STORIA ROMANA


EVOLUZIONE SOCIOPOLITICA DELLA REPUBBLICA

I - II - III

3. I principali eventi politici esterni

a) Passaggio dalla Monarchia alla Repubblica

Motivo contingente alla base del passaggio dall'organizzazione monarchica a quella repubblicana, sarà l'alleanza di Tarquinio il Superbo (l'ultimo sovrano) con la compagine latina, alleanza che determinerà come reazione l'intervento del re di Chiusi (città dominante nell'orbita etrusca), Porsenna. Tale intervento porterà alla caduta della monarchia di Roma e all'instaurazione di un regime repubblicano (al cui vertice verranno posti due consoli, inizialmente chiamati pretori).

Barbaro catturato da un romano

Nonostante dopo un tale intervento la città di Roma venga ricompresa nell'orbita dei conquistatori, essa non tarderà molto - anche con l'aiuto del tiranno magno-greco Aristodemo - a riappropriarsi della propria autonomia, rientrando a fare parte dell'orbita latina.

Lo Stato romano rimarrà tuttavia di tipo repubblicano.

Nei primi anni della Repubblica, la politica romana oscillerà inoltre tra l'alleanza con i latini (implicante appunto l'emancipazione dal tradizionale giogo etrusco) e quella con gli Etruschi e i Cartaginesi (due potenze sì distinte, ma tradizionalmente alleate in funzione anti-ellenica).

b) Le prime campagne di Roma

Le prime guerre condotte dalla nuova Roma repubblicana sono finalizzate a riaffermare la propria importanza nel seno della Lega latina, e portano (dopo un conflitto conclusosi nel 493) alla stipulazione di un patto con quest'ultima (il foedus Cassianum) largamente favorevole a Roma.

Inizia così per Roma la fase 'espansiva': con l'aiuto delle città-stato latine, di cui si pone a capo, la città difatti si annette nuovi territori, sconfiggendo i Volsci nel 431 (dando inizio inoltre alla pratica della deduzione delle colonie, pratica consistente nel trasferire in veste di coloni alcuni dei propri abitanti - i quali, almeno in questo primo periodo, non necessariamente sono cittadini disagiati - sui territori occupati).

Dopo la sconfitta dei Volsci (popolazione situata a sud della città) è la volta di Veio, città etrusca a nord di Roma.

La guerra contro di essa, si conclude con la distruzione della città, nel 387, e con la prima annessione territoriale di Roma. Per la prima volta i territori conquistati non diventano infatti colonie latine (cioè di tutta la compagine), ma territori esclusivamente romani. E ciò perché Roma ha qui agito da sola, non essendo la guerra contro Veio e contro le città confinanti d'interesse per le altre città che compongono la Lega.

La pratica dell'annessione prenderà d'ora in avanti sempre più piede, trasformando col tempo lo Stato romano nella massima potenza italica, e permettendo ad esso tra l'altro di sciogliere la stessa Lega latina.

Successivi alla conquista dei territori etruschi saranno l'invasione e il saccheggio gallico di Roma del 390.

Da questo tragico episodio la città romana uscirà tuttavia con una nuova alleata, la vicina Cere, col cui aiuto essa riuscirà a frenare l'avanzata gallica (383). Cere invece otterrà in cambio dei legami più stretti con Roma, come ad esempio il diritto di ospitalità.

In questi anni Roma continua dunque a crescere (sia a nord che a sud), tanto sul piano dei territori quanto su quello delle zone d'influenza.

Conclusa la guerra per fermare l'avanzata dei Galli, Roma si scontra con i popoli Sannitici, abitanti delle zone montuose della Campania. Il dominio di questi popoli estremamente violenti e bellicosi sulle aree limitrofe determina da parte dagli abitanti di queste ultime più di una richiesta di aiuto alla potenza romano-latina.

Ma, molto probabilmente, alla base di tale scontro vi sono anche i differenti interessi economici e una notevole diversità culturale.

Roma dunque, rispondendo alle richieste d'aiuto dei Sidicini e di Capua, interviene in difesa delle popolazioni campane dando vita alla prima guerra sannitica (conclusasi nel 341), al termine della quale scioglie - dopo un breve conflitto - la stessa Lega latina, la quale ormai entra apertamente in contrasto con la sua potenza. Roma difatti, che ormai non è più una semplice città ma il centro di un vero e proprio Stato territoriale, non può tollerare di spartire il proprio potere con altre città-stato.

Essa diviene insomma una vera e propria città egemone, mentre i territori latini diventano rispetto a essa delle semplici province.

Alla prima seguono le altre due guerre sannitiche (326-304; 298-290), nel corso delle quali la città di Napoli (Neapolis) nonché in generale la regione campana entrano a fare parte dell'orbita degli interessi romani.

La politica di alleanza - in funzione anti-servile e anti-democratica - con le elitès locali sarà poi una delle basi dell'insediamento romano in queste regioni. Attraverso tale politica, i romani raggiungeranno infatti in pochi anni un pieno controllo sulle zone precedentemente conquistate, zone nelle quali inoltre essi fonderanno parecchi insediamenti colonici.

c) Lo scontro con le colonie della Magna Grecia

Logica conclusione di queste guerre è infine lo scontro con le città magno-greche del sud d'Italia.

Anche qui è la richiesta d'aiuto di Turi (una città magno-greca governata da un'oligarchia in crisi, in quanto minata dalla presenza di movimenti democratici) la molla che porta alla guerra contro l'intera compagine greca.

Lo stesso sovrano dell'Epiro, Pirro, interverrà in difesa delle città magno-greche, subendo però (dopo un conflitto lungo e logorante) una sconfitta che lo costringerà a tornare in patria (275).

Così, per la prima volta, Roma si farà sentire anche oltre gli angusti confini del mare Adriatico, e la sua fama giungerà fin nei territori della compagine ellenistica, la quale da parte sua riconoscerà finalmente in Roma una grande potenza internazionale!

Ed è in questi anni, molto probabilmente, che Roma inizia una propria attività di monetazione, smettendo di utilizzare per le proprie transazioni commerciali le monete di altri paesi: un altro segno della sua crescente importanza e della sua apertura ad un più ampio orizzonte economico e culturale.


1. Coordinate generali del periodo (VI - III sec.)
2. I principali eventi politici interni
La condizione schiavile
La rivolta di Spartaco
Adriano Torricelli

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 11/09/2014