MALCOLM X RIFIUTO, SFIDA, MESSAGGIO
(I - II - III - IV)

MALCOLM X

1) Nel 1958, Malcolm X sposò Betty; da questo matrimonio nacquero 6 figlie; le ultime due, le gemelle Maalak e Malilah, vennero alla luce nel 1965, dopo la morte del padre.
L’enorme popolarità, man mano acquisita da Malcolm X, produsse molti proseliti; il più famoso fu il pugile Cassius Clay , Campione del mondo dei pesi massimi, che, dopo l’adesione ai Black Muslim, assunse il nome di Muhammad Ali.
Nel contempo, questa popolarità , nonché la radicalizzazione delle posizioni di Malcolm X, generarono gelosie e contrasti con Elijah Muhammad ed altri dirigenti dell’organizzazione.

2) Il 28 Agosto 1963, Martin Luther King, Roy Wilkins, Whitney Young, A. Philip Randolph, John Lewis, James L. Farmer Junior, dirigenti di quelle che furono chiamate le “Sei Grandi Organizzazioni”, diressero la celebre “Marcia per il lavoro e la libertà” su Washington, a cui parteciparono almeno 250.000 persone.
In un famoso discorso, tenuto qualche tempo dopo, Malcolm X rivelò i retroscena di questa iniziativa e così la giudicò:
“ Allora fu formato un comitato … per reperire i fondi necessari …
L’uomo bianco promise e dette ai “sei grandi” la somma di ottocentomila dollari da dividersi tra loro e promise che, alla fine della marcia, avrebbe dato loro altri settecentomila dollari.
Un milione e mezzo di dollari diviso fra i leader che voi avete seguito, per i quali siete andati in prigione …
L’uomo bianco mise i “sei grandi” alla testa della manifestazione … ed essi se ne impadronirono.
La prima mossa che decisero di fare fu di invitare Walter Reuther , un bianco; poi invitarono un prete cattolico, un rabbino e un vecchio predicatore sempre bianco …
E’ come quando avete del caffè troppo nero, cioè troppo forte.
Cosa fate? Ci aggiungete del latte per allungarlo, ma se ce ne aggiungete troppo non sapete neanche più se quello che avete davanti è caffè.
Prima era caldo ed ora è diventato freddo, prima era forte e ora è debole, prima vi svegliava ed ora vi fa dormire …
La marcia perdette tutta la sua combattività: cessò di essere espressione d’ira, di ribellione, di lotta al compromesso.
Sarebbe meglio dire che cessò persino di essere una marcia per diventare una merenda in campagna , uno spettacolo da circo equestre, sì proprio da circo equestre, con i pagliacci e tutto il resto … “ [1].
Il 22 Novembre del 1963, il Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, fu assassinato a Dallas; mentre l’ intero Paese si commuoveva, più o meno sinceramente, Malcolm X affermò che:
“Chi semina vento raccoglie tempesta “ [2].
Come chiarisce Giammanco:
“L’allusione alla violenza contenuta nel sistema che non esita, quando è necessario a sbarazzarsi dei suoi stessi capi, non era nuova nell’oratoria di Malcolm e solo chi non aveva seguito il maturarsi del contrasto tra la gerarchia di Chicago, con Elijah Muhammad alla testa, e il “numero due” della setta ne restò stupito” [3].

3) Così, Malcolm X, nei primi giorni del Dicembre 1963, fu “sospeso” dalla Nazione dell’’Islam.
“Malcolm fu preso alla sprovvista.
Il suo pensiero era già maturo su tanti problemi, ma i legami con i Black Muslim erano tali da rendere un distacco impensabile.
… Fu soltanto il 26 Febbraio (1964; NdA), dopo un lungo silenzio e un periodo di angosciosa incertezza che Malcolm decise di “guardare in faccia la realtà” e di camminare da solo.
E’ in questo periodo, dall’8 marzo 1964, giorno della Fondazione della Muslim Mosque Inc., al 21 febbraio 1965, data del suo assassinio, che Malcolm cercò febbrilmente di elaborare una tematica alternativa sia al già morente movimento per i diritti civili che al separatismo paralizzante di Elijah Muhammad ( per quest’ultimo, il presupposto religioso era l’imprescindibile elemento di coesione per i Neri d’America; NdA)” [4].
Tuttavia, Malcolm non solo non abbandonò la religione islamica, ma, il 13 Aprile 1964, intraprese un viaggio, che lo portò in: Egitto, Libano, Arabia Saudita, ove visitò La Mecca, Nigeria, Ghana, Marocco ed Algeria.
“Nell’Islam Malcolm non cercava una risposta ad interrogativi esistenziali , ma la matrice psicologica adatta per unificare i negri, un legame con i popoli dell’Asia e dell’Africa in nome di una comune esigenza di liberazione [5].
Il 21 maggio 1964, Malcolm X tornò negli Stati Uniti come Islamico sunnita, col nuovo nome El-Hajj Malik El- Shabazz.
Due giorni dopo , parlando a Chicago, disse:
“In passato mi sono lasciato adoperare per lanciare violente accuse a tutti i bianchi e queste mie generalizzazioni hanno causato dispiacere a molti che non se lo meritavano.
Oggi, … non sono più disposto a sottoscrivere tali accuse globali contro un’intera razza.
Il mio pellegrinaggio alla Mecca … è servito a convincermi che forse si possono curare i bianchi americani di quella malattia terribile, il razzismo, che li consuma e sta per distruggere questo paese.
… Non sono un razzista e non accetto nessuna delle concezioni del razzismo.
In tutta onestà e sincerità posso dire di non desiderare altro che la libertà, la giustizia e l’uguaglianza, il diritto alla vita, alla libertà e alla felicità per tutti.
Il mio primo interesse è per il gruppo di cui faccio parte, gli afro-americani, perché noi siamo privati di questi diritti inalienabili più di qualsiasi altro [6].

4) Il 28 Giugno 1964, Malcolm rese pubblico il testo completo della “Dichiarazione programmatica dell’Organizzazione per l’Unità Afro-Americana”, che aveva fondato insieme ad A. Peter Bailey ed ad altri militanti, che si presentava come distaccamento statunitense della Organizzazione per l’Unità Africana e che, sul modello di quest’ultima, decise di adottare un atteggiamento non religioso e non settario nella difesa dei diritti umani.
Il 14 Febbraio 1965, Malcolm e la sua famiglia ricevettero un “democratico” avvertimento: fu effettuato un attentato dinamitardo contro la loro abitazione.
Essendo improvvidamente sopravvissuti, vi fu chi decise di prendere un provvedimento sempre “democratico”, ma risolutivo: il 21 Febbraio, durante un discorso in pubblico a Manhattan, Malcolm fu ucciso, all’età di 39 anni, da diversi colpi di arma da fuoco.
Il 27 Febbraio 1965, ad Harlem, oltre 1.500.000 di persone prese parte ai suoi funerali.
Tre membri della Nazione dell’ Islam, arrestati per il suo assassinio: Talmadge Hayer, Norman 3X Butler e Thomas 15X Johnson, furono condannati per omicidio nel Marzo del 1966.
Riguardo a questi eventi, Giammanco afferma:
“Nell’articolo di Norden (un giornalista che scrisse “The Murder of Malcolm X”, pubblicato dalla rivista “The Realist” nel Febbraio 1967) sono discussi tutti gli indizi, i vari tentativi di assassinarlo, i limiti delle responsabilità dei Black Muslim, le prove fatte parzialmente sparire e le strane procedure seguite dal tribunale, oltre alle circostanze di tutta una serie di misteriose sparizioni di collaboratori di Malcolm” [7].

Noi non ci sentiamo di escludere che Malcolm X abbia orchestrato la propria uccisione, sia per emulare il padre, sia per mettere in cattiva luce, di fronte all’opinione pubblica interna ed internazionale, il Governo del Paese, che rappresenta il faro della Democrazia contemporanea.

NOTE
[1] Giammanco Roberto, Malcolm X, Rifiuto, sfida, messaggio, pp. 76-77, nota 15, Edizioni Dedalo, Bari, 1994.
[2] Ibidem, p.84, nota 28.
[3] Ibidem, p.84.
[4] Ibidem. Pp. 85-86.
[5] Ibidem, p.87.
[6] Ibidem, pp. 175-176.
[7] Ibidem, p.96, nota 39.

Fonte: www.valeriobruschini.info/?p=393


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 26/04/2015