Spinoza sulle donne

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Spinoza sulLE DONNE

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“Ma forse qualcuno chiederà: le donne sono in potestà degli uomini per natura o per istituzione? Infatti, se ciò avviene soltanto per istituzione, nessuna ragione ci costringerebbe a escluderle dal governo. Però, se consideriamo l’esperienza stessa, vedremo che tale esclusione nasce dalla loro debolezza. Infatti, non accade in nessun luogo che uomini e donne governino insieme, ma ovunque si trovino uomini e donne, lì vediamo che gli uomini governano e le donne sono governate, e in tal modo entrambi i sessi vivono in concordia. Al contrario, le Amazzoni, che si tramanda abbiano un tempo regnato, non permettevano che gli uomini risiedessero nel loro territorio: allevavano soltanto le femmine, e uccidevano i figli maschi. Se le donne fossero per natura uguali agli uomini, tanto per forza d’animo quanto per ingegno – ed è soprattutto in ciò che consiste la potenza umana e quindi il diritto –, di certo tra tante e tanto diverse nazioni se ne troverebbe almeno qualcuna dove entrambi i sessi governano alla pari, e altre dove gli uomini sono governati dalle donne ed educati in modo da risultare inferiori alle donne per ingegno. Ma poiché ciò non è accaduto in nessun luogo, è del tutto lecito affermare che per natura le donne non hanno il medesimo diritto degli uomini, ma devono necessariamente ubbidirgli. E’ quindi impossibile che entrambi i sessi governino alla pari, e ancor meno che gli uomini siano governati dalle donne. Inoltre, se consideriamo gli affetti umani – cioè che gli uomini per lo più amano le donne solo di un amore carnale (libidinis affectu), e stimano il loro ingegno e la loro sapienza solo in ragione della loro bellezza, e inoltre che gli uomini a stento sopportano che le donne da loro amate accordino in qualche modo ad altri i loro favori, e via dicendo – vedremo ben facilmente che non è possibile, senza un grave danno per il mantenimento della pace, che gli uomini regnino alla pari con le donne. Ma su ciò non serve dire altro”.

Questa è l’ultima pagina del Trattato politico rimasto incompiuto.[1]

Un quarto di secolo prima, nel Leviatano, Hobbes ha sostenuto, invece, l’origine istituzionale e non naturale dell’inferiorità della donna: “Nella condizione di mera natura, nella quale non sussistono leggi matrimoniali, non si può sapere chi sia il padre se non viene dichiarato dalla madre; pertanto il diritto di dominio sui figli dipende dalla volontà della madre e di conseguenza le appartiene”.[2]

Torino 16 dicembre 2012


[1] In Tutte le opere, ed. Bompiani 2010, pp. 1781-83.

[2] Hobbes, Leviatano, cap. XX, p. 168 nell’edizione Laterza 2011.


Giuseppe Bailone

Fonti

www.fogliospinoziano.it

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Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teorici
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Aggiornamento: 26-04-2015