L'olismo di J. C. Smuts

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L'olismo di J. C. Smuts

I - II

Jean-Marie Robine

Fonte: www.gestalt.org/robine.htm - Traduzione di E. Galavotti

In tutta la sua opera Fritz Perls evoca spesso J. C. Smuts, autore di Olismo ed Evoluzione, pubblicato in Sudafrica nel 1926. Il concetto di "olismo", di cui parla, oggi ha fatto fortuna, soprattutto tra i molti sincretisti della New Age, che rapidamente l'hanno assimilato a un'idea di globalità, somigliante a una sorta di "tutto è in ogni cosa, e viceversa", che è il tentativo dell'autore di porre le basi per una futura epistemologia. Oggi si sente parlare di medicina olistica, psicoterapia olistica, astrologia olistica, lavoro sociale olistico: ognuno di questi ambiti definisce se stesso come più "globale" di altri, come se ciascuno confondesse approccio ideologico e approccio scientifico, desiderio e realtà, e restasse convinto che sotto la lente del suo microscopio si mostra l'intero universo.

Smuts (1870-1950) non è mai stato tradotto in francese, eppure col suo Olismo ed Evoluzione era diventato famoso. La storia lo ricorda di più nel suo ruolo politico. Ex studente di Cambridge e autore di una tesi su Walt Whitman: studio dell'evoluzione della personalità, entrò molto presto in politica. Consigliere giuridico del presidente del Transvaal, Paul Kruger, alla fine dell'Ottocento, divenne nel 1910 ministro degli Interni nel governo Botha, al momento della rivolta dei boeri e degli afrikaner intransigenti. Poi nel 1920 divenne premier del Sudafrica, in una situazione politica, sociale ed economica molto difficile. Le sue esitazioni riguardanti la politica razziale gli valsero l'opposizione di tutte le parti coinvolte, sicché dovette lasciare l'incarico nel 1924. Questo però gli permise di concentrarsi sul suo libro, che apparirà nel 1926. Politicamente Smuts sarà leader dell'opposizione fino al 1934, quando le parti in conflitto si fonderanno. A motivo del suo appoggio agli Alleati durante la seconda guerra mondiale, Smuts poté tornare al potere nel 1939, ma il fallimento dei negoziati sulle questioni razziali lo costrinsero a ritirarsi.

I biografi di Perls non mancano di ricordare gli incontri che quest'ultimo ebbe con Smuts durante il suo soggiorno sudafricano, durato dodici anni, ma resta poco chiaro perché M. Shephard, spiegando la motivazione per cui Perls lasciò il Sudafrica nel 1946, chiami in causa la morte di Smuts, quando in realtà questi morì solo 4 o 5 anni dopo la partenza di Perls. Un certo mistero quindi rimane, anche se non particolarmente importante.

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Smuts situa il suo lavoro tra la scienza e la filosofia: nella prefazione alla prima edizione disse che il suo non era né un libro di scienza né di filosofia, ma qualcosa che riguardava entrambe le discipline. Egli sostenne di voler riesaminare alcuni concetti fondamentali di entrambe alla luce di un fattore ch'egli definì col termine "olismo", con cui voleva intendere una certa tendenza sintetica dell'universo. L'evoluzione sarebbe stata presa in esame come una sorta di "sviluppo e graduale stratificazione di serie progressive di insiemi, partendo dagli aspetti inorganici fino ai più alti livelli della creazione spirituale". Così dice nella premessa.

Pur riconoscendo che si sarebbe limitato a esporre solo a grandi linee un progetto che avrebbe meritato molta più precisione, sia filosofica che scientifica, di fatto impiegò circa 353 pagine per introdurre il concetto di olismo, che non poca fortuna ebbe nel pensiero del XX secolo. Per presentarlo in maniera obiettiva, userò il più possibile le sue stesse definizioni.

Anzitutto bisogna considerare ch'egli ha intenzione di rivedere il significato di concetti tradizionali di carattere generale, come tempo, spazio e materia, per poi rivedere le definizioni più specifiche di cellula e di organismo. Da qui introdurrà poi il concetto di olismo, mostrando alcune categorie e funzioni e, prima di formulare alcune tesi riguardanti un universo olistico, si concentrerà su degli aspetti di tipo psicologico: la psiche come organo di totalità e la personalità vista nella sua globalità.

La revisione di alcuni concetti fondamentali

La materia, la vita e la mente sono ancora considerati fenomeni separati, e questo è più strano qui che in altre aree del sapere, essendo stati compiuti grandi progressi. L'idea di evoluzione è stata accettata, ma non ha provocato i riaggiustamenti necessari ch'essa sollecitava e le visioni meccanicistiche continuano a dominare.

Smuts protesta contro il vecchio principio di causalità che ha dominato il pensiero del XIX secolo, secondo cui ogni causa ha un determinato effetto: cosa che ha impedito qualsiasi progresso e creatività. Per realizzare invece un approccio fluido ai fatti della natura, sembra essenziale per lui utilizzare il concetto di "campo" (e senza nessun riferimento alla teoria della Gestalt!). A causa della rimozione del campo dalle cose e dai concetti si è reso impossibile capire le connessioni e le interazioni. Questo perché ci siamo lasciati influenzare troppo da eccessive astrazioni e generalizzazioni.

Revisione dei concetti di spazio, tempo e materia

Smuts privilegia i concetti che sono in sintonia con ciò ch'egli chiama "il processo creativo e fluido della natura". Egli prende le mosse dal sistema della relatività di Einstein, che sostituisce i vecchi concetti di Newton e di Kant. Poi prosegue con un approccio alla materia, descrivendola come struttura d'energia connessa allo spazio-tempo. Sua idea fondamentale è quella di tenere uniti sistematicamente struttura e processi, avvicinandosi così alle tesi della fisica quantistica. Scompare del tutto la vecchia concezione della materia inerte e passiva. La materia è come la vita: attiva. Non può essere fatta alcuna differenza tra la morte e l'attività, ma soltanto tra due tipi di attività. Campi di materia e di attività si sovrappongono e l'assolutezza della loro separazione è inesistente. Non solo, ma a causa del suo carattere strutturale, la materia è particolarmente creativa quanto a forme, modalità, modelli.

La cellula e l'organismo

La cellula è la seconda struttura fondamentale dell'universo (la prima è l'atomo). Smuts sottolinea le recenti scoperte nella conoscenza della cellula e scommette che in questo settore le conoscenze aumenteranno sempre di più. In particolare egli insiste sui sistemi di controllo degli organi e sul metabolismo. Analizza le differenze tra gli organi del corpo umano e il sistema di cooperazione tra questi organi e le cellule specifiche che li caratterizzano, nonché l'insieme di tutte le altre cellule, che permettono al corpo umano di funzionare nel suo complesso. Egli afferma che la regolazione meramente organica, a questo livello basico, sembra essere più efficace di quella che si eserciterà successivamente con l'intervento della mente come funzione di controllo. Nel senso che nel corpo umano sembra esserci un elemento primordiale che permette il controllo centrale e il coordinamento di tutte le sue parti. Questo è ciò che intende evidenziare.

Idee generali sul concetto di olismo

Fino ad oggi due concezioni dell'origine e dello sviluppo sono prevalse:

  • Nella prima, tutta la realtà è considerata come data, sin dall'inizio, sia nella forma che nella sostanza, in modo esplicito o implicito, e la storia non è che il dispiegamento o l'evoluzione di questo contenuto implicito. La creazione ha avuto luogo nel passato e predetermina tutto il futuro.
  • Nella seconda, il dato iniziale è minimo e il vero creatore della realtà è il processo evolutivo. "L'evoluzione è realmente creativa e non meramente esplicativa di ciò che è stato posto in precedenza".

Naturalmente Smuts parteggia per questa seconda concezione.

L'evoluzione creatrice implica sia i principi generali, oggetto di filosofia, che le forme o strutture specifiche, oggetto di scienza. Entrambi gli approcci sono necessari per comprendere la realtà. Bergson è andato a cercare nella "durata" il criterio che unisce i due approcci, ma Smuts ritiene che sarebbe stato meglio partire da una unità di tipo naturale per non perdersi nelle astrazioni. Dal momento che la materia e la vita sono strutture unitarie che producono delle totalità naturali (corpi, organismi), Smuts propone il termine "olismo" (dal greco holos, la totalità) per designare questa proprietà fondamentale in grado di creare degli insiemi strutturati nell'universo.

Questo principio di totalità concerne tutti i campi biologici e inorganici, ivi inclusa la mente umana. Il tutto è maggiore della somma delle sue parti: è questo che dà una conformazione e una struttura particolare a ogni singola parte e organizza il loro coordinamento. Il tutto e le singole parti s'influenzano e si determinano a vicenda: il tutto è nelle parti e queste in quello.

La sintesi olistica della natura è progressiva e diversi livelli possono essere evidenziati:

  1. combinazioni puramente fisiche (la struttura è quasi trascurabile, ciascuna parte conserva inalterate le sue caratteristiche e funzioni);
  2. composti chimici (la struttura è più complessa, singole attività e funzioni possono essere influenzate dai mutamenti della struttura);
  3. organismi (sistemi ancora più complessi, appaiono funzioni di controllo e di coordinamento);
  4. organi psichici (con controllo centrale, coscienza, libertà e potenza creativa);
  5. personalità (le strutture più avanzate dell'universo).

L'olismo non è solo creativo, è anche auto-creativo, poiché le sue strutture finali sono molto più olistiche di quelle iniziali. Le totalità naturali sono sempre composte di parti, ed è la sintesi (e non l'addizione) di queste parti che costituisce il tutto.

Un intero naturale ha un "campo" e il concetto di "campo" sarà di fondamentale importanza.

Alcune funzioni e categorie dell'olismo

Una totalità non è una tendenza generale, ma un tipo di struttura, un modello, una cornice che può essere riempita con i dettagli concreti di un'esperienza reale. E' appunto una sintesi, un insieme di parti. Questa sintesi riguarda la natura delle funzioni, la tipologia delle attività in modo tale ch'essa le rende ancora più unite di quelle che sono. L'insieme quindi non è una sorta di terza parte sopra due singole parti, ma rappresenta le parti nella loro unione e i loro reciproci rapporti che derivano da questa unione.

La totalità è un potere di regolazione e di coordinamento della struttura e di funzionamento delle singole parti (vedi il corpo umano con la sua equilibrata correlazione tra organi e funzioni).

Tutto ciò porta a una revisione di concetti e categorie. Nelle teorie meccanicistiche o aggregative, ciascuna parte agisce separatamente e l'attività che ne deriva è la somma delle singole attività che la compongono. Queste teorie vengono superate nella prospettiva olistica, per la quale la sintesi non permette di riconoscere i singoli componenti nel risultato finale che si ottiene.

Il concetto di causalità viene radicalmente trasformato. Non emerge ancora dagli scritti di Smuts il concetto di "circolarità", introdotto più tardi dai cibernetici e sistemisti, ma ne vediamo alcuni presupposti. Quando una causa agisce sul tutto, l'effetto risultante non permette di risalire semplicemente alla suddetta causa, poiché questa è già stata trasformata in un processo. La totalità infatti tende ad assorbire e metabolizzare ogni stimolo esterno, cioè ad assimilarlo all'interno della propria attività. La sua risposta non può più essere considerata come un semplice effetto passivo determinato dallo stimolo, ma come una nuova forma d'attività complessiva. Cioè è la totalità nel suo insieme che appare come causa reale della risposta e non lo stimolo esterno, che non sembra più giocare un ruolo di rilievo.

Una conseguenza ancora più importante di questa idea di totalità, secondo Smuts, è l'emergere del concetto di creatività. La fonte della creatività della natura è nella sintesi implicita nel concetto di totalità, in quanto questa porta a nuove strutture e a nuove sintesi di materiali antichi. Questa creatività determina non solo la creazione di nuove specie, ma anche di nuovi valori spirituali.

Il concetto di libertà si radica in quello di totalità, sia essa organica o altro, poiché le cause esterne vengono assorbite e rielaborate nel metabolismo della totalità, nel senso che l'altro diventa il sé, la pressione esterna si trasforma in auto-azione. Nella condizione umana questa libertà prende il controllo cosciente del processo per creare il mondo dei valori.

Tuttavia Smuts non nega che l'olismo implichi anche una certa autoconservazione. Se una novità agisce su delle strutture preesistenti, la variazione può anche essere minima rispetto a ciò ch'era precostituito. Si può qui intravedere il concetto di "omeostasi" (ricordiamo che, ampliando le ricerche di Claude Bernard, questo concetto è stato introdotto nel 1925 da Cannon, contemporaneamente all'opera di Smuts.)

Smuts intraprende poi un'analisi critica del meccanicismo e del darwinismo, su cui sorvoliamo per poter venire rapidamente alle ricadute che l'olismo è in grado di avere nei confronti delle scienze umane.

La mente quale organo delle totalità

Dopo l'atomo e la cellula, la mente umana è la terza maggiore struttura fondamentale dell'olismo. Non possiamo dire che la mente sia una vera totalità in quanto tale, ma è senza dubbio una struttura olistica, un organo olistico; piuttosto è la personalità ad essere una vera totalità.

La psicologia si occupa della mente, analizzandola nei suoi vari modi espressivi: consapevolezza, attenzione, sensibilità, desiderio, emozione etc. Da un punto di vista olistico, la mente dovrà essere affrontata in modo diverso.

Due sono le radici che costituiscono la mente:

  • E' una sorta di specializzazione del sistema di regolazione e di coordinamento che caratterizza l'olismo negli esseri umani. (Essendo proveniente da tale sistema, ne esegue la medesima attività). Va quindi vista come razionalizzazione concettuale dell'intera attività di ragionamento, con cui si coordinano e si controllano tutte le esperienze.
  • La mente è lo sviluppo di un aspetto "individuale" dell'olismo e, per questa ragione, gioca un ruolo subordinato nel complesso dell'organismo. Questa dimensione di individualità rappresenta una novità, una rivoluzione rispetto al sistema di controllo antecedente al suo sviluppo. La mente è senza dubbio il mezzo principale di sviluppo della personalità umana. Ma l'autoregolazione è anteriore allo sviluppo della mente, nel senso che questa ha dovuto aspettare la creazione e lo sviluppo di quella autoregolazione prima di potersi sviluppare.

Ad esempio, la "tensione" che appare in un corpo non equilibrato sarà progressivamente percepita come una vaga sensazione di disagio. Eppure essa ha una funzione di stimolo, perché invece d'indurre in uno stato di passività, si traduce in un'attività, in una forma di tensione, che poi diventa consapevolezza. La mente diventa tentativo, ricerca, sperimentazione, e questo la fa crescere. Smuts sottolinea la dimensione ribelle della mente nei confronti delle precondizioni olistiche, in quanto fornisce la libertà, la plasticità, la creatività.

Ma questo è solo un aspetto dell'evoluzione, poiché, parallelamente, la mente sviluppa rapidamente anche una capacità di concettualizzazione e di razionalizzazione universalizzante, che diventa parte costitutiva dell'ordine universale. Questi aspetti individuali e universali s'arricchiscono a vicenda, creando la personalità umana, cioè la libertà spirituale. L'individualismo puro non è che un'astrazione, in quanto l'individuo diventa consapevole di sé solo nella società e conoscendo gli altri come se stesso, usando principalmente lo strumento del linguaggio. Smuts mostra la relazione d'interdipendenza (senza usare questa parola) tra la mente individuale e l'ordine universale che esiste nell'uomo e che lo distingue dagli animali, inevitabilmente più intrappolati nella loro eredità genetica ancestrale.

Un'altra caratteristica della mente umana è il fatto che dispone non soltanto di una chiara coscienza delle cose, ma anche di un "campo subconscio" - come dice Smuts - in cui si conserva l'esperienza individuale dimenticata e il suo patrimonio fisiologico e razziale.

La personalità considerata come totalità

Questa è l'ultima e suprema totalità che giunge nella serie olistica dell'evoluzione, una struttura costruita su elementi precedenti: materia, vita e mente.

La mente ne è il componente principale, ma vi è anche il corpo. Secondo il parere di Smuts, la svalutazione del corpo (al suo tempo) a favore dello spirito o dell'anima è legata a morbosi sentimenti religiosi. Egli affronta il problema della separazione mente-corpo per dire ch'essi non possono essere considerati isolatamente o come entità indipendenti. Smuts ha anche protestato contro la descrizione del loro rapporto come semplice "interazione", in quanto, p. es., la mente non agisce sul corpo, ma nel corpo o per suo mezzo. Gli sembrava preferibile parlare di "intra-azione" o "intro-azione" per descrivere questo rapporto.

Rimasi piacevolmente sorpreso, tra parentesi, che Smuts mi avesse ampiamente preceduto nel creare questo neologismo: ne parlai qualche anno fa in un articolo, dicendo che se si fosse assunta la prospettiva del campo, si sarebbe dovuto usare il termine di "intro-azione" al posto di quello consueto di "inter-azione". Mente e corpo sono elementi della personalità nel suo complesso e questa totalità è un'attività creativa, ri-creativa e trasformativa, che tiene conto di tutto ciò che accade alla personalità come ai suoi singoli componenti. E' l'olismo che costituisce il vero agente creatore.

In psicologia ed epistemologia, il soggetto individuale è il centro che dirige tutta l'esperienza e tutta la realtà: è il SOGGETTO dell'esperienza perché tutto il resto è OGGETTO d'esperienza. Questo segna una svolta fondamentale nell'evoluzione dell'universo. Tuttavia Smuts considerava che queste discipline non prestassero sufficiente attenzione alla natura della personalità, che si pone ad altri livelli. Esse cioè - secondo lui - ignorano troppo facilmente l'unicità della personalità, privilegiando il tipo medio, quello generalizzato e, per di più, da un punto di vista unicamente mentale, che è solo un aspetto della personalità. Per tale ragione gli sembrava che la psicologia non offrisse alcun aiuto allo studio della personalità. Occorreva una disciplina diversa, specifica. Si propose "Caratterologia", ma lui preferiva il termine "Personologia".

Questa disciplina avrebbe dovuto studiare le biografie delle personalità, considerandole come totalità e unità viventi, soggette a fasi successive del loro sviluppo. Occorreva pertanto, in contrasto con l'approccio della psicologia (di allora) procedere in maniera sintetica e non analiticamente. Questo lavoro avrebbe permesso una formulazione delle leggi dell'evoluzione personale e avrebbe posto le basi d'una vera scienza della biografia, di una teoria della personalità e quindi della futura "personologia". Tale "personologia" sarebbe stata una scienza sintetica dell'Essere Umano, in grado di coronare tutte le altre scienze, diventando la base di una nuova Etica, di una nuova Metafisica e di una più vera prospettiva spirituale.

Alcune funzioni e idealità della personalità

Smuts continua la sua critica della psicologia, disciplina troppo astratta, e la sua difesa della "Personologia" a venire.

La personalità è fondamentalmente un organo di auto-realizzazione. Ciò significa, per lui, che la volontà o la natura attiva e volontaria della personalità è quello che prevale, e che l'intelligenza o l'attività razionale ha una funzione subordinata e strumentale ad essa. Questa volontà deve trovare i mezzi e coordinare le risorse al fine di ottenere l'auto-realizzazione.

Anche la sensazione è un'attività subordinata, la cui funzione consiste nel fornire impulso e forza alla volontà. La personalità è quindi una totalità o una struttura più o meno equilibrata di diverse tendenze e attività, mantenute in armonia e in evoluzione attraverso l'unità olistica della stessa personalità. Questo controllo è in parte cosciente, ma per la maggior parte, inconscio. Più il controllo olistico è forte, maggiore è la forza d'animo e di carattere, e migliore sarà il coordinamento di impulsi e tendenze, minori saranno le frizioni interne e il deterioramento dell'anima, maggiore sarà la pace spirituale, la purezza interiore e l'integrità psico-fisica.

La personalità ha la stessa capacità di auto-guarigione che può essere osservata in un corpo mutilato. Oltre a questo, essa è in grado di assorbire, con la sua crescita, un'ampia varietà di esperienze, trasformandole e assimilandole in maniera metabolica. Metabolismo e assimilazione sono funzioni fondamentali di tutti gli organismi viventi: quelle che permettono alla personalità d'integrare le influenze sociali e ambientali, contribuendo alla formazione di un sé olistico.

Smuts enuncia qui, in maniera così incredibilmente profetica, ciò che sarà successivamente approfondito da Fritz Perls in L'io, la fame e l'aggressività, anche se, per dire le stesse cose, si useranno parole diverse, come "introiezione" invece che "assimilazione". Le parole usate da Smuts sono quelle di "impurità", per indicare qualcosa di estraneo inassimilabile, opposta a "purezza", che si riferisce all'integrazione armoniosa nella personalità.

Queste parole gli permettono di trovare le caratteristiche della totalità per eccellenza, definita più sopra: Creatività, Libertà. Globalità e Integrità, riferendole alla personalità

- La creatività fa riferimento a valori, agli ideali, al razionale, all'etico, all'artistico e al religioso, in una parola a tutto ciò che crea un ambiente spirituale, una guida interiore, un'illuminazione.

- L'essenza della personalità è la libertà creativa, in rapporto alle sue condizioni di esperienza e di sviluppo. La libertà si esercita nella scelta e coordinando gli elementi nelle situazioni ch'essa deve affrontare. Questa libertà non è la negazione dell'ordine fisico della causalità, ma cerca d'integrarla: interviene tra causa ed effetto.

- Integrità della personalità significa eliminare elementi disarmonici. Sublimazione dai livelli più bassi a quelli più alti, arricchendo i più alti coi più bassi.

- La globalità riassume l'olismo in un'auto-realizzazione libera e armonica.

L'Universo olistico

Infine, Smuts nel suo ultimo capitolo affronta la concezione generale della natura, delineando la sua Weltanschauung. Il concetto di olismo rappresenta l'attività che sottende e coordina tutte le altre.

Egli confuta, anticipandole, le critiche della scienza che potrebbero considerare il concetto di olismo come extra-scientifico, capace solo di offrire una spiegazione metafisica e non-scientifica delle cose.

- In primo luogo, la conclusione raggiunta dalla scienza, secondo cui l'intero universo è espressione dell'evoluzione cosmica richiede uno sfondo in grado di formulare e spiegare questo vasto schema scientifico delle cose. Preoccuparsi del dettaglio dei meccanismi non è sufficiente a fornire una panoramica della scienza in tutti i suoi affanni.

- In secondo luogo, la scienza ha dovuto assumere delle entità "ultra-scientifiche", come p.es. quella di "etere cosmico", considerandole come necessarie per fornire una spiegazione logica di taluni fenomeni, anche puramente fisici. La correlazione tra fisica, biologia e psichismo, in un vasto schema evolutivo, richiede fattori in grado di operare in modo più ampio rispetto a quelli ammessi fino ad oggi.

- Infine, l'olismo è né più né meno ultra-scientifico della "vita" o dello "spirito". Esso permette di coordinare il fenomeno dell'"evoluzione" della natura in un unico fattore operativo.

Smuts presenta la sua critica delle diverse filosofie del suo tempo: Naturalismo, Idealismo, Monadismo, Pluralismo spiritualistico e Panpsichismo, per sostenere ancor più il valore dell'Olismo.

Egli conclude il suo lavoro dicendo: "Il progresso e l'auto-perfezionamento delle totalità all'interno del Tutto, è un processo lento ma infallibile, è lo scopo dell'universo olistico."

Conclusione

Come ha affermato Petruska Clarkson, nel lavoro di Smuts possiamo trovare i semi di molte idee di Perls. Non solo Perls, potrei aggiungere, ma anche diversi autori del XX secolo, tra cui le idee che solitamente attribuiamo alla teoria della Gestalt o alla teoria del campo, p. es.:

  • L'idea che ogni cosa ha un campo e che le cose e gli organismi sono incomprensibili se non si tiene conto del loro campo.
  • L'attenzione per i processi, nel senso che tutto è in costante processo di cambiamento creativo, e in ciò va cercata l'attitudine degli organismi a formare delle totalità strutturate.
  • L'importanza dell'introiezione / assimilazione.
  • La natura olistica delle persone e dell'universo, l'interconnessione di tutte le cose, viventi e non,
  • L'interdipendenza tra organismo e ambiente.

Sarebbe utile cercare nel lavoro dei vari teorici di questo secolo, l'infiltrazione, diretta o indiretta, dell'olismo di Smuts. Penso p.es. a Kurt Lewin e alla sua Analisi di tutti i concetti di differenziazione e di unità, a Von Bertallanfy e alla sua Teoria Generale dei Sistemi, a Edgar Morin e al suo "Metodo", i quali però non lo citano mai; ma anche ad Arthur Koestler che ha creato il concetto di "holon" (il neutro del greco holos, tutto), riferendosi esplicitamente a Smuts; anche Sheldrake e altri teorici dei "campi morfogenetici" riconoscono il loro debito. O forse Smuts ha avuto il torto di nascere e di pubblicare in Sudafrica, restando vittima di un "apartheid intellettuale" da parte dell'Occidente?

Conferenza presso l'Istituto francese di Gestalt Therapy, Parigi, ottobre 1993

Bibliografia

  • SMUTS J.C.: Holism and Evolution, Macmillan & Co Ldt, London 1926
  • PERLS F.S.: Le moi, la faim et l'agressivité (1942), Tchou, Paris 1978
  • CLARKSON P. & MACKEWN J.: Fritz Perls, Sage Publications, London 1993
  • SHEPARD M.: Le Père de la Gestalt, Stanké, Montréal, 1980
  • LEWIN K.: Appendix de Field theory in Social Science, Tavistock Pub. , London 1952
  • ENC. UNIVERSALIS: Afrique du Sud (République d') (1968) I, 450-451

Altri testi

The Gestalt Therapy

Vedi anche I principi teorici di Jan Smuts - Olismo di Jan Smuts


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teoria
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Aggiornamento: 14/12/2018