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DALLE PREMESSE TEORICHE ALL'APPLICAZIONE POLITICA
L’ESCLUSIONE DELLE DONNE
2) l’esclusione delle donne: la giustificazione mitica
L’esclusione delle donne è stata giustificata anche dal mito di fondazione
ateniese. La retorica della purezza originaria del genos ateniese
costituisce un motivo conduttore della retorica pubblica ufficiale ma non lascia
immune nessun genere letterario, nemmeno le filosofia e gli altri generi
letterari come la tragedia e la commedia. Per la filosofia, si vedano vari passi
del Menesseno platonico (par. 235 e segg.); per la tragedia si veda
Euripide, nello Ione (vv. 589-592; 1058-1060).
La commedia, in conformità al suo statuto, offre la variante comica della
eugeneia e della andreia che ne consegue vista, in questo caso, come
virilità.
Aristofane, Vespe (1071-1078): “Se qualcuno di voi, spettatori,
guardando la mia conformazione, si stupisce che io abbia un vitino di vespa e si
chiede cosa significhi il nostro pungiglione, mi sarà facile spiegarlo, anche se
non se ne sapeva nulla fino ad oggi. Noi che portiamo quest’appendice al
coccige, noi siamo i soli Attici autoctoni, a giusto titolo di razza pura, gente
virile per eccellenza e che ha reso tanti servigi a questa città nel corso delle
guerre contro il barbaro.”
Si fa allusione, evidentemente, al fallo posticcio che portavano gli attori
della commedia, come in un altro passo della Lisistrata (vv. 1082-1085):
“Giustamente vedo arrivare anche i nostri autoctoni: Come dei lottatori,
scostano dal ventre il proprio mantello: sembra che la loro malattia sia del
genere ‘atletico’.“
Aristofane, attraverso la presa di distanza del riso, scopre e denuncia il
narcisismo ateniese espresso nel mito dell’autoctonia. Dall’argomento e dal
contesto, si evince infatti che gli ateniesi sono in preda ad un’erezione
imperiosa, come lo era stato il loro padre Efesto quando, invaghitosi di Atene,
aveva tentato di possederla; la vergine dea aveva appena fatto in tempo a
schivare l’assalto amoroso del dio, senza però poter evitare che dello sperma
divino rimanesse attaccato alla sua coscia; allora la dea, detergendosi con un
batuffolo, lo gettò sulla terra dalla quale nacque Erittonio, il primo degli
Ateniesi: progenie del miracoloso batuffolo di lana (erion) o figlio
della discordia (eris)?
Il mito dell’origine ateniese ci fornisce l’opportunità di rilevare un altro
limite evidente: l’origine della razza umana è dovuta non all’unione dei sessi,
ma alla loro disgiunzione; la Terra-Madre, a sua volta, libera gli Ateniesi
della necessità dell’altro sesso e della sua funzione peculiare: la
riproduzione. Un passo dell’Epitafio (cap. 4) di Demostene accentua in
maniera ancor più netta questa disgiunzione dei sessi e questa esclusione delle
donne e delle madri dal discorso ufficiale: “Non è soltanto ad un padre che è
possibile, per essi, e per ciascuno dei loro antenati lontani, far risalire
individualmente la loro nascita, ma collettivamente all’insieme della loro
patria originaria, della quale si riconosce che sono figli autoctoni.“ La
Terra-Madre è scomparsa: i figli nascono dalla terra dei padri (patrìs):
il significante della paternità domina il sintagma, mentre il femminile rimane
solo nel genere dell’aggettivo. L’autoctonia giunge al suo limite di esclusione:
sono esclusi non solo i barbari, gli stranieri, gli abitanti di altre città
greche ma anche ogni altra forma di alterità, compresa quella delle donne.
Il mito di fondazione ateniese trova un altro dei suoi capisaldi nella
contesa fra Atena e Posidone per il possesso dell’acropoli, mentre assiste alla
disputa Cecrope, re originario mezzo uomo e mezzo serpente, re civilizzatore,
inventore della scrittura e dell’inumazione dei morti (cfr. E. Montanari,
Il mito dell'autoctonia: linee di una dinamica mitico politica ateniese,
Roma 1981) che istituisce il matrimonio monogamico: vince Atena, facendo
scaturire l’olivo, ma per un solo voto: tutte le donne votano per Atena, gli
uomini per Poseidone; l’ira di Poseidone viene calmata con l’esclusione politica
delle donne dalla nuova città, perché è da allora che comincia l’era della
civilizzazione. I
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