ESERCIZI ANEDDOTICA 3

ESERCIZI

sulla novella aneddotica del Novellino

G. De Chirico, L'enigma dell'oracolo, part. (coll. privata)

Fabia Zanasi

Esercizio 1

Riproponi con parole tue la vicenda, facendo raccontare la storia dal giudice, nel ruolo del narratore interno.

Testi a confronto

Anche il testo di LEV TOLSTOI, Il giudice probo, verte sul tema della giustizia, dando la prevalenza, tuttavia, all’abilità con la quale il giudice riesce a rilevare e a interpretare gli indizi, nel corso della propria estemporanea inchiesta.

LEV TOLSTOI, Il giudice probo

Un re algerino, Bauakas, voleva sapere di persona se era vero quello che gli avevano detto, che in una delle sue città c’era un giudice probo che riconosceva subito la verità, e che nessun filibustiere poteva sfuggirgli. Bauakas si travestì da mercante e si diresse a cavallo verso quella città dove abitava il giudice. Durante il viaggio si avvicinò a Bauakas uno storpio e gli chiese l'elemosina. Bauakas gliela diede e fece per proseguire, ma lo storpio lo trattenne per l'abito.
- Che cosa ti occorre? - chiese Bauakas. Non ti ho forse dato l’elemosina?
- Me l’hai data - disse lo storpio. Ma fammi ancora una grazia, conducimi sul tuo cavallo fino alla piazza. Ho paura di essere travolto dai cavalli e dai cammelli.
Bauakas fece sedere lo storpio dietro di lui e lo condusse fino alla piazza. Lì Bauakas fermò il cavallo, ma l’accattone non scese.
Disse Bauakas: - Che fai, non scendi? Siamo arrivati.
Ma il mendicante disse: - Perché dovrei scendere? Il cavallo è mio, e se non vuoi lasciarmelo con le buone andiamo pure dal giudice.
Della gente si raccolse intorno a loro a sentirli discutere. Tutti urlavano: - Andate dal giudice, lui giudicherà la cosa.
Bauakas e lo storpio andarono dal giudice. In tribunale c’era della gente e il giudice chiamava per ordine quelli che doveva giudicare. Prima che arrivasse il turno di Bauakas, il giudice chiamò un sapiente e un contadino. Erano in causa per via della moglie. Il contadino diceva che era sua moglie, e il sapiente che era la sua. Il giudice li ascoltò, rimase in silenzio e disse: - Lasciate la moglie qui da me e tornate domani.
Quando uscirono, entrarono un macellaio e un mercante d’olio. Il macellaio era tutto insanguinato e l’altro era pieno di macchie d'unto. Il macellaio teneva in mano dei soldi, l’altro lo teneva per un braccio. Il primo stringeva i soldi, e l’altro stringeva il braccio. Disse il macellaio: - Ho comprato da quest'uomo dell'olio e ho aperto il borsellino per pagarlo e lui me l’ha strappato di mano e stava per togliere il denaro così siamo venuti da te. Io ho in mano il borsellino e lui stringe il mio braccio. Ma i soldi sono miei, e lui è un ladro.
L'altro disse: - Non è vero, il macellaio è venuto da me a comprare l’olio. Gliene avevo versato una bottiglia piena, e lui mi pregò di cambiargli il denaro. Io presi i soldi e li misi sul banco, e lui li prese e fece per sfuggire. Io l’ho afferrato per un braccio e l’ho condotto qui. Il giudice rimase un po' in silenzio e disse: - Lasciate i soldi qui e tornate domani.
Quando fu il turno di Bauakas e dello storpio, Bauakas raccontò come era andata la faccenda. Il giudice ascoltò attentamente e interrogò lo storpio.
- Non è vero - disse - io andavo a cavallo attraverso la città e lui era seduto per terra e mi chiese di farlo salire. Io lo presi a cavallo e lo condussi dove doveva andare, ma lui non volle scendere e disse che il cavallo era suo. Non è vero.
Il giudice rimase a pensare e disse: - Lasciate il cavallo qui e tornate domani.
Il giorno dopo si raccolse molta gente ad ascoltare le sentenze. Per primi entrarono il sapiente e il contadino.
- Prendi tua moglie - disse il giudice al sapiente -, al contadino siano date cinquanta legnate. Il sapiente prese sua moglie, e il contadino ebbe il suo castigo.
Poi il giudice fece chiamare il macellaio.
- I soldi sono tuoi - disse; poi indicando l’altro disse: - e a lui siano date cinquanta legnate.
Infine fecero passare Bauakas e lo storpio.
- Sai riconoscere il tuo cavallo fra venti? - chiese il giudice a Bauakas.
- Certo.
- E tu?
- Anch'io - disse lo storpio.
- Vieni con me - disse il giudice a Bauakas.
Andarono alla scuderia. Bauakas subito indicò il suo cavallo fra altri venti. Poi il giudice mandò a chiamare lo storpio e gli ordinò di indicare il cavallo. Lo storpio lo riconobbe e lo mostrò. Il giudice tornò al suo posto e disse a Bauakas: - Il cavallo è tuo; prendilo. E allo storpio siano date cinquanta legnate.
Dopo la sentenza il giudice andò a casa e Bauakas gli andò dietro.
- Come, non sei soddisfatto delle mie decisioni?
- No, sono soddisfatto - rispose Bauakas -, ma vorrei sapere come hai stabilito che la moglie era del sapiente e non del contadino, che i denari erano del macellaio e non del venditore d'olio, e che il cavallo era mio e non dello storpio.
- Per quanto riguarda la moglie, ecco come ho fatto a saperlo. L’ho chiamata stamattina e le ho detto: "Metti dell'inchiostro nel mio calamaio". Lei ha preso il calamaio, l’ha lavato in fretta e bene, e vi ha versato l’inchiostro. Vuol dire che era abituata a farlo. Se fosse stata la moglie del contadino non lo avrebbe saputo. Dunque aveva ragione il sapiente. Per quanto riguarda il denaro, io l’ho saputo per questo: ho messo i soldi in una tazza piena d’acqua e stamattina ho guardato se galleggiasse sull'acqua dell'unto. Se i soldi fossero stati del venditore d'olio, sarebbero stati sporcati dalle sue mani unte. Sull’acqua non c’era dell'unto. Dunque aveva ragione il macellaio. Per il cavallo era più difficile saperlo. Lo storpio ha riconosciuto subito il cavallo fra venti, come te. Ma io non vi avevo condotto nella scuderia per vedere se voi avreste riconosciuto il cavallo ma per vedere chi di voi due il cavallo avrebbe riconosciuto. Quando tu ti sei avvicinato a lui, la bestia ha girato il capo e l’ha teso verso di te, e quando lo storpio l’ha toccato, la bestia ha drizzato le orecchie e ha scalciato. Per questo ho stabilito che il vero padrone del cavallo eri tu.
Allora Bauakas disse: - Io non sono un mercante, ma il re Bauakas. Ero venuto qui per vedere se avevano ragione quelli che mi parlavano di te. Ora ho visto che sei un giudice probo. Chiedimi quello che vuoi e io ti ricompenserò.
Il giudice disse: - Non mi occorre nessuna ricompensa; sono felice del fatto che il mio re mi abbia lodato.

(Da I quattro libri di lettura, in "Racconti e novelle", trad. E. Bazzarelli, Mursia, Milano, 1989)

Esercizio 2

Lavora sul testo in base alle proposte sotto riportate.

  1. Suddividi il racconto in sei sequenze.
  2. Precisa in base a quali criteri puoi suddividere il racconto, tenendo conto della presenza degli indicatori (cambiamento di spazio o tempo; entrata o uscita di scena dei personaggi; passaggio dal discorso indiretto al diretto, ecc.).
  3. Individua gli elementi del reticolo narrativo (introduzione, esordio, acme e scioglimento).
  4. Rileva a quale elemento del reticolo narrativo è dato maggiore spazio e in base a quale finalità.
  5. Indica in che modo si stabilisce la relazione tra i personaggi e lo spazio in cui è ambientata la vicenda, selezionando l’ipotesi che ti sembra più corretta, tra quelle riportate:
  1. Stabilisci quali temi (dinamici, descrittivi o riflessivi) prevalgono nel racconto.
  2. Redigi un riassunto che occupi lo spazio di 12 righe.
  3. Ricostruisci la cronologia della fabula, chiarendo se l’intreccio rispecchia una successione lineare dei fatti, oppure se sono riscontrabili analessi o prolessi.
  4. Rileva la morale del racconto.
  5. Elabora un commento personale (ad esempio, spiega per quali ragioni il testo ti è piaciuto oppure ti ha lasciato indifferente).

Analisi testuale della novella aneddotica

La novella aneddotica

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25-04-2015