LA RIVOLUZIONE FRANCESE
La nascita della democrazia politica borghese


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DALLA RIVOLUZIONE FRANCESE ALLA COMUNE DI PARIGI (1789-1871)

I tre stati collaborano alla realizzazione della Costituzione
I tre stati collaborano alla realizzazione della Costituzione

Lo sviluppo capitalistico del primo periodo manifatturiero (XVI-XVII sec.) procedeva lentamente. Solo alla fine del XVIII sec. ci fu una vera e propria rivoluzione industriale e solo in Inghilterra. A partire da questa rivoluzione i progressi furono sconvolgenti. Se all'inizio il lavoro manuale fu eliminato solo nel ramo industriale della filatura del cotone, in seguito il processo di sostituzione interessò tutti i rami. Verso il 1870 la grande industria meccanica instaurò il suo dominio nei paesi più avanzati d'Europa e negli USA.

Il capitalismo contribuì allo sviluppo delle forze produttive anche nell'agricoltura e nel campo dei trasporti grazie all'impiego delle nuove macchine a vapore. Verso il 1830 la costruzione delle ferrovie uscì dalla fase sperimentale. Lo sviluppo del commercio mondiale, l'espansione del capitalismo, la febbre dell'oro (California e Australia), la trasformazione dell'Oceano Pacifico in una delle vie commerciali più importanti del mondo, resero necessaria una navigazione più veloce e sicura: la ruota venne sostituita dall'elica, la vela dal vapore. Il perfezionamento dei trasporti, a sua volta, accelerò gli scambi, la produzione e la divisione del lavoro. Cresce la domanda dei metalli (specie l'acciaio, che era preferito al ferro e alla ghisa). Cresce l'industria pesante.

Nei paesi capitalistici avanzati avviene il distacco definitivo della città dalla campagna. Il mestiere come fatto individuale si sfalda. Le grosse imprese capitalistiche soppiantano il piccolo artigiano, le corporazione, le botteghe dei mastri. Sorgono le grandi città industriali. Si accentra il capitale. Si afferma la borghesia industriale e compare il proletariato industriale.

Il crollo del feudalesimo e l'avvento della borghesia

Alla fine del XVIII sec. permaneva quasi ovunque la dipendenza feudale dei contadini (specie nell'Europa orientale). Oltre a questo ciò che ostacolava lo sviluppo del capitalismo era l'accentramento del potere statale nelle mani della nobiltà e il frazionamento politico (specie nell'Europa centrale). Le rivoluzioni borghesi furono inevitabili.

Esse avvennero, generalmente, con la partecipazione delle grandi masse popolari: contadini, bassa plebe, operai, piccola-borghesia. La Rivoluzione francese dell'89 fu quella più risoluta ed energica, a motivo del fatto che avanzò rivendicazioni politiche ed economiche di fondo. I suoi risultati non poterono essere annullati dal fugace trionfo della reazione aristocratico-feudale-monarchica che seguì al crollo dell'impero napoleonico. Le idee e i principi della Rivoluzione francese influenzarono tutte le rivoluzioni borghesi d'Europa e d'America.

Nei paesi capitalisti più avanzati si formano anche movimenti proletari-operai (ad es. negli anni 1830-40 il cartismo in Inghilterra, l'insurrezione di Lione in Francia e quella dei tessitori di Slesia in Prussia). Con il marxismo si ha il passaggio del socialismo dall'utopia alla scienza. Nelle rivoluzioni del '48-'49 il proletariato si presenta in forma autonoma (specie in Francia). La borghesia europea, impaurita dall'imponenza dei movimenti proletari, non volle condurre con coerenza la sua battaglia antifeudale, per questo tradì le sue stesse rivoluzioni scendendo a patti con la nobiltà, il clero, la monarchia. In questo senso si parla di fallimento dei moti democratico-borghesi del '48-'49.

In Germania gli junkers conservarono tutte le funzioni dirigenziali dello stato. In Russia lo zarismo dominerà incontrastato sino all'inizio del XX sec., per quanto la sconfitta della Russia nella Guerra di Crimea e il timore di una rivoluzione contadina abbia portato negli anni '70 all'abolizione della servitù della gleba. In Francia la rivoluzione del 1870, distruggendo l'impero di Napoleone III, fu l'ultimo anello della catena delle rivoluzioni borghesi in questo paese. L'occupazione di Roma da parte degli italiani nel 1870 e la proclamazione a Versailles nel 1871 del re di Prussia imperatore di Germania conclusero il processo di unificazione dei due paesi.

Se verso il 1871 l'occidente aveva finito le rivoluzioni democratico-borghesi, i paesi eurorientali si trovavano ancora alle soglie di queste stesse rivoluzioni. Qui infatti anche le più modeste riforme erano fallite (Turchia, Persia, Corea). Solo in Giappone la borghesia avanzava con relativa facilità.

Colonialismo e imperialismo

Fra il 1850 e il 1870 il processo di formazione di un mercato mondiale capitalista era compiuto nelle sue linee generali. L'isolamento e la chiusura dei diversi paesi e popoli erano stati superati. Tuttavia la barbarie congenita alla civiltà borghese si manifestò con tutta la sua forza e determinatezza proprio nelle colonie da essa conquistate.

Nel secolo precedente i colonialisti avevano cercato di creare punti d'appoggio lungo i litorali, esercitando la tratta dei negri, rubando o pagando a prezzi irrisori metalli preziosi, spezie e prodotti dell'artigianato locale. Alla fine del '700 i colonialisti pensano di sfruttare sistematicamente questi paesi sia come fonte di materie prime che come mercati di sbocco dei loro prodotti industriali. Così nelle agricolture delle colonie vennero introdotte le monocolture, molti settori dell'industria locale vennero distrutti o rovinati dalla concorrenza, i prezzi continuarono ad essere imposti, la cultura locale tradizionale si cercò di sostituirla con quella europea. Le colonie erano diventate soprattutto appendici agrarie delle metropoli capitalistiche. In una situazione semicoloniale vivevano anche quei paesi formalmente indipendenti, ma deboli militarmente ed economicamente. Movimenti anticoloniali si formarono presto in Cina, India, Persia, Algeria, ecc.

Il nuovo assetto dell'Europa

Nel 1815 il Congresso di Vienna cercò di annullare tutti i cambiamenti provocati dalle guerre rivoluzionarie borghesi e napoleoniche. Tuttavia: dal regno di Olanda, creato dallo stesso Congresso, si staccò nel 1830 il Belgio, che divenne uno Stato indipendente; nonostante che il Congresso volesse un'Italia divisa, essa raggiunse nel 1870 la propria unità; si unificò anche la Germania; nella penisola balcanica la lotta antiturca portò all'indipendenza della Grecia e della Serbia; nel 1859 nasce la Romania; la Norvegia era passata sotto la Svezia; la stessa Russia zarista si era notevolmente allargata...

In Sudamerica, approfittando dell'indebolimento delle metropoli durante le guerre napoleoniche, le colonie spagnole e portoghesi divennero indipendenti. Gli USA acquistano da Napoleone la Lousiana, dalla Spagna la Florida, con la guerra tolgono al Messico il Texas e la California. Gli indiani vengono sterminati.

Nel 1830 la Francia conquista l'Algeria, nel 1850 il Senegal. L'Inghilterra occupa il Sudafrica, poi l'India. Negli anni '40 viene occupata la Cina da diverse nazioni europee in seguito alla guerra dell'oppio. Gli inglesi poi conquistano la Birmania, i francesi il Vietnam. In Oceania l'Inghilterra occupa la Nuova Zelanda, Tahiti e altre isole. Nel Mediterraneo occupa Malta, in Asia occupa Singapore, Hong Kong, Aden. La Gran Bretagna aveva l'assoluto predominio sui mari.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sez. Storia - Storia moderna - Monarchie nazionali
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