Tannenberg, la sconfitta russa in Prussia Orientale

Prima della battaglia di Tannenberg ci sono due sconfitte tedesche, a Stalluponen e Gumbinnen, che per converso rappresentano una illusione russa. Dopo verrà il momento della verità, quando al comando dell'armata della Germania arriveranno von Hindenburg e Ludendorff, e per i russi l'illusione si trasformerà in una delle più gravi batoste della loro storia militare.

Tannenberg è il nome tedesco dato alla località polacca di Stebark, e qui dal 26 al 29 agosto 1914, agli inizi della prima guerra mondiale, l'esercito tedesco riuscì ad arrestare l'avanzata russa in Prussia distruggendo la II armata russa del generale Samsonov.

La sera del 25 agosto 1914 il generale russo Samsonov dispose per il combattimento le sue truppe: il 23° Corpo d'armata a sinistra, il 15° e il 13° al centro, il 6° a destra. Di contro i tedeschi avevano schierato l'intera ottava armata al comando di Hindenburg e Ludendorff.

La battaglia vera e propria cominciò il 26 agosto 1914. All'alba il primo reparto a mettersi in marcia fu il 6° Corpo d'armata russo del generale Blagovestcenskij, puntando verso il centro. Si trovò subito attaccato alle spalle da von Mackensen, del quale ignorava la presenza. Infatti, fino alla seconda guerra mondiale quasi tutte le battaglie terrestri e navali si svolsero in seguito a incontri fortuiti tra i nemici, in terra o in mare, dopo casuali segnalazioni di vedette o di esploratori. Pertanto, quando sull'infelice Blagovestcenskij piombò inaspettato anche von Below, la sorte del suo 6° Corpo d'armata fu segnata. L'ala destra di Samsonov era aggirata. Al centro i russi resistevano bene.

Il giorno dopo, il 27 agosto, Samsonov decise che a sostegno del 23° Corpo d'armata in crisi, il 1° Corpo d'armata del generale Artomonov avrebbe attaccato l'ala destra tedesca del generale von Francois. Il generale tedesco non aspettava altro. Alle quattro del mattino la sua famosa artiglieria aprì sui russi un violento fuoco, poi le sue fanterie presero la località di Usdau, dove Artomonov aveva stabilito il suo comando. Entro le undici del mattino il primo Corpo d'armata russo aveva abbandonato il campo.

La battaglia proseguì violentissima anche il giorno 28 agosto, con attacchi e fughe dalle due parti. Le perdite, specie le russe, erano enormi. Il 28 mattina Ludendorff ordinò a von Francois di piegare a sinistra in appoggio di Scholtz, ma egli, con ragione, disubbidì. Infatti puntava a tagliare la ritirata al fianco sinistro di Samsonov e quindi proseguì imperterrito verso est, perché questa era la manovra giusta. Ludendorff e Hindenburg si erano trasferiti a Frogenau, presso il comando di Scoltz, a tre chilometri da Tannenberg. Verso sera, quando seppero che von Mackensen e von Below stavano demolendo l'ala destra russa, si resero conto che von Francois aveva visto bene ed ebbero il buon senso di riconoscerlo.

A questo punto il generale russo Samsonov, con il 1°, il 23° e il 6° Corpo d'armata fuori combattimento, poteva considerarsi sconfitto. Il nemico lo aveva ormai aggirato e soltanto il 15° e il 12° Corpo continuavano a resistere. Samsonov, salito a cavallo, raggiunse il generale Martos in prima linea e la sera del 28 agosto comandò la ritirata generale. Questo accrebbe il disastro. Mentre ripiegava, il generale Kliuev fu travolto da von Below, piombatogli addosso. Lo stesso toccò a Martos e le truppe dei due generali russi finirono tra le paludi e le sabbie. Martos, il miglior generale della Seconda armata russa, fu preso prigioniero dai tedeschi la sera del 29 agosto. Anche Kliuev cadde prigioniero e il 29 agosto il suo corpo d'armata si fece uccidere sul posto, in una eroica e inutile ecatombe.

Nel frattempo il generale russo Artomonov era stato sollevato dal comando del 1° Corpo per incapacità. Lo aveva sostituito il generale Sirelius, riuscendo per un momento a riconquistare Neidenburg. Fu una breve fiammata. Mentre le sue truppe venivano snidate dalle posizioni appena raggiunte, Samsonov metteva fine alla tragedia sua e dell'armata uccidendosi in un bosco con un colpo di pistola.

Al quartier generale russo per due interi giorni non si seppe quale fosse stata la sorte della armata del Narev. Più tardi si fece il calcolo dei morti e delle perdite. I russi uccisi erano stati oltre cinquantamila, i prigionieri novantaduemila. Di questi novantaduemila, von Francois da solo ne aveva catturato sessantamila. Inoltre i tedeschi si erano impadroniti di almeno cinquecento dei seicento cannoni in dotazione alla Seconda armata. Anche i germanici avevano subito molte perdite, ma in proporzioni assai minori.

Tannenberg in un dipinto d'epoca

Ecco come il premio Pulitzer Barbara Tuchman racconta la ritirata dell'esercito dello zar nel libro: "I cannoni d'agosto":
"... La ritirata che ebbe luogo nei due giorni successivi, 29 e 30 agosto, fu un inesorabile crescente disastro. I due corpi d'armata del centro, quelli che si erano battuti meglio e più a lungo, che si erano spinti più avanti e si erano ritirati per ultimi, furono anche quelli che avevano le minori probabilità di salvezza, e quelli più strettamente irretiti nell'accerchiamento germanico.

Il corpo d'armata del generale Kliuev era ancora sull'offensiva quando Below irruppe nella falla di Allenstein alla sua destra e completò l'accerchiamento del centro russo. Il suo corpo d'armata e quello del generale Martos si dispersero per le foreste e per le paludi, in marce inutili e giri sbagliati nel vano tentativo di raggrupparsi e reagire mentre l'accerchiamento si stringeva.

Nella zona paludosa dove non si poteva fare un passo fuori delle strade sopraelevate, i tedeschi avevano posto delle pattuglie munite di mitragliatrici ad ogni incrocio. Negli ultimi quattro giorni gli uomini di Martos morirono letteralmente di fame. Il corpo d'armata di Kliuev nelle ultime quaranta ore fece settanta chilometri senza toccare cibo. I cavalli erano senza foraggio e senz'acqua".

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