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LA BATTAGLIA DI CAPO SAN VICENTE
L'INFANZIA E LA GIOVINEZZA DI CRISTOFORO COLOMBO
Statua di Colombo da giovane, Claudio Monteverde, 1870
Cap. I
Il 13 agosto del 1476 (1) quattro navi genovesi e una della Borgogna navigavano verso la Francia e l'Inghilterra trasportando merci pregiate per conto degli armatori genovesi Niccolò Spìnola e Paolo di Negro. Erano tre galeazze: 'La Rossana', comandata da Gioffredo Spìnola, 'La Squarciática', comandata da Tèramo Squarciàtico e 'La Bettinella', comandata da Giannantonio di Negro, fratello di Paolo, di un baleniere, comandato da Niccolò Spìnola e da un holco, 'La Bechalla', comandato da Cristoforo Sàlvago.
Le navi avevano superato lo stretto di Gibilterra quando -poco prima di doppiare il "Capo san Vincenzo" (Cabo san Vicente) nell'estremo sud del Portogallo -furono attaccate da una flotta di tredici navi (2) franco-portoghesi al comando del corsaro Guillaume de Casenove, chiamato Coullon o Coulon (3).
S'ingaggiò una feroce battaglia a colpi di spingarde, falconetti, bombarde, colubrine a mano, e lotte corpo a corpo negli arrembaggi, che durò dieci ore. Al finale varie navi furono incendiate, tre genovesi e quattro corsare erano andate a picco, molti uomini annegarono, tra i quali cinquecento portoghesi al soldo di Coullon, che portavano armature pesanti.
Un agente degli Spìnola, uomo di fiducia ed esperto in navigazione, cadde in acqua e, afferrato ad un remo, giunse sulla spiaggia di Lagos, cittadina portoghese, dopo aver nuotato una diecina di chilometri. Quest'uomo, che s'era imbarcato su 'La Bechalla', nave capitana, aveva 25 anni e si chiamava Cristoforo Colombo. Era nato a Genova (4). I suoi antenati erano contadini che venivano dal retroterra, dal paesetto di Mocónesi, nella valle di Fontanabuona.
Giovanni Colombo, suo nonno, si stabilì nel villaggio di Quinto, fuori le mura genovesi, lì nacque suo figlio Domenico, il quale, el 1445, sposò Susanna Fontanarossa ed ebbe cinque figli: Crostoforo, Giovanni, Bartolomeo e Giacomo (che in Spagna fu chiamato Diego) e una femmina, Bianchinella, sposata con Giacomo Bavarello. Giovanni morì giovane, nel 1484, e poco dopo anche sua madre Susanna; i tre fratelli maschi li ritroveremo più tardi, uno in Portogallo e poi tutti e tre in Spagna e in America.
Gli affari di Domenico, che era cardatore, procedevano con alternativa fortuna, aveva aperto una taverna a Savona, trafficando anche con la lana e viaggiando continuamente. Quando si trovava in difficoltà era aiutato economicamente da Cristoforo.
Domenico era anche un 'attivista politico', come si sarebbe chiamato oggi, in una lotta tra famiglie genovesi potenti, guelfe e ghibelline, che parteggiavano per la Francia o per la Spagna. Così ogni cambio politico lo coinvolgeva positivamente o negativamente, secondo le vittorie o le sconfitte dei Fragoso, alleati degli Spìnola e dei Doria, protetti dalla Casa francese degli Anjò e nemici dei Fieschi, degli Adorno e dei Grimaldi, protetti dal Regno di Castiglia. Domenico, in uno dei suoi momenti più favorevoli, fu nominato custode della Porta dell'Olivella, affittò una casa nel quartiere di Pretoria, dentro le mura di Genova, affittando una casa e un terreno di proprietà dei monaci di Santo Stefano, in via dell'Olivella. Probabilmente fu lì dove nacque Cristoforo, nel 1451 (5). Domenico cambiò nuovamente di casa quando il partito, al quale apparteneva, cominciò a perder terreno, affittandone una ad un centinaio di metri verso il centro, nel Vicolo Diritto, nel quartiere di Ponticello, vicino alla Porta di Sant'Andrea, chiamata anche Porta Soprana, più o meno dove oggi i ciceroni dicono ai turisti che era la sua casa. Domenico vi morì nel 1499 o 1500.
Con i frati di Santo Stefano e con quelli di Santa Caterina, Cristoforo imparò a leggere e scrivere, studiò cartografia, geometria, disegno e calcolo (secondo suo figlio Fernando). Forse cominciò a viaggiare molto presto in piccole navi da cabotaggio, costeggiano la Liguria, poi fu contrattato, come uomo di fiducia, dai Centurioni, dagli Spìnola e dai Di Negro, i quali avevano succursali in molti porti europei. Navigò così per il Mediterraneo sulla nave 'Roxana', arrivando fino all'isola di Chio (6), che apparteneva ancora a Genova, e vi rimase un anno, nel 1473. Forse fu lì dove gli nacque l'idea di cercare un altro cammino, libero dalle minacce turche, verso le fonti dell'oro e delle spezie, ed inoltre liberare Costantinopoli (7) e il Santo Sepolcro, come anelavano tutti i cristiani dell'epoca.
Nel 1476, già esperto in navigazione e in commercio, s'imbarcò come agente commerciale, navigando per la prima volta fuori del Mediterraneo.
NOTE
prof. Giancarlo von Nacher Malvaioli
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