ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


I PAPI DELLA SISTINA: COMMISSIONI E CENSURE

Nicolò V papaSisto IV papaInnocenzo VIII papaAlessandro VI papa
Giulio II papaLeone X papaClemente VII papaPaolo III papa
Giulio III papaPaolo IV papaPio IV papaClemente VIII papa

Cappella Sistina (Città del Vaticano)

Premessa - Biografia - La volta della Sistina - Il Giudizio Universale - Lettura psicanalitica del Giudizio - L'omosessualità di Michelangelo - I papi della Sistina - Tondo Doni

  • Nicolò V (1447-55), Tommaso Parentucelli, francescano, redige il primo progetto iconografico dei dipinti della erigenda Cappella Grande.
  • Sisto IV (1471-84), Francesco della Rovere, fece costruire la Cappella, definisce il piano iconografico dei dipinti, chiama a Roma i migliori artisti per la decorazione.
  • Innocenzo VIII (1484-92), Giovanni Battista Cybo, fa costruire una sacrestia annessa alla Cappella.
  • Alessandro VI (1492-1503), Rodrigo Borgia, fa aprire la porta sulla destra dell'altare.
  • Giulio II (1503-13), Giuliano della Rovere, incarica Michelangelo di realizzare la decorazione della volta in sostituzione di quella a stelline. Sono note le accuse di omosessualità a carico di questo pontefice.
  • Leone X (1513-21), Giovanni di Lorenzo de' Medici, commissiona a Raffaello nel 1515 i cartoni per gli arazzi che verranno tessuti a Bruxelles; andati perduti col sacco di Roma del 1527, furono ritrovati solo nel 1983.
  • Clemente VII (1523-34), Giulio de' Medici, chiede a Michelangelo di ridipingere la parete di fondo con una Resurrezione.
  • Paolo III (1534-49), Alessandro Farnese, chiede a Michelangelo, che ancora non aveva iniziato la Resurrezione, di dipingere al suo posto il Giudizio Universale. Il maestro di palazzo, Biagio di Cesena, informa il pontefice che gli affreschi sono scandalosi, ma non vi è alcuna reazione, anzi Michelangelo raffigura Biagio in uno dei morti della parte inferiore dell'affresco. Secondo Vasari il volto di Biagio sarebbe stato dato a Minosse, ma la critica ha dimostrato che il volto di quest'ultimo è quello di Pierluigi Farnese, figlio primogenito di Paolo III, responsabile di stupro e omicidio nei confronti del giovane vescovo di Fano, Cosimo Gheri. Peraltro Pierluigi, appena divenuto duca di Parma e Piacenza, espropriò Michelangelo dei proventi di una dogana sul Po, assegnatigli da Paolo III per remunerarlo della pittura del Giudizio.
  • Giulio III (1550-55), Giovanni Maria del Monte, difende il Giudizio Universale dalle accuse di oscenità. Quattro mesi dopo la sua elezione aveva nominato cardinale il suo amante diciassettenne Innocenzo Del Monte (1532-77), coinvolto in una catena di stupri (eterosessuali), violenze e persino omicidi.
  • Paolo IV (1555-59), Giampietro Carafa, pensa di distruggere la parete del Giudizio col pretesto di ampliare la Cappella, ma poi decide di spostare l'iconostasi verso la parete d'ingresso, per ingrandire il presbiterio. Chiede a Michelangelo di coprire le nudità, ma lui rifiuta di farlo.
  • Pio IV (1559-65), Giovanni Angelo de' Medici, attraverso il Concilio di Trento, impone a Daniele da Volterra di mettere le braghe a una ventina di figure e di rifare completamente le figure di Santa Caterina d'Alessandria (ch'era completamente nuda) e di San Biagio, che, benché vestito, sta tentando di sodomizzarla.
  • Clemente VIII (1592-1605), Ippolito Aldobrandini, pensa di far ricoprire tutta la parte dell'affresco con della calce, ma l'Accademia di San Luca si oppone.
  • Altri interventi censori sono stati realizzati sino alla fine del Settecento. Stendhal racconta che ancora nel 1825 durante le cerimonie pontificie l'affresco veniva in parte nascosto sotto un grande arazzo. Durante l'ultimo restauro (1994) sono state conservate solo 23 braghe del Cinquecento (ne sono rimaste alcune dei secoli successivi perché i censori avevano raschiato la pittura sottostante). Una copia fedele e senza censure dell'originale, di Marcello Venusti (seguace di Michelangelo), è oggi a Napoli al Museo di Capodimonte. Essa venne commissionata nel 1549 dal cardinale Alessandro Farnese. Un'altra copia dell'originale, sempre della metà del Cinquecento, è quella di Giulio Giovio.

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019