LE PERSONE CHE PRETENDONO DI SPIEGARE I QUADRI, DI SOLITO ABBAIANO ALL'ALBERO SBAGLIATO.

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R E A Z I O N I

Quando Picasso mostrò l'opera ad amici, critici e collezionisti, nel suo studio parigino del Bateau-Lavoir (1), provocò un unanime rifiuto. Tra i più indignati vi fu Matisse, che definì il lavoro un oltraggio, un tentativo di mettere in ridicolo il movimento moderno.

Il critico Fénéon gli consigliò di dedicarsi alle caricature; il collezionista russo S. Scukin ne parlò come della rovina dell'arte francese; la collezionista e scrittrice americana G. Stein paragonò l'opera a un vero cataclisma (anche se ben presto si convinse, al pari di A. Breton, che si era di fronte a qualcosa di meraviglioso); il collezionista tedesco W. Uhde scrisse di un quadro stupefacente e strano; Apollinaire fu abbastanza infastidito; Braque restò scettico e Derain, inquietato, sostiene che un giorno si sarebbe trovato Picasso appeso a testa in giù.

Tra i galleristi che sostengono l'arte di Picasso fin dal primo soggiorno parigino, vi sono Weill, Kahnweiler e Vollard, che saranno oggetto di alcuni celebri ritratti.

D'altra parte lo stesso Picasso dichiara alla Stein che "ogni capolavoro viene al mondo con una dose di bruttezza congenita. Questa bruttezza è il segno della lotta del suo creatore per dire una cosa nuova in maniera nuova".

Il quadro infatti non aveva precedenti storici: non solo per i volti-maschere, ma anche per la spigolosità dei corpi, per la loro voluta deformazione. Il colore appariva duro e secco, dava pochissimo spazio ai rilievi: non è modulato dalla luce ma ha una definizione del tutto indipendente da qualsiasi incidenza luminosa e segue l'inclinazione dei piani.

Quello che ha realizzato Picasso ha un qualcosa di sconvolgente, poiché, ponendo fine all'arte occidentale pone fine alla rappresentazione tout-court dell'essere umano. Uno sconvolgimento del genere non sarebbe potuto durare a lungo in un pittore tragico come van Gogh, ma ha potuto durare a lungo in un pittore come Picasso, perché egli ha avuto paura della sua stessa produzione.

Questo dipinto non era destinato al pubblico, poiché appare come una sorta di diario di bordo, in cui si racconta un viaggio terminato, per cominciarne uno nuovo che sarà molto diverso dal precedente. Esso infatti verrà presentato al pubblico solo 30 anni dopo, al Petit Palais di Parigi, dopo essere stato acquistato dal collezionista privato Jacques Doucet. La presentazione che se ne fece nel 1916, presso il Salon d’Antin, trovò un pubblico del tutto indifferente. Il Museum of Modern Art di New York City lo acquisterà nel 1938.

Un quadro con pochi simboli, eppure così pieno di pathos. E' il capolavoro di una sofferenza esistenziale. Non esiste altro quadro al mondo che abbia suscitato più studi, dipinti e disegni di questo. Infatti, il dipinto, a parte le influenze che tutti conosciamo sulla pittura d'avanguardia europea, ha decisamente influenzato anche pittori americani come Jackson Pollock e Willem de Kooning. Alcuni ritengono ch'esso abbia condizionato anche il modo di dipingere le donne o comunque la riduzione della donna in caricatura.

Il quadro va visto da sinistra a destra, per concludersi nel centro in basso, ove la frutta, dipinta per ultima, è forse l'elemento più positivo, più aperto alla speranza: il pittore sembra essere disposto a offrirne all'osservatore, mostrando come al fondo del processo di trasformazione dell'io esista una sorta di ottimismo che salva dalla disperazione, dalla follia. L'arte di Picasso è una forma di recitazione a soggetto, usata dall'artista per emanciparsi socialmente.


(1) Gruppo di artisti formatosi a Montmartre nel 1908, prendendo il nome dalla casa in cui Picasso viveva fin dal 1904, una fabbrica cadente che si apriva in place Ravignan, così definita da Max Jacob.
La zona di Montmartre era il cuore della bohème parigina: vi si trovavano gli atelier degli artisti, i locali notturni, le case di piacere e numerosi caffé, che divengono luogo d'incontro spontaneo tra artisti e intellettuali. In questi ambienti si cementa l’amicizia di alcuni fra i più illustri artisti dell’arte moderna e nascono grandi capolavori.
Il "Bateau Lavoir" era il quartier generale della bohème di Montmartre. Vi convenivano, oltre a Picasso, Braque, Max Jacob, Marie Laurencin, Guillaume Apollinaire, André Salmon, Maurice Raynal, Juan Gris, Gertrude e Leo Stein. Si aggregarono in seguito Fernand Léger e quindi Robert Delaunay, Albert Gleizes, Andre Lhote, Jean Metzinger, Francis Picabia e Alexander Archipenko.
E’ nel "Bateau Lavoir" che Picasso aveva elaborato la sua prima maniera del "periodo blu" e dove dipinse Les Demoiselles d’Avignon.
Il "Bateau Lavoir" fu sede di memorabili riunioni di letterati, critici e artisti e nel 1908 Apollinaire vi organizzò la celebre serata in onore del "doganiere" Rousseau. Qui prese forma e si consolidò la prima corrente cubista. (torna su)

Homolaicus - Ultima modifica: 05 agosto 2013 - Sez. Arte