Sec. XIX - Rinascita Abbazia
 
Dopo la sconfitta di Napoleone la "restaurazione" del governo pontifico consentirà la riapertura dell'Abbazia del Monte ove confluiranno, per disposizione del pontefice, anche i monaci ancora in vita dei soppressi monasteri di Ravenna, Ferrara e Bologna. Nel 1820 giunsero i primi monaci mentre il pontefice dota la Badia di 20.000 scudi e invia più di 5000 volumi che farà sistemare in apposita biblioteca per consentire lo studio e la formazione dei monaci. Legava al contempo alla sua famiglia, con un breve del 1821, questi beni, riservandone però l'uso perpetuo ai monaci. Il pontefice intendeva così scongiurare i pericoli di nuove soppressioni degli istituti religiosi. Pericoli che si ripresentarono concretamente con le soppressioni del nuovo Stato Italiano, nel 1866.

1832
La "restaurazione" apre di fatto il lungo periodo risorgimentale, in Romagna particolarmente vivo. A Cesena, questa prima fase rivoluzionaria culmina con la battaglia del Monte tra "papalini" e "repubblicani". Il 19 gennaio del 1832 le truppe pontificie assieme a quelle austriache marciavano da Rimini verso Cesena dove si erano raccolti circa 2000 giovani romagnoli con l’obiettivo di resistere alle truppe pontificie. Il loro armamento era costituito da tre cannoni tre cavalli e pochi fucili da caccia. Si schierarono sui colli intorno alla città, compreso quello della Madonna e con le poche forze resistettero tre ore alle truppe regolari che occuparono la città. Si contarono alla fine un centinaio di persone ferite ed anche diversi morti. Negli anni successivi troveremo ricordata, nella cronaca dell'Abbazia, una messa in memoria del saccheggio del 1832.

1866
Ricostituita la vita monastica la comunità crebbe e fu riaperto un collegio di educazione frequentato dai giovani cesenati e di altre città della Romagna. Nel 1866 una nuova legge, questa volta dello Stato Italiano, impone ai monaci di abbandonare il convento. Ne nasce un contenzioso con lo Stato in virtù del fatto che il monastero non era proprietà dei monaci, ma della famiglia Chiaramonti. In attesa di dirimere il contenzioso il Demanio prendeva possesso dei beni dell'Abbazia, tra i quali la biblioteca voluta dal pontefice Pio VII, che lasciava provvisoriamente in deposito al Comune di Cesena.

Pio VII
Busto di Pio VII. Copia dell'opera di Canova.

Barnaba Gregorio Chiaramonti nasce a Cesena il 14 Agosto del 1742 e fa la sua professione religiosa nell'ordine benedettino, il 20 Agosto del 1758, nel monastero di Santa Maria del Monte. Subito dopo continuò gli studi a Padova e a Roma. Nel 1784 il Chiaramonti fu eletto vescovo di Imola e nel 1800, diviene Papa con il nome di Pio VII. La Chiesa vive uno dei momenti più drammatici della sua storia moderna e il pontefice dovrà condurre una difficile mediazione per mantenere l'integrità della Chiesa Cattolica.
Si adopererà per la rinascita dell'Abbazia della Madonna del Monte, " soppressa" dal governo napoleonico .Donerà il monastero di una nuova biblioteca per l'istruzione dei monaci e doterà l'Abbazia di 20.000 scudi per la sua ricostruzione .
Un'iscrizione, posta all'ingresso del monastero, ricorda la munificenza del Pontefice ed un suo busto , copia del celebre busto del Canova, è conservato nell' appartamento papale.

1888
La vita monastica riprese, una seconda volta, nel 1888 con la nomina ad Abbate di Cesena del Priore di Montecassino D. Bonifacio Krug che si insediò il 19 giugno di quell'anno.

Bonifacio Krug
L'Abate Krug progettò notevoli lavori per il recupero della squassata Abbazia e Basilica. Architettonicamente, l'intervento più significativo, all'interno della Basilica, fu la chiusura dello scalone d'accesso alla " Cappella Grande", riservando di fatto quest'area alla clausura monastica. Contemporaneamente la navata venne decorata con finti marmi.
L'Abate venne trasferito a Montecassino nel 1896 pur continuando a mantenere il governo del Monte, coadiuvato dal monaco D. Bonifacio Wolf.

Cronaca - piccole storie che muovono il mondo
1811, Paolo Zondini, in navigazione verso Trieste con le sue merci, viene assalito dai corsari e trova riparo su uno scoglio da dove sarà tratto in salvo dopo cinque giorni. Da qui potrà vedere il naufragio del corsaro che lo aveva derubato.
1820, la sera del 30 gennaio Giacomo Guerra precipita, spinto dalla folla, dalla scala del teatro di Cesena. Sarà lo stesso Guerra a tramandare l'episodio in un dipinto votivo.
1831 - Tre patrioti (?) stanno per essere fucilati al centro della Piazza del Popolo a Cesena. Probabilmente scampano alla fucilazione e ringraziano la Madonna con un dipinto votivo.
1832 - Un terremoto a Foligno visto attraverso il basso Paolo Soglia che lascia un dipinto votivo al Monastero.
1832 - Una palla di cannone passa davanti alla casa di una signora colta alla finestra. Probabilmente è un'istantanea collegata alla 'battaglia' del Monte combattuta quell'anno tra repubblicani e papalini.
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