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LA CONCEZIONE FUNZIONALE DEL MATRIMONIO
INCLUSIONE, CONTROLLO ED ESCLUSIONE DELLE DONNE
Nel versante opposto del piacere, il matrimonio istituzionalizza la
sessualità; il contratto è uno scambio tra uomini in cui la donna svolge un
ruolo puramente oggettuale. Gli aromi del primo giorno di nozze indicano la
presenza dell'eros ma il loro profumo scompare ben presto; più duratura
appare la simbologia dei cereali: la casa sarà il luogo dell'aratura e della
semina biologica.
"La gestione dell'eros va pertanto strettamente controllata; la
normativa matrimoniale detta le condizioni per un corretto uso del suo oggetto,
il corpo femminile, condizioni che si risolvono nell'impedire che esso si
costituisca in soggetto. La donna è la madre. L'eco degli aromi che la
circondavano il giorno delle nozze si è spento nel silenzio olfattivo della
quotidianità: il piacere si è diluito nella riproduzione e questa non è che una
variabile interna della categoria dell'utile. Ma la preclusione di una gestione
dell'eros al femminile non impedisce che il corpo della donna entri
nell'economia del piacere grazie all'operazione dicotomica che la città compie
su di lei. Se come madre essa è un bene utile nella rete contrattuale... quando
diviene flautista, etera, acquista un ulteriore valore d'uso nella circolazione
che gli stessi capofamiglia promuovono nella dimensione ristretta del banchetto.
All'identità dei soggetti di scambio corrisponde la duplicità dell'oggetto e
della casa in quanto luogo di una doppia appropriazione: ai locali interni in
cui vive la madre si oppongono i locali esterni in cui sosta l'etera... La donna
è il luogo del desiderio e della vita... Di per sé la donna non ha un'identità
né nella polis né nell'ontologia... il contratto matrimoniale... è pura
potenzialità di generazione: la sposa allontanata dalla casa, perché quella
engye non ha avuto la sua attuazione infeconda sarà." (Campese Manoli Sissa,
Madre materia, Boringhieri 1983 pagg. 42-49 passim).
Il figlio è l’espressione etica dell’amore coniugale, il dato dell’amore;
viene in mente il già citato incontro tra Ettore ed Adromaca: Astianatte
costituisce la soluzione della premonizione di morte e della cupa atmosfera che
la accompagna, la perpetuazione di sé e l’interprete della speranza.
L'istituzione matrimoniale contiene in sé ambiguità e paradosso in quanto -
come pensa il Platone delle Leggi - fa convivere promiscuamente ed in
modo inquietante i due generi in cui si sdoppia l'umano, il maschio e la
femmina, mettendo in pericolo la supremazia della parte migliore.
Il matrimonio, in quanto cellula costitutiva della società cittadina,
contiene il nucleo originale della sua contraddizione: la città deve includere
le donne per riprodursi ed al tempo stesso deve, attraverso questa stessa
istituzione, controllarle ed escluderle dalla vita politica e dal potere,
affinché non si realizzi una condizione insieme ridicola e sconvolgente: la
ginecocrazia.
In questa prospettiva, la lettura dell'Economico di Senofonte può
mostrare come la reclusione e l'assegnamento di spazi e compiti ben definiti
alla donna realizzi nella casa i compiti del controllo e dell'esclusione: la
potenzialità sfrenata della sessualità è limitata ed incanalata nel compito
della procreazione così come l'altra sfrenatezza viscerale, quella nei confronti
del cibo, è indirizzata all'amministrazione interna della casa ed alla
distribuzione del cibo familiare; la tentazione verso il potere viene
esorcizzata col compito di sovrintendere al governo degli schiavi domestici.
Nei confronti della donna, l'uomo greco adotta un atteggiamento
funzionalista ed in tale concezione essa può riduttivamente sembrare "un
animale-riproduttore porta dote", come l'ha definita Vatin. (Recherches sur
le mariage et la condition de la femme..., Paris 1970).
"In una civiltà maschile come quella greca, la donna è normalmente
considerata dal punto di vista dell'uomo. Da questo punto di vista, essa svolge,
per mezzo del matrimonio, due funzioni sociali fondamentali, tra cui c'è
divergenza, se non addirittura polarità. Il matrimonio... è un fatto di
relazione contrattuale fra gruppi familiari; la donna è un elemento di questo
commercio... contropartita della donna sono gli hedna... beni mobili...
la donna appare equivalente a dei valori di beni di circolazione. Mobile come
questi, essa è come questi oggetto di doni, di scambi e di ratti. L'uomo,
invece, che accoglie la sposa nella sua casa (è il fatto di synoikein, di
abitare col marito, che definisce per la donna lo stato del matrimonio),
rappresenta i beni stabili dell'oikos, i patroia... il legame di
una stirpe col terreno su cui si è insediata. Oikos ha nello stesso tempo
un significato familiare e un significato territoriale... La donna, che poco fa
abbiamo visto assimilata, come elemento di relazione, alla ricchezza mobile
delle mandrie, s'identifica ora, nella sua funzione procreatrice, con un campo.
Il paradosso è che essa deve incarnare non già la sua terra, bensì quella del
marito." (J. P. Vernant, Hestia-Hermes, pagg. 165-167 passim in
Mito e pensiero presso i Greci, Einaudi 1978). E' per questo che
Elettra, esortando il fratello alla vendetta, lo incita a divenire insieme a lei
"salvatori del focolare paterno" (Esch. Coe. 264).
L’assimilazione della donna con la terra può essere meglio compresa seguendo
Plutarco; questi (Coniugalia praecepta, 144 a b) parla di tre tipi di
arature sacre: la prima a Sciro, la seconda a Raria e la terza vicino alla base
dell'Acropoli. "Ma quella più sacra di tutte è l'aratura e la semina dei mariti
per la procreazione dei figli."
Il concetto è appropriato ad una economia e ad una cultura di tipo agrario in
cui la produzione agricola e la riproduzione umana non possono essere diverse.
La formula del matrimonio: "per l'aratura di figli legittimi" esprime un antico
concetto tradizionale per cui le donne devono essere coltivate, arate e seminate
come i campi. Il corpo della donna è come il campo, lo spazio in cui
l'agricoltore fatica, una superficie che egli apre, rompe, coltiva. La
metafora che associa la sessualità femminile alla terra "esprime un rapporto che
non è puramente uno stereotipo, che è così profondamente sentito nella cultura
che appare dovunque: nei testi letterari, nelle pratiche rituali, nei monumenti
e nei racconti mitologici." (Page Du Bois,
Il corpo come metafora, Laterza 1990 pag. 51). L'assimilazione della
donna alla terra può essere schematizzata in relazione ai tre diversi status
femminili conosciuti della donna greca: (C. Calame,
I Greci e l'eros, simboli, pratiche e luoghi, Laterza Bari 1992)
- parthenos: prati allevamento esterno-quasi selvaggio
- nymphe: giardino arboricoltura transizione
- gynè: letto agricoltura interno dell'oikos.
L'azione reciproca di Amore, nella riproduzione del matrimonio e
dell'agricoltura, è mirabilmente espressa da Eschilo, con le parole fatte
pronunciare da Afrodite nelle Danaidi (fr. 44 Radt):
"Cielo, il venerando, desidera penetrare Terra;
il desiderio di stringere le nozze prende Terra.
Da Cielo disteso una forte pioggia si diffonde su Terra
per fecondarla; per i mortali ella genera
i pascoli per le greggi, il nutrimento di Demetra
e i frutti degli alberi: da queste nozze umide
tutto ciò che esiste è creato. Di ciò io sono complice."
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