LA GUERRA DEL VESPRO (1282-1302)
LU REBELLAMENTU DI SICHILIA


Premessa su Carlo d'Angiò - Gli Svevi nel Mezzogiorno - La politica angioina
La politica ecclesiastica - La guerra del Vespro - Dopo il Vespro - Considerazioni - Fonti


Hayez, Francesco, I Vespri siciliani, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma

Premessa su Carlo d'Angiò

Poiché la guerra siciliana del Vespro fu contro i francesi, occorre partire dalla figura del sovrano Carlo I d’Angiò (1226-85), re di Napoli e di Sicilia (1266 - 1285), fratello del re Luigi IX di Francia (San Luigi) e figlio di Luigi VIII (detto il Leone) e di Bianca di Castiglia.

Nel 1246 aveva sposato Beatrice di Provenza (1234-67), contessa di Provenza e di Forcalquier. Per effetto di questo matrimonio era diventato lui stesso conte di Provenza e Forcalquier; inoltre il re di Francia Luigi IX l’aveva insignito del titolo, in questa occasione, di conte d'Angiò e del Maine, generando di fatto un nuovo ramo della dinastia angioina.

Nel 1248 Calo d’Angiò aveva partecipato, insieme al fratello Luigi IX, alla settima crociata. Nel 1268 aveva sposato in seconde nozze Margherita di Borgogna (1248 - 1308), contessa di Tonnerre.

Ricevette in seguito anche il titolo fittizio di re d'Albania (1272) e di re di Gerusalemme (1278-1285), le cui insegne furono inserite nello stemma dei d'Angiò.

Questa figura non sarebbe certo passata alla storia se non fosse stata scelta dal papato per eliminare dal Mezzogiorno italiano la presenza politicamente scomoda degli Svevi.

La prima offerta il papato la fece al re inglese, Enrico II Plantageneto, che però, privo di mezzi per compiere un'impresa del genere, la rifiutò. La seconda la fece al re francese Luigi IX, che però era restio a muovere guerra agli svevi. La accettò invece lo spregiudicato e squattrinato Conte d'Angiò, seriamente intenzionato a crearsi un proprio regno a spese del Mezzogiorno e dell'impero bizantino, la cui esistenza era stata seriamente minacciata dalla quarta crociata del 1204.

La cessione del "reame di Sicilia e della terra che si stende tra lo stretto di Messina e i confini degli stati della Chiesa, eccettuata Benevento", in feudo a Carlo ed ai suoi discendenti, aveva come contropartita una rendita ecclesiastica di ottomila once d'oro l'anno.

Parliamo ora degli Svevi, cercando di capire i motivi di contrasto con la chiesa romana.


Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia Medievale
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Aggiornamento: 01-05-2015