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IL GIOVANE PICASSO

Picasso nasce a Malaga, in Spagna, nel 1881: il padre è pittore ed insegnante di disegno. Sino al 1894 il giovane Picasso resta sotto la direzione artistica del padre. sinché questi, vedendo il talento straordinario del figlio, gli dona pennelli e tavolozza e rinuncia lui stesso per sempre a dipingere.

Quando la famiglia si trasferisce a Barcellona, nel 1895, il giovane Picasso era già talmente bravo che poté saltare le prime classi, superando brillantemente la prova di ammissione alle classi superiori.

L'anno dopo ha già il suo primo studio a Barcellona ed espone il suo primo grande dipinto accademico realizzato ad olio: La prima comunione.

Il secondo dipinto, Scienza e carità, vince la medaglia d'oro all'esposizione di Malaga. I fratelli del padre mandano del denaro affinché Pablo studi presso l'Accademia Reale di San Fernando a Madrid, ma nell'inverno del 1897 l'abbandona perché si ammala di scarlattina, ma anche perché gli ambienti accademici e familiari cominciavano a stargli stretti.

Picasso Autoritratto a 19 anni

Preferisce ritirarsi in solitudine in un villaggio dei Pirenei, con l'amico Pallarés, e nel 1899 inizia a frequentare, a Barcellona, il cabaret "Els Quatre Gats", incontrandosi con artisti e intellettuali modernisti, influenzati dall'Art Noveau francese e dai Preraffaelliti inglesi.

In preda all'entusiasmo per le nuove tendenze artistiche, con l'amico e pittore Casagemas parte per Parigi nel 1900, dove comincia a vedere opere di Cézanne, Toulose-Lautrec, Degas, Bonnard e altri. Il mercante Manach gli offre 150 franchi al mese in cambio di quadri, ma alla fine dell'anno ritorna con Casagemas a Barcellona e Malaga.

Per una questione d'amore con una donna, nel 1901, Casagemas si suicida a Parigi. Picasso va a Madrid a dirigere la rivista "Arte Joven", che però fallisce dopo pochi numeri, così a maggio, deluso da quello che lui reputa il "provincialismo" della sua patria, torna per la seconda volta a Parigi. Le opere che pubblica vengono firmate soltanto "Picasso", dal nome della madre.

Esegue opere su motivi della vita parigina, in cui compaiono spesso come temi la povertà, la vecchiaia e la solitudine: ha inizio il "periodo blu", perché la tavolozza è quasi monocroma, sul verde e blu. La morte dell'amico Casagemas lo influenzò moltissimo nella scelta di questo stile.

Gli scade nel 1902 il contratto con Manach, per cui è costretto a rientrare a Barcellona, ma in ottobre torna per la terza volta a Parigi e non avendo soldi per le tele, esegue quasi esclusivamente disegni.

Nel gennaio 1903 è costretto a ritornare a Barcellona, dove dipinge più di 50 opere con toni intensi del blu, che esprimono la miseria fisica della vecchiaia e della debolezza.

Picasso da giovane

Nel 1904 si trasferisce definitivamente a Parigi. Conosce Fernande Olivier, che sarà la sua compagna per sette anni. Fa spesso visita al circo Médrano (dove trova ispirazione per motivi di circo e saltimbanchi). Termina il "periodo blu". I temi circensi segnano l'inizio del "periodo rosa", artisticamente più sicuro, più maturo di quello "blu". La povertà e la depressione cedono il posto a un'atmosfera più leggera. Saltimbanchi, acrobati, arlecchini... vengono tuttavia dipinti in luoghi di solitudine, senza spettatori.

Nel 1906 visita l'esposizione di sculture iberiche al Louvre: ne resta molto impressionato. Vollard acquista la maggior parte dei "dipinti rosa", consentendogli per la prima volta di non avere preoccupazioni finanziarie. Si reca in Spagna a far visita ai propri genitori.

Il 1906 è un anno molto importante per Picasso, perché nello stesso tempo conosce Matisse e Derain, i due artisti legati a Cézanne (che morirà il 22 ottobre dello stesso anno), e scopre l'arte tribale africana, anzi, come allora si diceva, "l'arte negra", termine con cui s'indicava anche l'arte proveniente dall'Oceania; un'arte che aveva già suscitato forti interessi da parte del Fauvismo.

Due quadri fondamentali del 1906 segnano la sua iniziale rottura col cosiddetto "periodo rosa": Autoritratto con tavolozza e Gertrude Stein, dove gli sguardi, seri ma inespressivi, tendono ad assumere i contorni della maschera. Molto significativi sono anche gli studi preparatori al suo capolavoro delle Demoiselles.

Anche il suo Autoritratto del 1907 è un chiaro indizio della svolta artistica che si sta verificando nella sua pittura. Infatti, dopo molti studi e variazioni, in luglio termina il grande quadro Les demoiselles d'Avignon: è la prima opera "cubista". Kahnweiler, entusiasta del dipinto, diviene il suo unico mercante.

Homolaicus - Ultima modifica: 05 agosto 2013 - Sez. Arte