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Per sostenere la Chiesa, suo braccio destro nel governo del territorio, impose la restituzione dei beni a lei sottratti dai precedenti monarchi e stabilì il pagamento delle decime. Emanò leggi e decreti e vigilò sulla loro attuazione rendendo stabile l'istituto dei "missi dominici" - un conte e un vescovo (o una abate) - la cui competenza andava dall'amministrazione della giustizia alla sorveglianza dei costumi, fino al controllo della vita privata di vescovi, sacerdoti e laici. Non possiamo dimenticare che questo legame tra Impero e Chiesa fu la base che diede il via alle crociate, quei movimenti composti da masse che spesso si improvvisavano soldati pronti a muovere guerra contro l'invasore, unite da un propagandato principio ideologico esplicitamente innovativo per il mondo occidentale: la guerra per difendere un credo religioso. Dopo che sono trascorsi circa 12 secoli, cosa è rimasto di quell'impianto? E' naturale che la struttura amministrativa voluta da Carlo Magno abbia gettato i suoi riflessi sulle società che la seguirono e, soprattutto, è sopravvissuta alla successiva frammentazione del suo impero. Lo stesso dicasi per l'influenza del credo cristiano sulle società fino ai tempi odierni. Con gli strumenti di analisi sviluppati dalla ricerca moderna cercheremo di esaminare alcuni aspetti di questi influssi, seguendo nella riflessione i seguenti percorsi:
Il susseguirsi di queste analisi alimenterà una inevitabile questione il cui nocciolo potremo svelare solo al termine di queste riflessioni. |
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