DALLA CREAZIONE ALLA CADUTA. ANALISI DEL GENESI


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LE SCOPERTE DEL XX SECOLO

Cacciata dall'Eden, Duomo di Monreale
Cacciata dall'Eden, Duomo di Monreale

Nel corso del XX secolo avvennero cose molto importanti che misero in discussione queste tesi biblistiche. Furono anzitutto scoperte le lingue delle principali civiltà del Vicino Oriente: prima l'egiziano, poi l'accadico e il sumerico, le lingue della Mesopotamia a partire dal III millennio a.C. (l'ittita, l'ugaritico...). Intere biblioteche ed archivi reali sono stati recuperati: la storia della regione del Vicino Oriente (Mediterraneo Antico) appare ora più precisa nelle sue linee fondamentali, soprattutto nella ricostruzione delle dinastie, nella datazione degli avvenimenti.

In particolare la decifrazione di numerose tavolette in Mesopotamia ha permesso di comprendere i metodi di composizione dei rotoli anticotestamentari da parte degli scribi. P. J. Wiseman, che partecipò a degli scavi in Mesopotamia, nel 1936 pubblicò New Discoveries in Babylonia about Genesis, poi Clues to Creation in Genesis. Nel 1985 suo figlio, anche lui archeologo, ripubblicava i lavori di suo padre sotto il titolo di Ancient Records and the Structure of Genesis.

Secondo questi studi, contrariamente a ciò che immaginavano Wellhausen e gli altri biblisti, le fonti della compilazione del libro della Genesi non sono affatto dei racconti molto posteriori a Mosè, ma esattamente dei documenti firmati e contemporanei agli avvenimenti ch'essi raccontano. Sicché la Genesi, pur essendo una compilazione pluriredazionale, avrebbero attinto a fonti di molto anteriori a Mosè; e se il libro esprime, in effetti, numerosi “stili”, esso non mostra tuttavia una pluralità di autori nella sua forma finale, contrariamente a quel che credono gli esegeti.

Tuttavia i testi dei due Wiseman non hanno destato particolare interesse da parte dei biblisti, a motivo del loro fondamentalismo. Semplicemente si pensa che la “teoria documentaria” sia stata completata da una sorta di “teoria dei frammenti”, che vede nel Pentateuco un collage di molteplici tradizioni veicolate in modo indipendente, nonché da una “teoria dei complementi”, che postula l'esistenza di un solo documento di base, in seguito ritoccato con l'aggiunta di testi complementari.

Questi esegeti restano fermi ai principi fondamentali della moderna critica biblica: 1) il principio di una scrittura tardiva dei testi la cui qualità di testimonianza è inevitabilmente indebolita; 2) il principio di una trasmissione orale, anteriore alla scrittura, con tutte le sue possibilità di “abbellimento”; 3) l'origine del testo ebraico della Genesi nelle mitologie pagane, pur rielaborate creativamente.

Parlare in ogni caso della Bibbia come di un “testo ideologicamente unitario” non ha alcun senso, anche se questa tesi fa comodo a chi vuole contrapporsi a una visione laica della vita. Peraltro tutti gli studiosi che si occupano della storia dell'antico Israele sono costretti a constatare una situazione quasi incredibile: testi storicamente significativi come Giudici e Re, ivi inclusi molti libri profetici, ignorano del tutto le prescrizioni del Pentateuco e in particolare le leggi. Peraltro alcuni biblisti preferiscono parlare di Esateuco, includendovi anche il libro di Giosuè, mentre altri addirittura di Ettateuco, aggiungendovi il libro dei Giudici, che narra l'ultima fase dell'insediamento in terra di Canaan.

Ad essere generosi si può dire che la storia narrata nella Bibbia va dalle origini del mondo fino al 561 a.C. (Genesi - 2 Re); oltre questa data gli avvenimenti sono documentati da testi non appartenenti al genere storico. Le più antiche redazioni scritte della Bibbia risalgono tutt'al più a quasi mezzo millennio dopo David, e l'intera odierna Bibbia ebraica (testo masoretico) fu fissata dagli ebrei di Palestina addirittura soltanto agli inizi dell'era cristiana; infatti dopo la distruzione di Gerusalemme da parte dell'imperatore Tito non esisteva ancora un canone unico della Bibbia.

In sintesi. Resta indubbio che molte leggi o istituzioni del Pentateuco hanno avuto paralleli extra-biblici molto anteriori alle date che la critica attribuisce a tali documenti, per cui viene spontaneo affermare che le fonti scritte del Pentateuco siano l'esito di un lungo e tortuoso sviluppo, le cui origini si perdono nella notte dei tempi e le cui manipolazioni sono sempre state in funzione di una legittimazione dei poteri dominanti. Non dobbiamo dimenticare che quando in Palestina sorse il regno giudaico (verso il 1020 a.C.) s'era già conclusa la dissoluzione dell'antica società comunitaria, sostituita dalla nuova società classista.

Con ciò tuttavia non si vuol togliere nulla al fatto che le descrizioni riportate nella Genesi, relative alla creazione, siano di gran lunga più significative di qualunque altro racconto antico sul medesimo argomento.


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Antico Testamento - Genesi
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