STORIA ROMANA


EVOLUZIONE SOCIOPOLITICA DELLA REPUBBLICA

I - II - III

2. I principali eventi politici interni

I primi anni della res-publica vedono le lotte popolari per l'auto-affermazione contro il dominio esclusivo dei patrizi. Sono gli anni dello "stato plebeo", delle ritirate sull'Aventino e delle ribellioni popolari. Ma la lotta in favore del popolo non è portata avanti soltanto da plebei; vi sono infatti anche patrizi 'illuminati' (quali ad esempio Appio Claudio) a sostenere tali rivendicazioni.

Ai vertici del potere plebeo si trovano, in ogni caso, principalmente plebei potenti. La classe dominante finisce quindi per uniformarsi creando uno schieramento piuttosto omogeneo, interessato all'estensione territoriale e al consolidamento dei confini (e dei propri privilegi). Non si può infatti ancora parlare di due distinte classi, quella fondiaria e quella commerciale-burocratica, dato il basso livello di sviluppo dell'organizzazione economica e sociale.

Arringatore (Museo Archeologico di Firenze)

Le conquiste della plebe consistono essenzialmente in:

  • 494: istituzione del tribunato della plebe;
  • 493: istituzione degli edili, custodi dell'archivio delle delibere plebee;
  • 471: istituzione dei concilii della plebe: assemblee plebee divise non per censo (come quelle centuriate di origine monarchica) ma per tribù (ovvero territorialmente) e quindi più democratiche;
  • 451: istituzione di un decemvirato (guidato da Appio Claudio) per redigere un codice di leggi comuni a plebei e patrizi (negando così ai secondi il diritto - d'origine arcaica - di interpretare secondo il proprio arbitrio le consuetudini giuridiche); seguita dalla pubblicazione delle dodici tavole, primo codice scritto di Roma;
  • 443: istituzione della censura (voluta dai nobili, per bilanciare i vantaggi acquisiti dalla plebe con le tavole delle leggi), al fine di enumerare e registrare i cittadini secondo il loro censo e la loro tribù, e le cui finalità sono essenzialmente tributarie;
  • 376: i tribuni Licinio e Lucio Sestio chiedono che uno dei due consoli sia obbligatoriamente plebeo, proposta che dopo pochi anni diverrà legge; istituzione dei pretori, al fine di sgravare i consoli di alcune incombenze amministrative e giudiziarie.
  • 300: la legge Ogulnia permette anche ai plebei l'accesso alle massime cariche religiose (come ad esempio il pontificato massimo ...), rompendo così l'antico monopolio patrizio in materia religiosa.

In conclusione, si può dire che gli sviluppi sociali all'interno del mondo romano siano tali in questi anni da favorire l'avanzamento politico dei non-nobili, ma che di tale possibilità usufruiscono principalmente i plebei ricchi, i quali hanno - tra l'altro - più facile accesso alle cariche stesse.

Roma rimane quindi uno stato fondamentalmente 'aristocratico', anche se più in senso censuario (di ricchezza posseduta o acquisita) che non di nascita.


Guarda lo schema delle principali assemblee romane e delle cariche pubbliche.
1. Coordinate generali del periodo (VI - III sec.)
3. I principali eventi politici esterni
La condizione schiavile
La rivolta di Spartaco
Adriano Torricelli

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 11/09/2014