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Le 95 Tesi di Lutero

Lutero brucia la bolla papale contenente la scomunica. Incisione del 1619
1) Il Signore e maestro 
nostro Gesù Cristo, dicendo: "Fate penitenza ecc.", volle che tutta la vita dei 
fedeli fosse una penitenza.
2) E ciò non può intendersi della penitenza sacramentale (cioè della confessione 
e della soddisfazione, che viene compiuta mediante il ministero dei sacerdoti).
3) E tuttavia non ha in vista la sola penitenza interiore, perché anzi non vi è 
penitenza interiore se questa non produce esternamente le diverse mortificazioni 
della carne. 
4) Quindi questa pena perdura finché continua l'odio di se stesso (la vera 
penitenza interiore), vale a dire fino all'entrata nel regno dei cieli. 
5) Il Papa non vuole né può rimettere alcuna pena, eccetto quelle che ha imposto 
o per suo volere o per volontà dei canoni. 
6) Il Papa non può rimettere alcuna colpa se non dichiarando e approvando che è 
stata rimessa da Dio o rimettendo nei casi a lui riservati, fuori dei quali la 
colpa di certo rimarrebbe. Dio non rimette certamente la colpa a nessuno, senza 
nel contempo sottometterlo al sacerdote suo vicario, completamente umiliato. 
7) Dio non rimette la colpa a nessun uomo senza al tempo stesso sottometterlo, interamente umiliato, al sacerdote, suo vicario.
8) I canoni penitenziali sono imposti solo ai vivi, e nulla devesi imporre in 
base ad essi ai moribondi. 
9) Quindi lo Spirito Santo ci benefica nel papa, eccettuando sempre nel suoi 
decreti i casi di morte e di necessità. 
10) Agiscono con ignoranza quei sacerdoti, che riservano penitenze canoniche per 
il purgatorio ai moribondi. 
11) Le zizzanie di mutare una pena canonica in una pena del purgatorio sono 
state certo seminate mentre i vescovi dormivano. 
12) Una volta le pene canoniche venivano imposte non dopo, ma prima dell' 
assoluzione, come prova della vera contrizione. 
13) 1 morenti soddisfano (solvunt) ogni cosa con la morte, e sono già morti alla 
legge dei canoni, essendone sollevati per diritto. 
14) L'integrità o carità imperfetta del morente comporta necessariamente un 
grande timore, tanto maggiore quanto essa e minore. 
Questo timore e orrore basta da solo (per non parlare del resto) a costituire la 
pena del purgatorio, in quanto è prossimo all'orrore della disperazione. 
15) Questo timore ed orrore basta già da solo (per tacere degli altri elementi) a costituire la pena del purgatorio, perché è assai vicino all’orrore della disperazione.
16) L'inferno, il purgatorio ed il cielo sembrano distinguersi tra loro come la 
disperazione, la quasi disperazione e la sicurezza. 
17) Sembra necessario che nelle anime del purgatorio l'orrore diminuisca nella 
misura in cui aumenta la carità. 
18) Né appare approvato vuoi sulla base della ragione vuoi sulla base delle 
scritture che queste anime si trovino al di fuori della capacità di meritare o 
di aumentare la carità. 
19) Né appare provato che esse siano certe o sicure della loro beatitudine, 
almeno tutte, anche se noi ne siamo certissimi. 
20) Pertanto il Papa con la remissione plenaria di tutte le pene non intende 
semplicemente (quella che riguarda) tutte, ma solo (quella che riguarda) le pene 
imposte da lui. 
21) Errano dunque quei predicatori di indulgenze, i quali dicono che l'uomo può 
essere liberato e salvato da ogni pena mediante le indulgenze del papa. 
22) (Il papa anzi) non rimette alle anime in purgatorio nessuna pena che 
avrebbero dovuto subire in questa vita secondo i canoni. 
23) Se mai può essere concessa ad alcuno la completa remissione di tutte le 
pene, è certo che essa può essere data solamente ai perfettissimi, cioè a 
pochissimi. 
24) Perciò deve accadere che la più parte del popolo sia ingannata da quella 
promessa di liberazione dalla pena indiscriminata e appariscente. 
25) Quella potestà che il papa ha in genere sul purgatorio, l'ha qualsiasi 
vescovo e curato nella propria diocesi o parrocchia. 
26) Il papa agisce benissimo quando concede alle anime la remissione non a causa 
del potere delle chiavi (che non ha), ma a modo di suffragio. 
27) Predicano l'uomo quelli che dicono che appena il soldino gettato nella cassa 
risuona, un'anima se ne vola via (dal purgatorio). 
28) Certo è che col tintinnio della moneta nella cassa si possono aumentare il 
guadagno e l'avidità; ma il suffragio della Chiesa dipende solo da Dio. 
29) Chi sa se tutte le anime nel purgatorio desiderino essere liberate, come si 
narra di S. Severino e di S. Pasquale? 
30) Nessuno è sicuro della realtà della propria contrizione; tanto meno può 
esserlo del conseguimento della remissione plenaria. 
31) Quanto è raro un vero penitente, altrettanto è raro chi acquista veramente 
le indulgenze, cioè è rarissimo. 
32) Saranno dannati in eterno con i loro maestri coloro che si credono sicuri 
della propria salvezza per mezzo delle lettere di indulgenza. 
33) Bisogna specialmente evitare coloro che dicono che quelle indulgenze del 
papa sono un dono inestimabile di Dio, per cui l'uomo viene riconciliato con 
Dio. 
34) Infatti tali grazie ottenute mediante le indulgenze si riferiscono solo alle 
pene della soddisfazione sacramentale, stabilite dall'uomo. 
35) Predicano una dottrina non cristiana coloro che insegnano che non è 
necessaria la contrizione per quelli che comprano le indulgenze per i defunti o 
le lettere confessionali. 
36) Qualsiasi cristiano veramente pentito ottiene la remissione plenaria della 
pena e della colpa che gli spetta, anche senza lettere di indulgenza. 
37) Qualunque vero cristiano, vivo o defunto, ha la partecipazione, datagli da 
Dío, a tutti i beni del Cristo e della Chiesa, anche senza lettere di 
indulgenze. 
38) Tuttavia la remissione e la partecipazione del papa non èaffatto da 
disprezzarsi, perché, come ho detto, è la dichiarazione della remissione divina.
39) E' difficilissimo anche ai più dotti teologi esaltare allo stesso tempo 
davanti al popolo l'ampiezza delle indulgenze e la verità della contrizione. 
40) La vera contrizione cerca e ama le pene; la prodígalità delle indulgenze 
invece produce un rilassamento e fa odiare le pene, o almeno ne offre 
l'occasione. 
41) I perdoni apostolici devono essere predicati con prudenza per evitare che 
il popolo non finisca con il credere falsamente che essi siano preferibili alle 
altre buone opere di carità 
42) Bisogna insegnare ai cristiani che non è intenzione del ~apa di equiparare 
in alcun modo l'acquìsto delle indulgenze con le opere di misericordia. 
43) Bisogna insegnare ai cristiani che è meglio dare a un povero o fare un 
prestito a un bisognoso che non acquistare indulgenze. 
44) Poiché la carità cresce con le opere di carità e l'uomo diventa migliore, 
mentre con le indulgenze questi non diventa migliore, ma solo più libero della 
pena. 
45) Bisogna insegnare ai cristiani che chi vede un bisognoso e lo trascura per 
comprarsi indulgenze, si merita non l'indulgenza del papa ma l'indignazione di 
Dio. 
46) Bisogna insegnare ai cristiani che, eccettuato il caso in cui abbondano di 
beni superflui, debbono risparmiare il necessario per la loro casa e non 
sprecarlo mai per le indulgenze. 
47) Bisogna insegnare ai cristiani che l'acquisto delle indulgenze è cosa libera 
non di precetto. 
48) Bisogna insegnare ai cristiani che il papa, quanto più ha bisogno, tanto più 
desidera per sé, nel concedere le indulgenze, una devota preghiera piuttosto che 
del pronto denaro. 
49) Bisogna insegnare ai cristiani che i perdoni del papa sono utili, se essi 
non vi confidano, ma diventano molto nocivi se, a causa di quelli, perdono il 
timore di Dio. 
50) Bisogna insegnare ai cristiani che se il papa conoscesse le estorsioni dei 
predicatori di indulgenze, preferirebbe che la basilica di s. Pietro finisse in 
cenere, piuttosto che vederla edificata con la pelle, la carne e le ossa delle 
sue pecorelle. 
51) Bisogna insegnare ai cristiani che il papa, come deve, vorrebbe dare del 
proprio denaro (anche a costo di vendere - se se fosse necessario - la basilica 
di s. Pietro) a quei molti ai quali alcuni predicatori di indulgenze carpiscono 
denaro. 
52) E' vana la fiducia nella salvezza mediante le lettere di indulgenze, anche 
se un commissario, e perfino lo stesso papa impegnasse per esse la propria 
anima. 
53) Nemici del Cristo e del papa sono coloro i quali, perché si possano 
predicare le indulgenze, ordinano che la parola di Dio sia fatta del tutto 
tacere nelle altre chiese. 
54) Si offende la parola di Dio quando in una stessa predica si dedica un tempo 
uguale o maggiore all'índulgenza che ad essa. 
55)E' certamente intenzione del papa che se si celebra l'indulgenza, che è cosa 
minima, con una sola campana, con una sola processione, con una sola cerimonia, 
il Vangelo che è la cosa più grande, sia predicato con cento campane, cento 
processioni, cento cerimonie. 
56) 1 tesori della Chiesa, dai quali il papa concede le indulgenze, non sono 
sufficientemente ricordati né conosciuti presso il popolo cristiano. 
57) Che non siano beni temporali è certo evidente: infatti molti di quei 
predicatori non usano profondere tanto facilmente tali tesori, ma solamente 
raccoglierli. 
58) Né sono i meriti di Cristo e dei santi, perché questi operano sempre, senza 
l'intervento del papa, la grazia dell'uomo interiore e la croce, la morte e 
l'inferno dell'uomo esteriore. 
59) Tesori della Chiesa chiamò s. Lorenzo i poveri della Chiesa; ma egli parlava 
il linguaggio del suo tempo. 
60) Senza temerarietà diciamo che questo tesoro sono le chiavi della Chiesa 
(donate per il merito di Cristo). 
61) E', chiaro infatti che per la remissione delle pene e dei casi (riservati) 
basta la sola potestà del papa. 
62) Vero tesoro della Chiesa è il sacrosanto Vangelo della gloria e della grazia 
di Dio. 
63) Ma questo tesoro è a ragione odíatissímo perché dei primi fa gli ultimi. 
64) Il tesoro delle indulgenze invece è giustamente il più accetto, perché fa 
degli ultimi i primi. 
65) Dunque i tesori evangelici sono reti con le quali una volta venivano pescati 
uomini ricchi. 
66) Ora i tesori delle indulgenze sono reti con le quali si pescano le ricchezze 
degli uomini. 
67) Le indulgenze, che i predicatori esaltano a gran voce come grazie 
grandissime, appaiono veramente tali per i guadagni che permettono. 
68) Al contrario sono le minime paragonate alla grazia di Dio ed alla pietà 
della croce. 
69) I vescovi e i curati sono tenuti ad accogliere con tutto il rispetto i 
commissari delle indulgenze apostoliche. 
70) Ma sono ancor di più tenuti a vigilare attentamente, con gli occhi e le 
orecchie ben aperte, perché, invece del mandato ricevuto dal papa, quelli non 
predichino i loro sogni. 
71) Sia anatemizzato e maledetto chi parla contro la verità delle indulgenze 
apostoliche. 
72) Sia benedetto invece chi si oppone alla sfrenatezza e alla licenza nel 
parlare dei predicatori di indulgenze. 
73) Come il papa fulmina giustamente coloro che operano qualsiasi macchinazione 
contro la vendita delle indulgenze. 
74) Così molto più gravemente intende colpire coloro che, con il pretesto delle 
indulgenze, operano macchinazioni a danno della santa carità e verità. 
75) Ritenere che le indulgenze papali siano tanto potenti da poter assolvere un 
uomo anche se questi - per impossisibile - avesse violato la madre di Dio, è 
pura follia. 
76) Al contrario affermiamo che i perdoni papali non possono cancellare neppure 
il minimo peccato veniale, quanto alla colpa. 
77) Dire che neppure S. Pietro, se fosse oggi papa, potrebbe dare maggiori 
grazie, è una bestemmia contro S. Pietro e il papa. 
78) Diciamo invece che anche questo papa, come qualsiasi altro, possiede grazie 
maggiori, come il Vangelo, le virtù, i doni di guarigione ecc. secondo I Corínti 
12. 
79) Dire che la croce delle insegne papali, eretta solennemente. equivalga alla 
croce di Cristo, è bestemmia. 
80) Dovranno renderne conto vescovi, curati e teologi che permettono che simili 
discorsi siano tenuti al popolo. 
81) Questa scandalosa predicazione delle indulgenze è tale che non rende facile 
neppure ad uomini dotti di difendere il rispetto dovuto al papa dalle calunnie 
o, se volete, dalle sottili obiezioni dei laici. 
82) Vale a dire: perché il papa non vuota il purgatorio a causa della santissima 
carità e della grande sofferenza delle anime, che è la ragione più giusta di 
tutte, quando libera un numero senza fine di anime a causa del funestissimo 
denaro per la costruzione della basilica, che è un motivo futilissimo? 
83) Parimenti: perché devono continuare le esequie e gli anniversari dei defunti 
e non restituisce, o permette siano ritirati i benefici istituiti per loro, dal 
momento che è un'offesa pregare per dei redenti? 
84) Parimenti: qual è questa nuova pietà di Dío e del papa, per cui concedono per 
denaro ad un empio nemico di liberare un'anima pia ed amica di Dio, mentrè non 
la liberano con gratuita carità per la sofferenza in cui quest'anima pia e 
diletta si è venuta a trovare? 
85) Parimenti: perché canoni penitenzíali di per sé e per il disuso già da tempo 
morti e abrogati, tuttavia a causa della concessione delle indulgenze sono 
riscattati ancora con il denaro come se fossero ancora in pieno vigore? 
86) Parimenti: perché il papa, le cui ricchezze oggi sono più crasse di quelle 
dei più ricchi Crassi, non costruisce almeno la basilica di s. Pietro con il suo 
denaro, invece che con quello dei poveri fedeli? 
87) Parimenti: che cosa rimette o partecipa il papa a coloro che, a causa di una 
perfetta contrizione, hanno diritto alla piena remissione o partecipazione? 
88) Parimenti: quale maggior bene si arrecherebbe alla Chiesa se il papa, invece 
di concedere ad ognuno dei fedeli queste remissioni e partecipazioni una sol 
volta, la concedesse cento volte al giorno? 
89) Dato che il papa, per mezzo delle indulgenze, cerca la salvezza delle anime 
più che il denaro, perché sospende le lettere confessionali e le indulgenze 
precedentemente concesse, mentre sarebbero ancora efficaci? 
90) Soffocare queste sottilissime argomentazioni dei laici con la sola forza e 
senza addurre ragioni, significa esporre la Chiesa e il papa alle beffe dei 
nemici e rendere infelici i cristiani. 
91) Se dunque le indulgenze fossero predicate secondo lo spirito e l'intenzione 
del papa, tutte quelle difficoltà sarebbero facilmente risolte, anzi non 
esisterebbero. 
92) Addio dunque a tutti quei profeti che dicono al popolo di Cristo: « Pace, 
pace », mentre non v'è pace. 
93) E sia bene per tutti quei profeti che dicono al popolo di Cristo: croce, 
croce, mentre non v'è croce. 
94) Bisogna esortare i Cristiani perché si sforzino di seguire il loro capo 
Cristo attraverso le pene, le morti e gli inferni. 
95) E confidino così di entrate nel cielo più attraverso molte tribolazioni che 
non nella sicurezza di (una falsa) pace. 
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