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IDEOLOGIA DELL'ANABATTISMO
Impiccagione di contadini
Le dottrine fondamentali degli Anabattisti (Ribattezzatori) furono definite nel 1527 nella cosiddetta "Confessione di Schleitheim":
Rifiutando inoltre le istituzioni di potere, gli anabattisti si ritenevano direttamente ispirati dallo Spirito santo.
Essendo assente ogni forma di clero e di liturgia tradizionali (tutti i sacramenti sono soltanto simboli di una realtà spirituale e non hanno un potere salvifico in sé), essi erano convinti che ogni fedele potesse essere un "carismatico" in grado di guidare gli altri verso la realizzazione di un regno di giustizia-uguaglianza, ritenuto imminente in virtù della parusia del Cristo.
In tal senso la chiesa non poteva essere di massa o istituzionalizzata, ma solo di militanti o credenti convinti, quindi necessariamente di minoranza, di piccole formazioni religiose autonome.
Ciò che distingueva nettamente la loro fede da altre confessioni era la convinzione che il battesimo fosse per gli adulti e non per i bambini.
Il battesimo per gli adulti non riguardava semplicemente un dogma religioso, ma anche le questioni politiche, poiché la Chiesa - sia cattolica che luterana - si serviva di questo sacramento come di una forma di censimento dei credenti, per dimostrare, sul piano numerico, la propria grandezza e quindi per assicurarsi un'adesione, almeno formale o istituzionale, alla fede dominante.
Essere contrari al battesimo dei bambini, i cui registri parrocchiali avevano un valore pari a quelli anagrafici, significava mettere in discussione che una determinata chiesa potesse pretendere d'essere più istituzionale di altre, cioè significava rifiutare il concetto di religione di stato.
Ancora oggi l'anabattismo viene considerato dagli storici tedeschi come un'anticipazione storica di vari contenuti dei movimenti di sinistra extra-parlamentare, specie gli anarchici.
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