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Claude Lévi Strauss utilizzava il seguente paragone per spiegare le società: esse sono come macchine termodinamiche distinguibili l'una dall'altra attraverso una certa temperatura interna.
Provate ora a immaginare che l'insieme degli individui sia quell'acqua racchiusa dai confini della pentola e che possa attingere energia dall'esterno: più forza acquista e più si mette in movimento. Tornando alla rappresentazione dell'antropologo, le società più sono "calde" e più sono dinamiche; il contrario vale per quelle "fredde". Solo che le società non sono sistemi isolati: possono venire in contatto l'una con l'altra. La storia ci insegna cosa succede, quando una società calda incontra una fredda: mentre noi ci aspetteremmo un inglobamento con corrispondente abbassamento di temperatura di quella più "calda", capita invece che la seconda venga spazzata via e sostituita dalla prima. Il perché è facilmente spiegabile in questo modo: alla società calda non interessa unirsi a quella fredda quanto piuttosto far propria la fonte d'energia prima da quella utilizzata. La società fredda è quindi un intralcio all'utilizzo esclusivo del "fornello" ricercato dalla società calda, per mantenere o addirittura aumentare la propria temperatura. |
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