MALCOLM X RIFIUTO, SFIDA, MESSAGGIO
(I - II - III - IV)

Malcolm X

“L’uomo bianco è il diavolo” [1].

1) Malcolm X non aveva dubbi sulla validità di questa affermazione, poiché sia la politica interna che quella estera degli Stati Uniti fornivano prove a volontà.
Parlando a New York, l’8 Aprile 1964, affermò:
“Le rivoluzioni rovesciano i sistemi corrotti e non esiste su questa terra sistema più corrotto, più criminale di questo che ancora oggi, nel 1964, tiene in una condizione coloniale, in una condizione di schiavitù ventidue milioni di afroamericani.
Non esiste sistema più corrotto di questo che si atteggia a esempio di libertà e di democrazia, si presenta a tutti gli altri popoli con la pretesa di imporre loro la forma di governo, quando poi in questo paese ci sono dei cittadini che per potersi servire della scheda sono costretti a usare il fucile” [2].
Dovevano essere gli Stati Uniti , che avevano l’arroganza di ergersi a Giudici universali, ad essere giudicati dalla comunità internazionale:
“Chiunque può capire che la causa per cui i neri di questo paese continuano a essere privati dei loro diritti va ricercata in una vera e propria congiura del governo e che l’unico modo per ottenere che tali diritti siano rispettati è di sottrarsi alla giurisdizione dello Zio Sam.
Trascinatelo davanti a un tribunale internazionale sotto l’accusa di genocidio, dello sterminio in massa di milioni di negri in questo paese: sterminio politico, economico, sociale e mentale” [3].

2) Questo genocidio veniva attuato pure in Africa, anche se, come sempre, veniva occultato dai “nobili ideali occidentali”, che Malcolm X, ancora una volta, mostra per quello che realmente sono: mistificazioni:
“L’ Africa si trova in una posizione strategica, situata com’è tra l’Oriente e l’Occidente: è il territorio di maggior valore nella lotta tra questi due mondi.
… L’Africa potrebbe tagliare i rifornimenti all’Europa, mandarla a letto in poche ore perché è nella posizione di poterlo fare.
Eppure l’uomo bianco vuole che voi ed io consideriamo l’Africa come una giungla senza valore e senza alcun peso perché sa benissimo che se voi conosceste quel valore, capireste anche perché i bianchi vanno laggiù ad ammazzare la nostra gente e non certamente animati da nessun proposito umanitario” [4].
“Nessun proposito umanitario”: nel 1964, “uno sporco negro, per di più avanzo di galera” aveva compreso perfettamente quello che, oggi, noi “acculturati, informati in tempo reale ed immacolati (anche perché bianchi)” non capiamo, poiché crediamo alle favole delle missioni di pace, la cui colonna sonora sono gli scoppi delle ” bombe intelligenti”, narrateci dagli intellettuali a gettone, dai tromboni dei mass media e dai politici, stipendiati dalle multinazionali del terrore e dell’orrore.
Malcolm X, tuttavia, non intendeva ridurre il problema dello sfruttamento planetario ad una questione esclusivamente razziale, poiché aveva ben chiaro chi fosse il responsabile principale dell’oppressione sociale ed economica, gravante su tutte le popolazioni della Terra:
“Capitalista vuol dire vampiro e se si vuol essere capitalisti non si può esser altro che dei vampiri.
Il capitalista deve valersi del sangue degli altri, non del suo, per poter sopravvivere”[5].
I decenni trascorsi hanno, purtroppo, confermato i concetti elaborati da Malcolm X:
“Oggi è facile diventare un satellite senza neanche accorgersene.
Questo paese è in grado di corrompere anche Dio.
Proprio così, dispone di quel potere di seduzione che è dato dal dollarismo.
E’ possibile allontanare da sé il colonialismo, l’imperialismo ed ogni altra specie di ismi, ma è difficile allontanare da sé il dollarismo.
Quando lasciano cadere su qualcuno una pioggia di dollari, addio integrità!” [6].
3) Ugualmente demistificanti erano le analisi, svolte da Malcolm X su due degli “idoli” dell’Occidente:
la Democrazia:
“A centinaia di migliaia, oggi, i nostri fratelli hanno perso la pazienza, voltano le spalle al vostro nazionalismo bianco, che voi chiamate democrazia, per seguire la politica combattiva e contraria ad ogni compromesso del nazionalismo nero” [7];
ed i Liberal:
“Questo nuovo tipo di nero pensa e capisce che tutte le manovre fatte qui in America in teoria per risolvere questo problema (quello della segregazione razziale; NdA) non sono state nient’altro che truffe e tradimenti politici della peggior specie.
Oggi egli non ha più fiducia nei cosiddetti liberali … .
E’ questo un brutto nome oggi: significa ipocrisia” [8].

NOTE
[1] Giammanco Roberto, Malcolm X, Rifiuto, sfida, messaggio, p. 72, Edizioni Dedalo, Bari, 1994.
[2] Ibidem, pp. 167-168.
[3] Ibidem, p. 171.
[4] Ibidem, p. 235.
[5] Ibidem, p.234.
[6] Ibidem, p.302.
[7] Ibidem, p. 165.
[8] Ibidem, p. 170.

Fonte: www.valeriobruschini.info/?p=395


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 26/04/2015