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La vita è stata scritta in un arco di tempo che gli storici più avvertiti racchiudono tra il 1042 e il 1053. San Mauro fu vescovo di Cesena sul finire del IX secolo. Il culto verso il Santo fu determinato dai miracoli che si susseguirono dopo il casuale ritrovamento della sua tomba da parte di un pellegrino. Narra san Pier Damiani, che attinge a testimoni che hanno assistito o ricordano l'evento, che un pellegrino andando in processione, per allacciarsi una scarpa, posò il piede sopra la tomba ormai nascosta dagli arbusti. L’uomo non riuscì più a staccare il piede e fu necessario rompere con martelli e scuri un pezzo del sarcofago che rivelò così il suo prezioso contenuto. La riscoperta della sepoltura del Vescovo, avvenuta in modo giudicato miracoloso, determinerà la venerazione del sepolcro. Successivamente il sarcofago fu trasferito nella piccola vicina chiesa che, fin dai primi anni del secolo XI era custodita dai monaci benedettini. La piccola chiesa costruita dal Vescovo accanto alla sua cella, definita dallo stesso Damiani anche parva basilica, al tempo in cui viene scritta la vita del Santo, cioè tra il 1042 e il 1053, era diventata un celebre '"monasterium ... ad honorem B. Dei Genitricis et Virginis constitutum"'. Il culto verso la Madonna è dunque radicato fin dalla fondazione del monastero e precede l'arrivo della venerata immagine mariana custodita nella Basilica. Di questa lontana epoca non resta che il ricordo tramandato da san Pier Damiani e altre piccole note documentarie. In un atto del 1026 è ricordato l'Abbate di Santa Maria del Monte, dunque a questa data esisteva già una chiesa e soprattutto il monastero benedettino. Quando scrive San Pier Damiani la chiesa era grande e "festivius decorata". Una piccola nota eppure sufficiente per aprire uno squarcio sulla Cesena dell'alto medioevo. Le eleganti decorazioni cui accenna Damiani, fanno pensare a delle pitture. Ma di che tipo? Quali i modelli? E soprattutto quali le decorazioni nelle altre chiese cittadine, negli altri monasteri, nella cattedrale? Questa realtà è del tutto scomparsa e la generica annotazione del Damiani ha il merito di ricordarci la vitalità di una società che agli albori dell’anno 1000 vantava i suoi luoghi di culto e altre realtà economiche e culturali che non ci sono più note. |
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