|
||||
BABBO NATALE
Presepe - Stella cometa - Babbo Natale - Albero - Strenna - Epifania - Vischio Il disegnatore della Coca Cola, Huddon Hubbard Sundblom, ispirandosi a una descrizione ideale di un commesso viaggiatore pieno di pacchetti, uscita sul New York Times, arrivò a disegnare l'attuale immagine di Babbo Natale.
Esiste però un antecedente di Babbo Natale in s. Nicola di Bari, che venne canonizzato per sostituire Saturno. Nato in Turchia (a Patara) nel IV secolo da una ricca famiglia, s. Nicola fu vescovo di Myra (in Licia), dove rimase fino alla morte. Nel 1087 le sue ossa furono trafugate da un gruppo di mercanti baresi, in un territorio già devastato dall'occupazione turca, e trasportate nel capoluogo pugliese e dove poi sono rimaste. Nicola era solito fare regali generosi restando anonimo. Nel Trentino, in Alto Adige il suo culto, arrivato direttamente dall'oriente bizantino, è documentato sin dall'VIII secolo, ancor prima che le spoglie fossero traslate a Bari. In Austria (ma anche in Istria) si raccontava che Sankt Nikolaus, col mantello rosso e la mitra vescovile, portasse sulle spalle un sacco pieno di doni; lo accompagnava Krampus o Klabaus, un personaggio terribile, col viso scuro, una lunga lingua rossa e le corna sulla testa. In sostanza il nome del vescovo di Myra entrò nelle tradizioni di molti popoli europei: uno di questi era Sanda Klaus. Importato dagli emigranti in Nord America, divenne Santa Klaus, dove agli inizi del '900 il mantello vescovile divenne la casacca rossa orlata di pelliccia bianca e la mitra si trasformò in cappuccio. L'illustratore Thomas Nast battezzò definitivamente l'identikit del moderno Babbo Natale, mettendogli a disposizione una slitta con le renne e domiciliandolo nel Polo Nord: il prodotto americano per le feste natalizie era pronto e venne esportato in Europa nel dopoguerra. Babbo Natale è San Nicola. San Nicola nacque a Patara (Turchia) da una ricca famiglia, fu il Vescovo di Myra nel IV secolo d.C. e li venne seppellito. Nel 1087 la sua salma e il suo tesoro presunto furono trafugati da cavalieri crociati italiani. La salma fu lasciata a Bari e di questa città San Nicola diventò il santo protettore. Di lui parla anche Dante nel Purgatorio (XX-31-33). La leggenda più antica su San Nicola ha subito poi leggere correzioni per renderla adatta ai bambini, ma così raccontava: tre giovani povere erano destinate alla prostituzione. Un nobiluomo caduto in miseria voleva sposarne una ed era commosso dai loro pianti. Andò da S. Nicola che promise di aiutare tutti: per due notti consecutive lanciò un sacco di monete d’oro all’interno della casa delle tre fanciulle. Al terzo giorno trovò le finestre chiuse, ed allora fece entrare in casa il sacco calandolo dal camino. Intorno al camino erano stese delle calze, che si riempirono di monete d’oro. Nella fantasia popolare S. Nicola diventò “il portatore di doni”, nella notte del 6 dicembre (S. Nicola) e successivamente nella notte di Natale. Il culto di San Nicola, che si era diffuso nel nord Europa, fu poi portato dagli immigrati olandesi in America. Il santo in olandese veniva chiamato Sinter Klass ma negli Stati Uniti si affermò come Santa Klaus. Nel 1809 lo scrittore Washington Irvin raccontò per la prima volta gli spostamenti di Babbo Natale nel cielo per la distribuzione dei regali; nel 1821 il pastore americano Clement Clarice Moore scrisse una favola sul Natale, per i bambini, nella quale il personaggio di Babbo Natale appariva con una slitta tirata da otto renne. Nel 1860 Thomas Nast, illustratore e caricaturista del giornale New Yorkais Illustrateur Weekly, rivestì Babbo Natale di una lunga mantella guarnita di pelliccia. Per quasi 30 anni Nast illustrò tutti gli aspetti della leggenda di Natale e nel 1885 stabilì la residenza di Babbo Natale al Polo Nord. L’anno seguente lo scrittore americano Gorge P. Webster precisò che la fabbrica di giocattoli e dimora di Babbo Natale erano nascosti tra i ghiacciai del Polo Nord. Nel 1931 la Coca Cola decise di usare Babbo Natale nelle sue campagne pubblicitarie e commissionò ad un artista americano, tale Haddon Sundblom, l’incarico di ridisegnare e standardizzare il vecchio santo gentiluomo. L’artista si ispirò al suo vicino di casa, commesso viaggiatore sempre indaffarato con pacchi e pacchetti, un uomo grasso con barba bianca e fare pacioso. Vicino di casa + colori bianco e rosso della coca cola = Babbo Natale. L’immagine convinse i dirigenti della Coca Cola che la riportarono su una delle prime pubblicità: un folletto ciccione con la pancia a botte, il barbone bianco, che indossa un abito rosso bordato di pelliccia bianca, stivali neri e cinturone con in mano una bottiglia di Coca Cola. Da quando quella campagna pubblicitaria fu conclusa, nessuno al mondo ha mai più visto Babbo Natale raffigurato con colori diversi. Come invece il cavallo bianco di San Nicola si sia trasformato in quattro renne, questo non si sa. |