Lettera scritta da alcuni studenti della 2C, il 31 maggio 2000


Cari Gino e Michele,

quando abbiamo usato la parola "volgare" intendevamo riferirci semplicemente ad alcune cose da voi scritte nel diario, che ci sono sembrate pesanti e diseducative.

Noi non facciamo differenza tra la parola "volgare" e le parole "di cattivo gusto": quando una cosa è volgare o di cattivo gusto per noi lo è sempre, a prescindere dal tempo e dal luogo.

Le parole "casino" e "me ne frego" restano comunque volgari anche se sono entrate nel linguaggio comune.

Voi dite che per far ridere bisogna essere esagerati: noi diciamo che per far ridere o per essere esagerati non c'è bisogno di essere volgari.

Voi dite che quando ci si rivolge ai giovani bisogna usare il loro linguaggio: noi diciamo che usare il linguaggio dei giovani non significa necessariamente usare quello volgare.

Voi dite che in 20 anni Smemoranda non è mai stata razzista né volgare: a noi non interessa sapere come eravate nel passato, ma come siete oggi.

Voi dite che il diario è consigliato per i ragazzi più grandi: ma allora perché non ne fate un'edizione diversa per noi?

Restiamo in attesa di una vostra risposta fino al 10 di giugno.

I nostri più cordiali saluti

Greta Amaducci
Marco Bartolini
Chiara Moretti
Martina Portolano
Elisa Turci
Gianluca Mingolla
Alberto Veri
della classe 2C

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