HERBERT SPENCER


Herbert Spencer
 

Dinamismo d'una testa di uomo, Boccioni

- Introduzione

Spencer è oggi un pensatore dimenticato, se non tra gli addetti ai lavori (filosofi, sociologi, antropologi…) quantomeno tra la gente di media cultura. La sua opera ha conosciuto una parabola opposta a quella di un altro maestro del pensiero sociologico: Auguste Comte, il quale, rifiutato ed emarginato in vita dalla società intellettuale e dalle riviste scientifiche, fu invece esaltato - forse fin troppo - dopo la propria morte (essendo inoltre, con le sue dottrine politiche di stampo riformista , uno degli ispiratori di molti programmi del XX secolo).

Certo, i limiti del pensiero di Spencer divennero evidenti già verso la fine dei suoi anni (mentre, nel pieno di questi esso fu alquanto rinomato, rendendo il suo autore uno dei principali protagonisti della vita intellettuale dell'Inghilterra vittoriana…. al pari, o quasi, dello stesso Darwin). Tuttavia, esso contiene anche notevoli motivi di interesse e considerevoli spunti di riflessione in merito alla natura del divenire storico all'interno delle società umane.

Così come, del resto, non può non far riflettere il fatto che esso sia stato immediatamente apprezzato - ciò che, come vedremo, non fu affatto casuale - soprattutto negli Stati Uniti, un paese in cui il capitalismo conobbe uno sviluppo particolarmente 'selvaggio', maturando di conseguenza una etica di stampo radicalmente individualista e liberista (ai limiti, in sostanza, dell'amoralità…).

I capisaldi della visione spenceriana furono difatti:
a- l'idea della centralità assoluta della libera iniziativa privata,
b- quella (di matrice utilitarista e benthamiana) che vede la società come la somma dei vantaggi individuali,
c- e infine quella che considera la società industriale (basata sul commercio e sulla libera iniziativa personale) come il momento culminante dello sviluppo politico e culturale dell'umanità!

Oltre che un tipico rappresentante di quel tipo di 'mentalità positiva' che tendeva a vedere nella scienza e nei suoi metodi (nel caso di Spencer, soprattutto in quelli delle scienze biologiche, geologiche, ecc. - più che in quelli delle scienze esatte: cioè matematica e fisica) una sorta di 'leva d'Archimede' attraverso la quale elaborare sistemi universali capaci di spiegare l'intera evoluzione umana e cosmica, Spencer fu, con la sua ostinazione nello sviluppare con maniacale intransigenza dei presupposti filosofici posti - in un modo peraltro, essenzialmente aprioristico e tendenzialmente acritico - come assoluti, un tipico esponente della società puritana inglese.

Figura - come vedremo - a tratti quasi inquietante (e per alcuni versi finanche grottesca) dal punto di vista umano, egli però ci invita anche col suo pensiero ad operare una vastissima riflessione sulla natura e sullo sviluppo delle società umane, e sui differenti tipi di organizzazione che possono essere posti a base di esse.

 

Adriano Torricelli