![]() |
wk![]() |
||
---|---|---|---|---|---|---|
FM |
2![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
f0 + kfcos![]() ![]() ![]() |
![]() |
kf |
in cui si è anche indicata la massima deviazione di fase
= max
t
e di frequenza
f = max
fi
t
- f0
.
Notiamo subito che, in entrambi i casi, sia la fase
t
che la frequenza istantanea
fi
t
variano sinusoidalmente
con periodo
; nel caso PM l'entità di
f aumenta
con w, mentre nell'FM la
diminuisce con w.
Nel seguito si farà riferimento all'indice di modulazione angolare
,
corrispondente alla massima escursione della fase
, che
risulta:
e quindi i valori di Xn si ottengono tracciando una linea
verticale nel diagramma di figura in corrispondenza del valore
adottato, e individuando il valore di ciascuna
n per quel
. Osserviamo ora che l'ultima proprietà mostra come, in presenza
di un valore di
elevato, le funzioni di Bessel di ordine n >
siano praticamente nulle: è quindi lecito in tal caso limitare lo sviluppo in
serie di Fourier di
t
ai primi
termini (positivi e negativi), ovvero:
t
a
n
ej2
nwt.
Pertanto, il segnale modulato
x
t
=
(t)ej
t
risulta:
La fig. 9.1 mette a confronto
X
f
per f vicino ad f0, ovvero mostra
X+
f
=
n
f - f0 + nw
,
calcolato per diversi valori di
, mantenendo fisso w oppure
KF (a sinistra e destra rispettivamente), e ci aiuta a comprendere
i ragionamenti che seguono.
In questo caso < 1, e tale da rendere trascurabili le funzioni di
Bessel
n
con n > 1. Allora,
x
t
occupa una banda pari a 2w, in modo del tutto simile all'AM-BLD.
In tal caso sono presenti piú funzioni di Bessel, ed il comportamento non lineare
tende a legare
x
f
ai valori assunti da
fi
t
= kfm
t
,
realizzando una conversione ampiezza
frequenza.
In Fig. 9.1 sono evidenziati gli effetti dell'aumento di
=
nelle due circostanze:
Come mostrato, nei due casi a basso ed alto indice, la banda occupata da
xt
varia tra 2w e 2kf rispettivamente. Nei casi intermedi, è pratica
comune ricorrere all'espressione
Sebbene la determinazione approssimata della banda mediante la Regola
di Carson sia stata ottenuta nel caso di
mt
= cos(2
wt),
la stessa espressione è spesso adottata come una buona approssimazione anche
per segnali non sinusoidali, ma limitati in banda tra - W e W,
e contraddistinti da una
f = kf . max
m
t
.
In tal caso, la regola di Carson si applica ponendo ora
BC
= 2W
+ 1
con
=
. Per un approfondimento della questione,
si veda l'appendice 9.4.6 e la sottosezione 9.3.3.1.
A prima vista, l'estensione del risultato per
mt
= cos(2
wt)
al caso qualunque appare piú che ragionevole; il comportamento non lineare della
modulazione angolare impedisce però una sua verifica analitica. D'altra parte,
i risultati sperimentali mostrano che l'approssimazione fornita dalla banda
di Carson può effettivamente costituire una stima plausibile della banda occupata
per segnali modulanti qualsiasi.
In base alla regola di Carson, notiamo ora che la banda occupata dal segnale
modulato può risultare + 1 volte piú estesa di quella ottenibile
mediante modulazione AM. Nonostante questo aumento di banda possa apparire un
fatto negativo, vedremo nel capitolo 10 che ciò consente un migliore SNR dopo
la demodulazione rispetto al caso AM. Al contrario, se
1, il
comportamento si avvicina molto a quello lineare (vedi appendice 9.4.5).