Giuseppe Flavio
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GIUSEPPE FLAVIO
Giuseppe Flavio
Allo storico ebreo Giuseppe Flavio, particolarmente nella sua opera principale, "Guerra Giudaica", siamo debitori della conoscenza di fatti ed aspetti della vita al tempo di Gesù, per cui è opportuno farne menzione.
Joseph ben Matthias nacque a Gerusalemme nel 37 d.C. circa, quindi quattro anni dopo la morte di Gesù, da una nobile famiglia sacerdotale ed ebbe un'educazione con un forte influsso della cultura greca e latina. In gioventù assunse posizioni vicine al movimento dei farisei, molto osservante della Torah, ma ostile ai nazionalisti ebrei ed in particolare agli zeloti. Nel 64 si recò a Roma e rimane impressionato dalla potenza militare e dal livello di vita dei Romani.
Durante la rivolta contro Roma, iniziata nel 66, fu il governatore militare ribelle della Galilea. Quando i rivoltosi si resero conto di non essere in grado di vincere le superiori forze dei romani, decisero di suicidarsi in massa. Joseph convinse gli altri dell'immoralità del suicidio e alla opportunità che a turno si perdesse la vita per mano dei compagni; con uno stratagemma riguardante l'ordine delle successive morti fece poi in modo di rimanere l'ultima persona viva del suo gruppo di combattenti e, invece di uccidersi, si consegnò ai romani.
Durante l'incontro con il comandante militare romano Tito Flavio Vespasiano, Joseph gli predisse che sarebbe diventato imperatore, come poi avvenne e Vespasiano gli risparmiò la vita. Alla famiglia di Vespasiano egli rimase in seguito legato e lo stesso imperatore gli cambiò il suo nome in Giuseppe Flavio.
Giuseppe fu usato dai romani a fini propagandistici, per convincere i ribelli ad arrendersi. Trascorse il resto della sua vita a Roma, scrivendo opere che avevano un carattere filo-romano, ma che spiegavano ai lettori anche la storia e le credenze degli ebrei.
Nella "Guerra Giudaica", che rappresenta la principale fonte storica per gli eventi relativi alla guerra contro Roma, egli sostenne che la rivolta era opera di una piccola banda di zeloti e non, come generalmente si riteneva, una insurrezione popolare. Descrisse nella "Guerra Giudaica" anche gli ultimi giorni della fortezza ebraica di Masada, dove la maggior parte di coloro che la stavano difendendo si uccise.
Nel libro "Antichità Giudaiche" vi sono dei rapidi accenni a Gesù. Benché questi accenni siano ora considerati da alcuni storici in tutto o in parte, delle aggiunte fatte dai cristiani, essi garantirono in ogni caso la conservazione del testo greco di Giuseppe da parte della chiesa cristiana. Questi scritti sono estremamente importanti dal punto di vista storico, poiché contengono preziose notizie relative ai movimenti religiosi del giudaismo ortodosso come gli esseni, i farisei, gli zeloti, ecc.
Mentre gran parte degli ebrei suoi contemporanei considerarono Giuseppe Flavio traditore e apostata, taluni ritengono oggi che egli, in un periodo nel quale le forze esterne minacciavano la totale distruzione del monoteismo ebraico, abbia perseguito con lucidità il fine della sua conservazione al prezzo di compromessi con il mondo vincente greco/romano.
Costantino Biglietto (morto nel 2019)
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