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PRIMITIVISMO

L'arte tribale africana, per Picasso, voleva anzitutto dire spontaneità, fedeltà agli istinti e alle passioni, ma anche superamento delle tradizionali leggi prospettiche.

Picasso ha sentito il fascino di quest'arte e, come intellettuale insoddisfatto dei canoni occidentali, l'ha indirizzato verso una distruzione sistematica di questi stessi canoni. Sapeva di poterlo fare proprio perché egli veniva già considerato nel suo paese d'origine come un pittore accademico di grandissimo talento. (Leggi le sue parole).

A Picasso non è mai importato nulla del contenuto etnografico delle sculture africane. Esattamente come gli impressionisti nei confronti della pittura giapponese, egli s'interessò unicamente delle forme e se ne servì in chiave polemica, contro i canoni accademici (quelli del realismo e simbolismo borghese e aristocratico) che non voleva più rispettare.

Arte africana, Volto in pietra, XI sec.

Picasso ha usato l'arte primitiva nera per dare un nuovo significato a quella occidentale post-impressionista, il cui punto culminante, in forma logico-astratta, per la parte non figurativa, era stato Cézanne.

Cultura Ife (Nigeria), Maschera in terracotta del XIII sec.

La grandezza e insieme l'ambiguità del quadro è che tutto si concreta, la tesi e l'antitesi, in un unico dipinto. D'altra parte per Picasso qualunque cosa andava bene per dipingere qualunque cosa. Se l'immagine ha un'autonomia assoluta rispetto alla realtà, non essendo più rappresentazione di apparenze, ma pura interpretazione, allora può essere eseguita senza rispetto di vere regole formali (il Picasso successivo utilizzerà persino collages, scritte, stoffe... incollate sui dipinti).

Picasso voleva chiaramente liberarsi dall'obbligo di rappresentare la realtà, apparendogli questa, a motivo delle contraddizioni di inizio secolo, del tutto irrappresentabile. Se la realtà è arbitraria, in effetti non si comprende perché non debba esserlo anche l'interpretazione artistica. Non a caso la critica sovietica di allora definiva Picasso un'espressione della società borghese in disfacimento (ovviamente sino alla svolta di Guernica).

In un unico quadro si assiste a un percorso artistico che ha coinvolto tutta la pittura francese fino all'esistenzialismo dannato di van Gogh, passando attraverso le astrazioni concettuali di Cézanne, per approdare all'irrazionalismo cubista.

Il primitivismo di Picasso poteva essere occasione di un recupero di tradizione abbandonate, misconosciute dall'occidente, cattolico prima, borghese dopo, ma può un artista assumersi un compito così grande? può l'arte stessa assumersi un compito che in realtà dovrebbe appartenere all'intera società? In che modo l'intuizione geniale di un singolo può trasformarsi in un'esperienza di vita sociale?

Il suo primitivismo è nelle due figure di destra. Questa parte del quadro fu realizzata per ultima, su suggestione delle opere d'arte africane presenti nel museo etnografico del Trocadero, di Parigi.

Maschera rituale proveniente dalla Costa d'Avorio

Sono rintracciabili caratteri comuni nella scultura africana come gli occhi a losanga, la bocca piccola di forma ovale, il tratteggio a strisce, il volto che diventa un piano continuo, su cui appoggiare il naso e l'arco degli occhi.

Testa coronata di Oni, primo re di Ife (XII-XV sec. d.C.), Ife, Museum of Ife Antiquities

A Picasso interessò l'elemento spaziale dell'arte africana. La deformazione appariva ragionevole, magica, apotropaica.

L'opera è la principale porta d'accesso all'arte del XX sec. Ma proprio perché inaugura una forma d'arte che presume di porsi in alternativa a tutta la tradizione occidentale senza però uscire dai limiti di una rappresentazione "deformata", al fondo "alienata", della personalità umana.

In particolare le maschere sono caratterizzate da una notevole stilizzazione e da un geometrismo molto accentuato.

(Non fu solo Picasso a restare impressionato dall'arte africana, ma anche Brancusi e Modigliani).

Homolaicus - Ultima modifica: 05 agosto 2013 - Sez. Arte